Attivismo civico & Terzo settore

Mentre ci si scorna sulla marijuana light dilaga il “purple drunk”

Come spesso accade i dibattiti politici e pubblici che parlano dei giovani sono lontani anni luce dalla realtà. E così mentre il mondo adulto litiga sull'opportunità di vendere legalmente la cannabis depotenziata (cioè priva del thc) i ragazzi si sballano con la codeina, e in modo legale

di Lorenzo Maria Alvaro

«La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2% come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6% l'agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6% l'autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa». Così recitava una circolare del ministero dell'Agricoltura, il Mipaaf, a maggio 2018 esprimendosi sulle regole della legge in vigore dal gennaio 2017 che permette di produrre e vendere l'erba legale.

Ad accendere il dibattito su quella che è definita marijuana light è stato un parere del Consiglio Superiore di Sanità (richiesto dall'ex ministro della Salute Lorenzin). L'organo consultivo infatti ha raccomandato «che siano attivate, nell'interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti».

Da qui si è scatenato un dibattito furioso sul caso. Ma mentre politica e opinione pubblica si scatenano nella discussione sui giovani e sull'opportunità di vendere droghe leggere liberamente, come spesso accade, la realtà dello sballo dei ragazzi italiani non potrebbe più lontana e diversa.

Il fenomeno “purple drunk”
Per capire cosa stia succedendo basterebbe ascoltarer la musica più ascoltata dai ragazzi: la trap.

«Sciroppo cade basso come l'MD», canta nel rittornello di una delle sue hit (“Sciroppo”) Sfera Ebbasta in una delle sue hit e aggiunge nella strofa, «bevo solo Makatussin nel bicchiere». E Drefgold, con cui Sfera ha scritto la canzone, canta «Droga, moda, rosa la mia soda...».

Di cosa parlano? Di quella che viene definita “purple drunk”. Una bevanda fatta da Makatussin, un normalissimo sciroppo sedativo della tosse mischiato a bevande gasate come la Sprite. Il Makatussin è a base di codeina – che è un derivato della molecola della morfina – e di un antistaminico, la difenidramina. Mischiato a bevande gasate e zuccherate si ottiene una miscela da sballo violacea (“purple” appunto).

Una beverone che produce effetti sedativi e psicoattivi. Dunque a tutti gli effetti una droga. Legale e a basso costo. In Italia per comprare Makatussin serve la ricetta medica. Ma, com'è facile immaginare, non è difficile ottenerne una per la tosse. Il costo è di circa 6 euro. E se proprio la ricetta non si trovas si può comprare online e in Canton Ticino dove la vendita è libera al costo di 6.85 franchi svizzeri.

Il caso Svizzero


Un documentario della Radiotelevisione svizzera sul fenomeno Purple Drunk

Per capire quanto sia in voga questa “nuova” droga basti pensare che di fronte al via vai tra l'Italia e i paesi subito al di là del confine come Chiasso, Mendrisio, Brissago, Ascona e Ponte Tresa le autorità sanitarie elvetiche – il farmacista cantonale e Pharma-Suisse – hanno messo in guardia i farmacisti con una circolare di ottobre: «Si sconsiglia la dispensazione del Makatussin a clienti, per lo più giovani, causa utilizzo a fini non terapeutici». Un avvertimento che era già stato dato anche nel 2015, a testimonianza del fatto che il fenomeno è in voga da molto tempo.


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