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Così l’hashtag #umanitàperta ha battuto #chiudiamoiporti

Ieri ci siamo mobilitati, eravamo davvero tantissimi (una mobilitazione che non si ferma tra l'altro), per contrastare un hashtag disumano e abbiamo riportato una piccola ma significativa vittoria di attivismo digitale. La riflessione di Arianna Ciccone che riportiamo per i nostri lettori-attivisti

di Arianna Ciccone

Così Arianna Ciccone, co-fondatrice e direttrice dell'International Journalism Festival e fondatrice del blog collettivo Valigia Blu riflette sulla giornata di ieri che ha visto l'hashtag #umanitàaperta vincere su #chiudiamoiporti sulla sua pagina Facebook.

Sono stati portati al governo in prima linea con il solo 17% dei voti degli italiani votanti (il 73%).
Ora quella propaganda, il grande inganno, è al potere e ha il potere di "giocare" sulla vita dei più deboli.

Il grande inganno è convincere le persone che i nostri problemi si risolvono respingendo gli ultimi della Terra. Il grande inganno è far credere che il problema dell'Italia siano i migranti e non la corruzione, le mafie, la bassa scolarizzazione, l'evasione fiscale, la disoccupazione giovanile, i diritti negati, una crescita economica inesistente, la mancanza di investimenti in ricerca e innovazione.

È una propaganda facile, la più bastarda, a costo zero: aizzare gli animi contro i più deboli, i disperati, l'altro, il diverso, contro una invasione che non c'è. E un po' alla volta infetta le coscienze, che scelgono a loro volta di farsi contagiare.

Ieri ci siamo mobilitati, eravamo davvero tantissimi (una mobilitazione che non si ferma tra l'altro), per contrastare un hashtag disumano e abbiamo riportato una piccola ma significativa vittoria di attivismo digitale. #umanitàperta ha letteralmente trionfato sull'hashtag lanciato dal ministro degli interni #chiudiamoiporti. Tra l'altro contaminando con la nostra umanità aperta il campo opposto costretto ad inseguirci e ad usare quell'hashtag di fatto contribuendo anche a decretarne il successo. Che spettacolo.

È stato un atto "politico" nel senso più nobile del termine. Un atto simbolico, certamente. Non siamo così ingenui da pensare di poter cambiare le cose con un tweet. Ma noi cittadini grazie ai social possiamo almeno far sentire la nostra voce, darle corpo, organizzarla, rendendola "carnale", prendendo posizione sì anche attraverso un hashtag. Di più con le nostre sole forze ora non si può fare.
Sono perfettamente consapevole della mia irrilevanza, ma lasciare incontrastato quell'hashtag – Luca Morisi il social media manager di Salvini ieri sera si vantava di averlo portato tra i trend topic prima di essere sopraffatto dalla mobilitazione di #umanitàperta – era una resa per me insostenibile.

Sarà lunga e sarà richiesto il nostro impegno e il nostro rimanere vigili per molto, molto tempo. Quello che è successo ieri, fermando una nave con oltre 600 disperati a bordo tra cui moltissimi bambini e donne incinte, è un atto di forza (anche propagandistico) sulla pelle di esseri umani ed è solo l'inizio.

"Esiste un contagio del male: chi è non-uomo disumanizza gli altri, ogni delitto si irradia, si trapianta intorno a sé, corrompe le coscienze e si circonda di complici sottratti con la paura o la seduzione al campo avverso". (Primo Levi)

È questo quello che abbiamo di fronte.

La foto di Arianna Ciccone è tratta dal profilo Facebook


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