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Innovazione tecnologica & Innovazione sociale: il made in Italy del welfare 4.0

Il numero di giugno in distribuzione dal fine settimana mette l’obiettivo su un fenomeno che vede il nostro Paese in prima linea: l’ibridazione fra hi-tech e nuovi servizi di cura. Un viaggio nel futuro del caring pone al non profit una sfida chiave: può esistere un’intelligenza artificiale orientata al bene comune?

di Redazione

Nel mezzo della rivoluzione tecnologica che sta attraversando le nostre vite ed entrando nelle nostre case, gli esperti ci dicono che entro la conclusione del prossimo anno saranno 42 milioni i robot di servizio e assistenza domestica venduti nel mondo, c’è un aspetto che è rimasto sotto il filo dell’acqua della narrazione su hi-tech, intelligenza artificiale e robotica: quali sono i punti di contatto di questa ondata iper tecnologica nata sulle colline della silicon valley con la ristrutturazione dei servizi di welfare e caring sempre più necessaria (la spesa per l’autosufficienza è aumentata del 21% in 10 anni, mentre le badanti in nero hanno superato quota un milione, solo per dare due dati)?

E più in generale quale deve essere il ruolo dei corpi intermedi in questa fase storica? Possiamo pensare, come titolava un recente incontro alle Nazioni Unite, che ha visto tra i suoi protagonisti sir Roger Penrose, a un’Artificial Inteligence for Good, un’intelligenza artificiale orientata al bene comune? Oppure tutto è collocato in uno scenario di lunga deriva dove le tecnoscienze avranno l’ultima parola sull’uomo e sulla sua domanda di senso? Vita col numero che trovare in distribuzione dal fine settimana ha iniziato a porre la questione, aprendo il dibattito. Così abbiamo coinvolto, alcuni fra gli esperti con maggiore sensibilità ai risvolti (filosofici, antropologici, etici e sociali) della questione. Una riflessione d’ampio respiro che parte da un’inchiesta firmata da Sara De Carli sui nuovi hub della cura digitale dove ambienti virtuali, realtà aumentata, robotica e intelligenza artificiale stanno riscrivendo i modelli di intervento socio-sanitari.

“Non profit ad alta tecnologia” è invece il titolo del secondo capitolo del book, dove diamo conto dell’esperienze più innovative di co-progettazione e co-produzione di servizi di welfare hi-tech fra gli enti del Terzo settore e poli di ricerca più all’avanguardia.

Infine nel capitolo III (Artificiale vs Naturale) abbiamo messo a confronto due giganti del pensiero contemporaneo: il filosofo Emanuele Severino e il fisico Roger Penrose. Un dibattito che con l’aiuto di Paolo Benanti, Stefano Zamagni, Mario Rasetti, Flaviano Zandonai e Cédric Villani si è sviluppato lungo cinque direttrici: etica, società civile, lavoro, innovazione e sanità.


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