Boat 998966 1280
Migranti

Sabotare gli Sprar, per gettare i comuni nel caos

5 Settembre Set 2018 0950 05 settembre 2018
  • ...

Si attendeva per luglio la graduatoria sui progetti di protezione dei rifugiati presentati dai comuni. Ma il Ministero dell'Interno tace e mostra un immobilismo sospetto. Tra sindaci e realtà del terzo settore sorge una domanda: perché un sistema virtuoso viene messo in difficoltà, proprio mentre crescono gli scandali legati alla gestione emergenziale dei migranti?

Siamo a settembre e di accoglienza si parla sempre meno. Se ne parla, ovviamente, ma se dà scandalo. Si sa: è bene che gli scandali avvengano. Ma è anche bene ricordare che se questi scandali non generano discernimento, ma solo la mobilitazione infinita di uno sdegno inconcludente produrranno danni su danni. E altri danni e altri danni ancora. La spirale sarà senza fine.

Capita così che l'attivismo del Ministero dell'Interno diventa immobilismo, se lo guardiamo dal punto di vista degli Sprar. Che cosa sono gli Sprar? Sono sistemi di accoglienza, introdotti dalla Legge Bossi-Fini, per tanti versi funesta, ma non su questo punto.

Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (da qui l'acronimo SPRAR) si basa su una governance multilivello che coinvolge gli enti locali e il governo, tramite il Viminale, e punta al coinvolgimento di realtà del terzo settore ben presenti e radicate sul territorio.

Un sistema rodato, che in quanto a scandali ha dato miglior prova di sé della gestione privatistica basata sulla logica dell'emergenza e concretizzatasi nei Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria.

Si diceva della governance multilivello. Governance che è tale se gli attori non si sottraggono. Ma al 5 di settembre non c'è traccia della graduatoria relativa ai nuovi progetti Sprar presentati dai comune. La si aspettava per il 1 luglio. Che cosa è sucesso?

LEGGI ANCHE IL PEZZO DI ANGELO MORETTI, "NON SPARATE SUGLI SPRAR", QUI

Ricordiamo che lo SPRAR è riservato all’accoglienza dei richiedenti asilo e alla tutela dei rifugiati e degli stranieri destinatari di altre forme di protezione umanitaria, ed è davvero una delle poche cose che funzionino sul medio-lungo periodo in termini di accoglienza.

Che qualcuno, da Roma, come osserva il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, voglia «sabotare il sistema e lasciare i comuni nel caos», diventa giorno dopo giorno ben più di un sospetto. Le peggiori profezie ("l'invasione", "la sostituzione", "l'Africa in casa") sono sempre quelle che si autoavverano. Soprattutto in tempi di facili (e falsi) profeti.

Contenuti correlati