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Riforma Terzo Settore, Becchetti: «Proroga necessaria, ma si porti a termine il lavoro»

13 Luglio Lug 2018 1428 13 luglio 2018
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L'economista commenta l'annuncio del disegno di legge per posticipare la definizione delle norme su impresa sociale e codice del Terzo settore. «I tempri erano troppo contingentati. Ma è una riforma che va varata, è strategica non solo per il non profit ma per tutto il Paese»

L'annuncio è stato dato ieri dal capogruppo della Lega a palazzo Madama Massimiliano Romeo e dal suo omologo del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli: verrà presentano un disegno di legge per posticipare la definizione delle norme su impresa sociale e codice del Terzo settore che avrebbero dovuto essere varate entro, rispettivamente, il 19 luglio e il 2 agosto. Una scelta che è stata accolta da molti come la volontà di affossare la Riforma del Terzo Settore. Ne abbiamo paralto con l'economista Leonardo Becchetti.


Leonardo Becchetti

C'era un problema di tempi per l'approvazione dei decreti?
Sì, c'era sicuramente. Siamo ormai troppo a ridosso delle scadenze. Quindi ritengo che ci fosse la necessità di prorogare.

La scelta però è stata letta come una volontà di far saltare la Riforma. Ha anche lei questa impressione?
Che ci sia la volontà di accantonare e affossare la Riforma non lo possiamo sapere. Possiamo solo stare a quello che viene detto. Certo sarebbe triste e grave che questo Governo decidesse di abortire un progetto solo perché figlio di un Governo di altro segno. Soprattutto perché si tratta di un provvedimento strategico per il Paese

Cioè che travalica i confini del Terzo settore?
Certo. Abbiamo sempre più bisogno di ibridazione tra chi è povero di denaro ma ricco di senso come sono le realtà di Terzo settore che non sono in grado di generare risorse in proprio e il modo profit, ricco di denaro ma povero di senso. Quando questi due mondi si incontrano creano sempre cose importanti. La riforma aveva creato uno spazio e delle opportunità importanti come la possibilità per le imprese sociali di finanziarsi con i capitali di rischio. Questo è un aspetto importante per il Paese che riguarda partite cruciali come quella sulla finanza ad impatto sociale strategiche per l'Italia in quanto potrebbero creare risparmi importanti per lo Stato.

Può fare degli esempi concreti?
Penso ad esempio al tema della recidiva i carcere. Poi agli homeless. O ai progetti sui budget di salute. Esistono oggi tantissime proposte che funzionano e riducono tantissimo la spesa pubblica. Una vera partnership pubblico-privato li renderebbe realizzabili su vasta scala facendo diventare esperienze come queste modelli di intervento.

Quindi qual è l'auspicio?
Che il nuovo Governo faccia quello che deve fare ogni Governo: intercettare, valorizzare e stimolare le migliori energie della società. E quindi varare la Riforma e i suoi decreti attuativi. È un appuntamento importante per il Paese.

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