Due giorni dopo il via libera al progetto di legge approvato a maggioranza dalla Regione Veneto, se ne discute anche in Friuli
Il primo è stato il Consiglio regionale del Veneto che il 18 settembre ha approvato a maggioranza un progetto di legge statale per il ripristino del servizio di leva obbligatorio per tutti i cittadini italiani, per un periodo di otto mesi, con la possibilità di fare il servizio civile. Ora anche il Friuli Venezia Giulia è chiamato alla discussione di una proposta simile. «L’obiettivo di ripristinare il senso civico, e con esso lo spirito di appartenenza al territorio, mettendosi a disposizione della propria comunità per quella che rappresenta un'importante esperienza di vita finalizzata a formare i cittadini», ha dichiarato ieri il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga a commento proprio della proposta di legge veneta. Fedriga, ricordando che la materia è di competenza statale, ha auspicato che l’eventuale applicazione di questa norma favorisca nei giovani l’acquisizione di una conoscenza profonda della loro comunità, «perché è oggettivo che chi conosce bene il territorio è in grado poi di affrontare e risolvere meglio le emergenze o i problemi per i quali è chiamato a intervenire».
Nel documento approvato due giorni fa dal Consiglio Regionale del Veneto si precisa che: «La scelta tra servizio civile o militare, prevista in maniera paritaria per gli uomini e le donne, potrà essere fatta da ciascun soggetto prima dello svolgimento del servizio, da assolversi nel periodo di tempo tra la maggiore età e il compimento dei ventotto anni compatibilmente con il percorso scolastico del cittadino, che non sarà in alcun modo posto in secondo piano. Per la scelta del servizio militare sì potranno valutare le diverse opportunità di ferma in vigore al momento dell’emanazione della presente legge, mentre per quanto riguarda il servizio civile, il cui svolgimento era inizialmente previsto presso le associazioni nazionali o locali accreditate di protezione civile, nel testo finale è stato esteso anche ad altre opzioni civili».
«L’articolo 52 della Costituzione prevede l’obbligo della difesa del Paese. Noi lo abbiamo declinato, con l'introduzione della possibilità di svolgere il servizio militare o nella protezione civile», ha dichiarato l’Assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, primo firmatario del progetto.
Anche se la proposta è stata approvata a maggioranza, non sono mancati gli interventi critici. A partire da quello di Piero Ruzzante (LeU) che ha sottolineato «l’opportunità di potenziare le risorse per sostenere il servizio civile regionale volontario, dando risposte positive ai 100 mila ragazzi che presentano domanda, piuttosto che porre in essere un provvedimento solo ideologico, rispetto al quale, peraltro, si sono registrati molti dissensi, in particolare dal mondo associazionistico e giovanile. Non è giusto interferire unilateralmente sul percorso educativo e formativo dei ragazzi e far perdere loro anni di studio preziosi per essere competitivi al pari dei colleghi europei».
Un dibattito destinato a proseguire presto alla Camera, dove il 3 settembre scorso una proposta di legge per “Istituzione del servizio civile o militare obbligatorio” (C. 1131) è stata presentata dall’onorevole Maria Cristina Caretta di Fratelli d'Italia.