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Iniziativa dei cittadini europei, arriva la riforma

Il Comitato Economico e Sociale Europeo ha organizzato nella sua sede di Bruxelles la 7a giornata dell’iniziativa dei cittadini europei, per fare luce sulla proposta di riforma della Commissione Europea e rendere l’iniziativa dei cittadini europei uno strumento più efficace di dialogo tra l’Unione Europea e i suoi cittadini

di Cristina Barbetta

Introdotta 6 anni fa dal Trattato di Lisbona, l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) è un importante strumento di democrazia partecipativa all’interno dell’Ue, che consente ai cittadini europei di invitare la Commissione Europea a presentare una proposta legislativa su un tema che ricada nell'ambito di competenza comunitario, raccogliendo 1 milione di adesioni.

Tuttavia, ad ora, l’iniziativa dei cittadini europei non ha avuto quasi nessun impatto sulla legislazione dell'Ue.

La Commissione Europea ha presentato una proposta di riforma del regolamento vigente, che è stata annunciata l’anno scorso dal primo vicepresidente Frans Timmermans, e che ridefinisce questo importante strumento di democrazia partecipativa. Questa riforma è stata a lungo invocata dal Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese), e da altre istituzioni quali il Parlamento Europeo, il Mediatore Europeo, il Comitato delle Regioni, e anche dalle organizzazioni della società civile.

La riforma della Commissione è stata al centro della 7a giornata dell’iniziativa dei cittadini europei, organizzata dal Comitato Economico e Sociale Europeo nella sua sede di Bruxelles, per rendere l’iniziativa dei cittadini europei uno strumento più efficace di dialogo tra l’Unione Europea e i suoi cittadini, uno strumento più conosciuto e più diffuso.

«Mentre molti europei erano entusiasti al momento del lancio di questo importante strumento per la partecipazione attiva dei cittadini, l’entusiasmo si è presto affievolito dopo aver realizzato quanto complicata fosse la burocrazia dietro questo strumento e quanto piccolo impatto stesse avendo», spiega il Comitato Economico e Sociale in una nota.

I processi di registrazione delle iniziative e di raccolta delle firme sono molto complicati e c’è una mancanza di pubblicità anche per quanto riguarda iniziative dei cittadini europei che hanno avuto successo. C’è inoltre poca copertura mediatica all’interno dell’Ue riguardo questo strumento.

Dall’entrata in vigore dell’iniziativa dei cittadini europei, nel 2012, 9 milioni di europei di tutti i 28 Stati membri hanno sostenuto un’iniziativa dei cittadini europei. 4 iniziative hanno raggiunto con successo la soglia di un milione di firme e la Commissione si è impegnata a dare un seguito a tre di esse: “Stop Vivisection”, “Right2Water” e “Ban glyphosate and toxic pesticides”.

Georges Dassis, presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, ha aperto i lavori, esprimendo soddisfazione per la proposta di riforma della Commissione. «Le semplificazioni proposte renderanno più semplice utilizzare le iniziative dei cittadini europei», e spero che ci saranno sempre più europei a fare uso di questo strumento», commenta Dassis.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea, ha presentato i cambiamenti più significativi della proposta di riforma della Commissione, come l’abbassamento dell’età per firmare iniziative dei cittadini europei da 18 a 16 anni, (richiesta dal Cese fin dall’inizio), che aprirebbe questo strumento a 10 milioni in più di nuovi potenziali sostenitori, e la proposta di semplificare i requisiti in materia di dati per firmare iniziative.

«Chiedo al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea di adottare la nostra proposta entro la fine di quest’anno», afferma Timmermans, che ha anche sottolineato come l’iniziativa dei cittadini europei abbia il potenziale di portare cambiamento dal basso e di dare voce alle persone meno rappresentate, come i giovani.

Per far sì che le iniziative dei cittadini europei diventino uno strumento più diffuso e conosciuto, la Commissione Europea ha lanciato, in occasione della 7a giornata dell’iniziativa dei cittadini europei, la campagna di comunicazione #EUTakeTheInitiative, che sarà implementata nei prossimi tre anni, al fine di aumentare la consapevolezza dei cittadini su questo strumento di democrazia partecipativa, come spiega Timmermans.

Timmermans ha annunciato anche il lancio dello European Citizens’ Initiative Forum, una piattaforma collaborativa online che promuoverà l’interazione tra (potenziali) organizzatori di Ice, cittadini ed esperti, e che è stata testata dai partecipanti nel pomeriggio nel corso di un workshop.

Luca Jahier, presidente del Gruppo III del Comitato Economico e Sociale Europeo, Attività diverse, ha sottolineato l’importanza dell’articolo 11 del Trattato di Lisbona, che stabilisce che le istituzioni europee abbiano l’obbligo legale di consultare e dialogare con la società civile e i cittadini.

«Penso che nessun’altra legislazione al mondo offra una tale opportunità», commenta Jahier. «Un’iniziativa dei cittadini europei che funzioni bene dovrebbe dare potere ai cittadini; dovrebbe dare loro una voce, un senso di appartenenza e d'identità, aiutando a ricostruire la fiducia e a riscoprire la solidarietà del progetto europeo».

«Ritengo che al Comitato Economico e Sociale Europeo abbiamo lavorato molto duramente per conservare la visibilità dell’iniziativa dei cittadini europei e per mantenere questo strumento nell’agenda politica», aggiunge Jahier. «Abbiamo elaborato molti pareri, con specifiche raccomandazioni su come migliorare il suo funzionamento, e abbiamo anche un gruppo di nove membri per l’iniziativa dei cittadini europei. Siamo molto orgogliosi di queste attività perchè sono fatte al servizio della società europea. L’articolo 11 del trattato è sempre stato, fin dall’adozione del Trattato di Lisbona, al centro del lavoro del Comitato». Il Comitato Economico e Sociale Europeo ha quindi sempre avuto a cuore l’iniziativa dei cittadini europei, sottolinea Jahier. «I cittadini e la società civile devono usare questo strumento per fornire soluzioni innovative, informare la popolazione di questioni di interesse pubblico, aprire canali di comunicazione con l’élite politica e chiamare le autorità pubbliche a rendere conto del loro operato».

Emily O’Reilly, mediatrice europea, ha sottolineato l’importanza di rendere l’iniziativa dei cittadini europei quanto più trasparente possibile. «E’ essenziale che questo strumento sia visto come uno strumento per i cittadini. Ho quindi suggerito che la Commissione faccia di più per assicurare che le informazioni sul finanziamento e le sponsorizzazioni dichiarate dagli organizzatori di iniziative dei cittadini europei sul suo sito web siano quanto più accurate ed esaurienti possibile e che qualunque preoccupazione relativa a questo sia portata alla sua attenzione».

E conclude dicendo che: «In un’epoca di grande manipolazione online del processo democratico, dobbiamo proteggere le iniziative dei cittadini europei da ogni possibile abuso».

Monika Panayotova, viceministro per la presidenza bulgara del Consiglio dell’Unione Europea, ha segnalato che lo sviluppo futuro dell’Unione Europea dipenderà dalla sua abilità di portare i cittadini più vicino ai suoi processi decisionali e di impegnarsi in un dialogo aperto e diretto con loro, affrontando le loro aspettative e preoccupazioni.

Le sessioni si sono concluse con l’intervento degli organizzatori di iniziative dei cittadini europei in corso, che hanno dato il loro contributo alla discussione: One of Us, Right2Water, Ban Glyphosate, Minority SafePack campaign, Stop TTIP, Welcoming Europe e Stop extremism. Al termine della giornata è stato possibile incontrare gli organizzatori delle iniziative dei cittadini europei presso gli stand, dove si poteva anche firmare le petizioni.

Le foto dell’articolo sono di: Cese 2018


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