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Mutualismo, un modello da rigenerare

«Lo schema “piccolo è bello” non basta più. Se vuole competere con il capitalismo tradizionale, non si accontenti di essere una frontiera dell’innovazione sociale». Un'anteprima dell'analisi pubblicata sul numero di VITA in distribuzione a cura di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai

di Paolo Venturi* e Flaviano Zandonai

Il mutualismo è un formidabile collante per l’azione collettiva, non solo perché rende chiari obiettivi comuni a una molteplicità di soggetti, ma anche e soprattutto perché mette in luce l’esistenza di risorse condivise che possono essere mobilitate per raggiungere quegli stessi obiettivi.

Il rischio della demutualizzazione
Non solo rappresentanza e rivendicazione di bisogni e diritti quindi, ma anche azione produttiva e governo delle risorse che assumono connotati sui generis di natura economica e imprenditoriale. Perché, in estrema sintesi, mutualismo è cooperazione. E non è un caso che sia proprio la “demutualizzazione” a rappresentare una delle più gravi malattie del cooperativismo perché disgrega il modello di governo che consente a una collettività di condividere mezzi e fini dell’azione. Ma accanto a questo rischio — ben visibile, ad esempio, nella controversa riforma delle banche di credito cooperativo — si pone anche l’esigenza e l’opportunità di “mutualizzare”, come spesso ricorda Aldo Bonomi, nuovi strati della società italiana. Morfologie inedite di socialità che sono alla ricerca di un collante capace di farle crescere densificando sistemi relazionali che oggi appaiono troppo frastagliati e discontinui per poter pensare di “fare l’impresa”, assumendo cioè una posizione centrale nei processi di sviluppo sociale ed economico. Una sfida cruciale soprattutto quando ci sono di mezzo “territori” e “luoghi” che fanno da catalizzatore per bisogni e risorse alla ricerca di un matching efficace e, a diversi livelli, sostenibile. Il mutualismo, sia rigenerato nelle istituzioni sociali esistenti sia applicato in nuovi contesti, è chiamato quindi non solo a correggere gli errori e i fallimenti altrui (cioè dello Stato, del mercato e, se vogliamo, anche di una socialità disintermediata), ma a costituire il perno intorno al quale gravitano modelli economici e financo giuridici diversi. Un collante non solo per singole imprese ma per reti più vaste.

Le sfide sul tavolo
Se questo è l’obiettivo generale quali sono le sfide che caratterizzano il mutualismo della contemporaneità? Cosa c’è da mutualizzare, in buona sostanza, nella nostra società? Un primo, importante ambito…


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*Paolo Venturi è Aiccon Università di Bologna
**Flaviano Zandonai è Euricse Iris Network


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