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Migranti

UE: la Libia non è un porto sicuro

17 Luglio Lug 2018 1256 17 luglio 2018
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La dichiarazione inequivocabile arriva dalla portavoce della Commissione Europea per la migrazione Natasha Bertaud. Parole chiare anche dall'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini: «si tratta di una decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha i suoi metodi di valutazione basati sullo Stato di diritto e sulla legge»

Questa volta la dichiarazione, inequivocabile, che la Libia non può essere considerata porto sicuro arriva dalla portavoce della Commissione Europea per la migrazione Natasha Bertaud: «Nessuna operazione europea e nessuna nave europea effettua sbarchi in Libia, perché non lo consideriamo un Paese sicuro».

Una risposta alle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini che in una conferenza stampa, lunedì a Mosca aveva affermato: «Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici sicuri. C'è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro».

Proprio lunedì almeno otto migranti, sei di questi bambini, sono morti soffocati all’interno di un camion guidato da trafficanti di esseri umani.

A sottolineare l’impossibilità di considerare un Paese come la Libia, porto sicuro, anche l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini: «si tratta di una decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, quindi di una valutazione puramente giuridica, sulla quale non c'è una decisione politica da prendere, ma che è nelle mani di una Corte indipendente, che ha i suoi metodi di valutazione basati sullo Stato di diritto, sulla legge». Mogherini ha poi aggiunto che si tratta di «una questione che l'Italia non ha sollevato in Consiglio, così come non è stata sollevata dall'Italia neanche la prospettiva di una conferenza sulla Libia».

Nel frattempo, dopo una pausa di alcune settimane, l’Ong spagnola Proactiva Open Arms è ritornata in mare con entrambe le sue imbarcazioni, Astral e Open Arms in direzione della zona SAR. Salvini ha nuovamente sottolineato via Twitter l’intenzione di tenere i porti chiusi alle organizzazioni umanitarie ma, come hanno spiegato fonti Ue ad AdnKronos, «Sbarcare i migranti soccorsi in mare in Libia costituirebbe un refoulement (respingimento), contrario al diritto internazionale».

Foto: Sintesi

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