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Cooperazione & Relazioni internazionali

Le deleghe delle politiche sulle adozioni internazionali? Che caos

Per Paola Crestani, presidente di CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia «la confusione per cui le deleghe sono al Ministro della Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana mentre la presidenza della CAI rimane al Premier Conte», è segnale «di disinteresse o quantomeno di sottovalutazione di questo Governo rispetto al tema»

di Paola Crestani

Purtroppo i segnali arrivati finora dal Governo in merito alle deleghe delle politiche sulle adozioni internazionali sono confusi ed è difficile darne un'interpretazione.

D'altra parte anche nelle precedenti legislature il caos rispetto alle adozioni internazionali l'ha fatta da padrone: Mario Monti aveva delegato alla presidenza della CAI – Commissione per le Adozioni Internazionali – la Ministra per le Pari Opportunità Cécile Kyenge. Enrico Lettaaveva dato l'incarico al Ministro per la Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi. Mentre Matteo Renzi ha dapprima concentrato le cariche di presidente e vicepresidente nella persona del magistrato Silvia Della Monica e poi ha passato la delega al Ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, delega decaduta con la fine del Governo Renzi e non concessa a nessuno dall'ex premier Paolo Gentiloni, subentrato a Renzi.

Una girandola di cariche, nomi e responsabilità che ha di fatto contribuito, almeno fino ad un anno fa, alla paralisi della Commissione Adozioni.

Forse perché veniamo da un periodo così difficile per le adozioni, con numeri in calo e tante polemiche sui controlli e sulla trasparenza delle procedure, ma rimane il timore che la confusione di deleghe al Ministro della Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana, che si dovrebbe occupare di adozioni internazionali senza avere la presidenza della CAI (che rimane al Premier Conte), sia un segnale di disinteresse o quantomeno di sottovalutazione di questo Governo rispetto al delicato tema delle adozioni internazionali. Spero tanto di sbagliarmi ma ho il terribile sospetto che dopo la chiusura dei porti ai profughi il Governo voglia anche la chiusura delle frontiere per l'adozione internazionale.

Gli operatori dei numerosi enti e associazioni, le famiglie adottive (circa 50.000 dal 2000 ad oggi) e i figli adottati aspettano dei fatti che confermino l'interesse del Governo per il rilancio di questo importante istituto, uno strumento indispensabile, potente ed efficace di protezione e tutela dell'infanzia. Conferma che potrebbe arrivare in occasione della prima audizione del Ministro Fontana in Parlamento, di cui non è stata ancora definita la data.


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