Sul numero di VITA di luglio, interamente dedicato alle adozioni internazionali, abbiamo intervistato la vicepresidente della CAI: «volenti o nolenti le adozioni internazionali sono profondamente cambiate e il nostro sistema deve farci i conti. Dobbiamo avviare un confronto con i Paesi di provenienza per capire con quali altri strumenti affiancare l'adozione per tutelare l'infanzia abbandonata»
L’adozione internazionale? È «un ottimo strumento, ma quello che dobbiamo chiederci oggi è se da sola basta o se invece occorre mettere a disposizione anche altri strumenti di accoglienza. L’adozione internazionale si sta modificando, non la stiamo modificando noi: che ci piaccia o no è cambiata e credo che da sola non basti più a risolvere il problema dell’infanzia abbandonata nel mondo». È questa la pista di lavoro per il futuro di Laura Laera, che dal 15 giugno 2017 è vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali. Magistrato dal 1978, è stata presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, dopo aver lavorato per quasi 20anni al Tribunale per i Minorenni di Milano, Laera in questa intervista accetta di confrontarsi con tutti i nodi più problematici delle adozioni, spingendo però con forza lo sguardo in avanti.
Qual è il bilancio di questo suo primo anno alla Cai?
Sono soddisfatta, abbiamo fatto tante cose. Ho trovato una Commissione che non si riuniva da anni e noi da settembre l’abbiamo riunita almeno una volta ogni due mesi. C’era una situazione amministrativa e contabile confusa e ferma, con fornitori non pagati da anni. Abbiamo riavviato l’operatività della Commissione, stiamo facendo verifiche sugli enti autorizzati, partendo in alcuni casi da segnalazioni delle famiglie e in altri casi da considerazioni sui numeri.
Quali numeri?
Ci sono 7-8 enti con zero adozioni concluse negli ultimi anni e diverse famiglie in carico: stiamo verificando le loro prospettive. D’altra parte ci sono anche enti con un numero sproporzionato di incarichi rispetto alle adozioni concluse: bisogna che questi enti quantomeno parlino con chiarezza alle coppie, dicendo loro che resteranno in attesa per quattro anni. Da un paio di mesi inoltre abbiamo stipulato una convenzione con la Guardia di Finanza, che sta dando i suoi frutti. Stiamo provvedendo alla chiusura di qualche ente, altri stanno iniziando a fare fusioni. Avevamo 150 istanze pendenti da parte di enti che chiedevano nuovi accrediti o di poter lavorare in nuovi Paesi… le abbiamo esaminate tutte. Abbiamo concluso i rimborsi del 2011 in soli tre mesi e siamo riusciti ad avere il nuovo DPCM per i rimborsi per gli anni 2012-2017, abbiamo aperto una Linea CAI interna, attivato il fascicolo “adozione trasparente”...
Per gli enti con un numero di mandati molto elevato rispetto alle adozioni che di fatto riescono a concludere, a che soluzioni pensa? Ritiene opportuno che chi si trova in queste condizioni non prenda nuovi mandati?
In casi estremi si potrebbe arrivare anche a mettere un tetto ai mandati, ma devo dire che gli stessi enti messi di fronte ai problemi si stanno attivando. Non sono una distruttrice, prima di stoppare l’attività di un ente diamo loro il tempo di riorganizzarsi! Alcuni enti si stanno muovendo per mettere in comune attività e abbattere i costi, ad esempio con le fusioni. Speriamo anche di avere qualche nuovo Paese che si apre: il mio sforzo è per controllare e regolare ma allo stesso tempo per aprire altre possibilità.
Alla recente conferenza internazionale di EurAdopt lei ha detto che la trasparenza e la legalità delle adozioni non sono un’emergenza di oggi bensì un tema centrale sempre. Eppure è innegabile che in questi ultimi anni la questione sia caldissima: lei può garantire alle famiglie che gli enti autorizzati oggi presenti nell’albo sono tutti affidabili e agiscono in modo trasparente? Le famiglie dalla CAI si aspettano una parola chiara.
Garantire che tutti gli attori coinvolti nell’adozione internazionale si comportino correttamente, in particolare all’estero, è difficilissimo: per questo il fascicolo adozione trasparente è importante, così come la convenzione con la Guardia di Finanza. Soprattutto però prendiamo in considerazione con attenzione tutte le segnalazioni che arrivano dalle famiglie, che sono importantissime.