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Torna il Festival del Fundraising: non profit e low cost

Da domani al 18 maggio a Pacengo di Lazise sul lago di Garda si danno appuntamento oltre 800 professionisti. Elisa Castellucci, responsabile comunicazione e marketing dell'associazione organizzatrice fondata da Valerio Melandri: «Abbiamo conosciuto complessivamente 5mila fundraiser e circa 86mila organizzazioni. Dai 300 partecipanti dell’edizione 2007 siamo arrivati agli 800 del 2018, che è il massimo possibile tecnico delle strutture che ci ospitano. Con questi numeri siamo diventati il secondo appuntamento più frequentato in Europa»

di Giuseppe Frangi

«La nostra causa è far crescere la cultura del fundraising», spiega Elisa Castellucci, responsabile comunicazione e marketing. Far crescere la cultura non va scambiato per un obiettivo accademico. È più un imparare a credere nello strumento. Forse anche per questo il Festival, giunto quest’anno all’undicesima edizione (16-18 maggio, Pacengo di Lazise sul lago di Garda), viene definito dai suoi promotori una “un-conference”, una “non-conferenza”, dove i relatori sono a tutti gli effetti dei partecipanti, chiamati a proporre esperienze che possano aiutare altri colleghi. Le lezioni che si ascoltano tutte imparate dalla pratica, tool utili a semplificare la vita e il lavoro di chi per professione e per vocazione raccoglie fondi.

Anche quest’anno il Festival (alla sua undicesima edizione) per gli oltre 800 fundraiser è innanzitutto un appuntamento con la propria community. Un’occasione di scambio e di condivisione di esperienze e di idee. Non a caso a promuovere e organizzare l’iniziativa è un’associazione, fondata da Valerio Melandri, uno dei “padri fondatori” del fundraising in Italia e professore alla Columbia University e presieduta da Mauro Picciaiola, storico fundraiser dell’Antoniano. Scaduto il suo mandato triennale, gli succederà Stefano Malfatti dell’Istituto Serafico di Assisi. Melandri è anche direttore del Festival («a zero retribuzione», precisa). Lui ne incarna lo spirito, che ha contagiato ad Elisa Castellucci e alle altre persone che lavorano nell’Associazione: «Ogni volta sono entusiasta di fare il Festival, come fosse sempre il mio primo».

Il percorso verso l’incontro di maggio è segnato da due appuntamenti annuali per mettere a punto i temi. Spiega Elisa Castellucci: «Andiamo a Roma o a Milano dentro a un’organizzazione — quest’anno siamo stati da WeWorld — e incontriamo piccole e grandi associazioni non profit, raccogliendo esigenze e proposte. Così costruiamo il programma dell’anno successivo». Quindi un approccio partecipato che viene poi arricchito da «ricerche di talenti nuovi da parte nostra e da proposte di speech così straordinari che appena leggiamo il titolo si resta tutti conquistati». In questi anni la crescita del Festival del Fundraising è stata costante. Castellucci dà qualche cifra: «Abbiamo conosciuto complessivamente 5mila fundraiser e circa 86mila organizzazioni. Dai 300 partecipanti dell’edizione 2007 siamo arrivati agli 800 del 2018, che è il massimo possibile tecnico delle strutture che ci ospitano. Con questi numeri siamo diventati il secondo appuntamento più frequentato in Europa. Abbiamo superato l’International Fundraising Conference di Amsterdam che quest’anno si è fermata a 724 partecipanti. Meglio di noi c’è solo l’Institute of Fundraising, con 1.800 partecipanti».

A favore del Festival italiano c’è anche il costo decisamente più basso (meno della metà, in media) rispetto alle analoghe iniziative oltre confine: una scelta che deriva proprio dall’idea di mettersi al servizio del non profit per farlo crescere. Non a caso il soggetto promotore è a sua volta un’associazione. Un’associazione che durante l’anno per perseguire la sua mission organizza tour gratuiti in oltre 10 città in Italia, con circa 2mila partecipanti complessivi. A questi si aggiungono 20 webinar sempre gratuiti su temi del fundraising: e sono qualche altra migliaia di contatti «Vogliamo davvero convincere le organizzazioni di tutti i tipi dalla cultura all’assistenza, dalla cooperazione alla sanità che il fundraising funziona».

Altro fattore importante è l’indice di fedeltà al Festival: il 60% di chi si è iscritto quest’anno ci è già stato nel 2017. «Sono i fedelissimi, i nostri preziosi ambassador, quelli che il festival non possono proprio perderlo, che promuovono e credono fortemente nel festival, nell’importanza di avere un punto di ritrovo e incontro per i fundraiser, che fanno crescere la professione», dettaglia Castellucci. Che sfoglia il programma della prossima edizione, un programma con una grafica che contagia entusiasmo grazie ai colori forti e ad uno stile molto friendly. «In fondo quello che ci muove è l’idea che si possa lavorare per un mondo migliore:», conclude, «il fundraising è uno strumento prezioso per realizzare questo sogno che abbiamo tutti nel cuore».


In foto: lo staff del Festival del Fundraising (da sinistra: Elisa Castellucci, Cristina Nanti, Claudia Branchetti, Alessandra Segreto, Emanuele Bruscoli, Carlotta Petti e Selene Nicodemo). La tre giorni dell’XI edizione del Festival si aprirà mercoledì 16 maggio


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