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Fare i conti sul reddito minimo

I sei punti del direttore Media Lab al Mit Joi Ito sul reddito universale che dimostrano come sia una policy su cui fare sperimentazione ma non un’applicazione diretta e immediata nella rubrica Infosfera di Luca De Biase sul numero del magazine in distribuzione

di Luca De Biase

Chi sia interessato al reddito universale di cittadinanza dovrebbe leggere Joi Ito. Il direttore del Media Lab al Mit 
fa una ricognizione razionale
del tema e si mostra possibilista
sulla sperimentazione, non sull’applicazione diretta e immediata.

Probabile che una proposta elettorale sia cambiata in corso d’opera da un governo che nascesse attraverso compromessi con i suoi ex avversari politici. Diventando così un oggetto di polemica ulteriore. Ma supponendo che si potesse discutere in modo sensato che cosa si potrebbe dire di quella policy?

Primo. Non è una cosa totalmente nuova. Si può concepire come una tassa negativa. Partendo da una certa soglia di reddito si pagano le tasse. Sotto quella soglia si ricevono tasse negative, cioè reddito, per il cittadino che non ha altro sostentamento. Questo può piacere a destra o a sinistra.

Secondo. In un periodo in cui si discute animatamente del fatto che le macchine potrebbero sostituire molti mestieri, il reddito di cittadinanza torna d’attualità, per facilitare il passaggio storico che si annuncia non facile.

Terzo. Quel sussidio va finanziato. La prima ipotesi è che man mano che il reddito sale, i cittadini paghino più tasse di quante ne paghino prima dell’introduzione della misura. La seconda ipotesi è che il reddito di cittadinanza sostituisca tutte le altre forme di welfare. La prima ipotesi piace a sinistra, la seconda a destra.

Quarto. I cittadini ricevono il sussidio in quanto cittadini: ma questo comporta che facciano qualcosa per non demeritarlo? Se per ottenere il sussidio devono stare in un programma per trovare lavoro, o per imparare un lavoro, o per vivere legalmente, nasce l’ipotesi che alcuni cittadini che non rispettino questi requisiti non abbiano il sussidio. Creando una nuova “classe” di poveri per demerito. Un’idea che piace a destra. Ma con queste persone che cosa si deve fare?

Quinto. In Italia questa idea piace nelle zone del Paese più assistite. In altre zone del Paese piace di più una policy completamente diversa, che abbatta le tasse e liberi…


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Nella foto di apertura il gigantesco manifesto esposto sulla piazza di Ginevra in occasione del referendum che si era tenuto in Svizzera nel 2016. Vinse nettamente il No all’introduzione del reddito minimo. Recita: «Cosa faresti se avessi un reddito di base garantito?»


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