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Riforma Terzo settore, il Governo batta un colpo

Il decreto correttivo sull'impresa sociale va approvato entro il 19 luglio. Entro il 2 agosto quello sul codice del Terzo settore. Il premier Conte nel discorso d'insediamento di fronte al Parlamento si era impegnato "a porre in essere tutti i provvedimenti, anche correttivi, che consentano la piena realizzazione di un'efficace riforma del Terzo settore". L'esecutivo mantenga fede a questo impegno. Il tempo ormai stringe

di Redazione

«Intendiamo porre in essere tutti i provvedimenti, anche correttivi, che consentano la piena realizzazione di un'efficace riforma del terzo settore, che sia effettiva anche sul piano delle ricadute fiscali». Con questo passaggio all’interno del discorso alle Camere lo scorso 5 giugno il premier Giuseppe Conte incaricato raccoglieva la fiducia del Parlamento.

Perché le parole di Conte abbiano un riscontro nella realtà occorre che il Consiglio dei ministri licenzi i decreti correttivi sulla nuova impresa sociale e il nuovo codice del Terzo settore entro i limiti previsti, ossia un anno dalla pubblicazione dei due testi in Gazzetta ufficiale. Sul calendario del Terzo settore quindi le date del 19 luglio 2018 e del 2 agosto 2018 sono segnate con l’evidenziatore. Nel caso infatti il governo rimanesse con le braccia conserte, resterebbero in vigore i decreti attuativi attualmente in vigore, che però non recepiscono gli ultimi interventi migliorativi calibrati grazie anche all’interlocuzione con il Forum del Terzo settore.

Al ministero del Lavoro però tutto tace. Il neo ministro Luigi Di Maio ad oggi non ha ancora incontrato la direzione del Terzo settore. Dopo il cambio di governo, il Consiglio nazionale del Terzo settore che ha in agenda l’analisi delle linee guida sull’impatto sociale sociale non è stato ancora convocato, ma soprattutto il correttivo del decreto sull’impresa sociale pur avendo concluso l’esame delle commissioni speciali è fermo in un cassetto in attesa di essere portato in Cdm. Come detto c’è tempo sino al 19 luglio. Non molto. Occorre che il responsabile del Welfare, del Lavoro e dello Sviluppo economico batta un colpo.

Per il correttivo sul Codice, c’è un pizzico più di fiato (la deadline è il 2 agosto). Una riserva di ossigeno che dovrà servire anche a superare la mancata unanimità nella conferenza Stato-Regioni dove Lombardia e Veneto a guida leghista (particolare non irrilevante) hanno fatto pesare il loro no (che comunque non è decisivo). Nel frattempo il Consiglio di Stato ha dato il suo parere, richiedendo alcuni chiarimenti. Siamo all’ultimo miglio, il calendario non fa sconti: il pallino è nelle mani di Conte e Di Maio.


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