«Mare nostrum lo chiamavano i Romani ed è la nuova finestra, aperta sul domani», ha scritto Francesco, della 5^A di Lampedusa, in una poesia. Il Miur quest'anno ha fatto il bando ma poi non ha selezionato le scuole da inviare sull'isola per la Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione. Già coinvolte però 80 scuole: « È importante aiutare i giovani a fare rete, perché loro sono il futuro», afferma Tareke Brhane
Il 3 ottobre 2016 oltre 200 studenti provenienti da tutta Europa, dalla Finlandia alla Grecia, erano a Lampedusa nell’ambito di un progetto promosso dal Miur in collaborazione con il Comitato 3 Ottobre, dal titolo “L’Europa inizia a Lampedusa”. L’Italia celebrava la sua prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Il Miur c’era: «con il sostegno del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, pianta il seme dell’accoglienza nelle scuole italiane ed europee e porta a Lampedusa 200 studenti a parlare di migrazioni e a conoscere i sopravvissuti del naufragio del 3 ottobre 2013»: così recita il sito dedicato, che raccoglie le esperienze fatte dalle scuole. In due anni, diceva il Miur a gennaio, 37 istituti italiani e 13 istituti di altri Paesi europei (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Malta Lituania, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia) hanno partecipato al progetto, con circa 400 studenti che si sono recati a Lampedusa in occasione della Giornata della memoria e dell’accoglienza.
Attraverso gli incontri di disseminazione organizzati dalle scuole coinvolte sono stati raggiunti 12mila studenti italiani ed europei. Questo resta. Ieri Tareke Brhane, presidente del Comitato Tre Ottobre, chiudendo a Lampedusa la tavola rotonda "Identità migranti" ha detto che «in questi anni, abbiamo coinvolto nelle nostre iniziative 80 scuole italiane e 16mila studenti. È importante aiutare i giovani a fare rete, perché loro sono il futuro».
In questi anni, abbiamo coinvolto nelle nostre iniziative 80 scuole italiane e 16mila studenti. È importante aiutare i giovani a fare rete, perché loro sono il futuro
In quella prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, il ministro Stefania Giannini disse che «fenomeni globali come l’immigrazione non possono essere affrontati soltanto con politiche di sicurezza o di difesa. Dobbiamo preparare le generazioni di oggi e di domani a una cittadinanza globale che si fa a scuola senza confini, educando alla comprensione non solo delle storie individuali di ogni singola persona, ma delle dinamiche dei flussi migratori e delle ragioni geopolitiche che li alimentano».
Un anno dopo, il 3 ottobre 2017 – un anno fa, ma sembra un secolo fa – 840 insegnanti hanno fatto uno sciopero della fame per chiedere l’approvazione definitiva in Senato della legge di riforma della cittadinanza. Quasi 5mila insegnanti entrarono in classe con un nastrino tricolore appuntato all’abito e insieme ai loro alunni fecero attività per riflettere sull’idea di cittadinanza. Intanto a Lampedusa il Presidente del Senato Pietro Grasso e la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli inauguravano la “sezione giovani” del Museo della Fiducia e del Dialogo, che raccoglierà opere artistiche, fotografiche e video, testimonianze e testi in versi o in prosa prodotti dalle ragazze e dai ragazzi sul tema dell’accoglienza e dell’inclusione. Altri 200 alunni erano lì, provenienti da 35 istituti italiani e da 4 istituti di altri paesi europei (Austria, Francia, Malta e Spagna), selezionati far le oltre 230 scuole che avevano risposto al bando di concorso lanciato dal Miur.
Oggi, 3 ottobre 2018, a Lampedusa il Ministro dell’Istruzione non c’è, come non ci sono presenza istituzionali, fatta eccezione per il sindaco di Lampedusa. Ci sono 15 scuole, che a Lampedusa ci sono andate ma non inviate dalMiur, che non ha comunicato gli esiti del bando indetto per selezionare i progetti.
Vero è che il progetto “L’Europa inizia a Lampedusa” si era concluso a gennaio 2018 e che la “fase due” del progetto puntava esplicitamente sulla “disseminazione”. Vero è che il protocollo firmato a gennaio dal MIUR con ANCI e Comitato 3 Ottobre punta sul coinvolgimento di giovani richiedenti asilo e rifugiati accolti nel sistema Sprar, «per creare occasioni di scambio e conoscenza reciproca». E tuttavia sì, il Bando "Porte d'Europa" dell'aprile 2018 invitava le scuole «a progettare in collaborazione con una scuola di un altro Paese europeo percorsi laboratoriali e formativi sui temi inerenti il progetto», finalizzati alla produzione di opere ed elaborati. Il Miur poi avrebbe individuato 21 scuole - una per ciascuna Regione e Provincia Autonoma - «che, con il loro “partner” europeo, parteciperanno all’evento conclusivo che si terrà a Lampedusa dal 30 settembre al 3 ottobre. Ogni scuola parteciperà con 3 studenti e un docente, per un totale di circa 200 partecipanti». Non è accaduto. Il vento è cambiato.
Resta il messaggio del bambini: «Mare grande! Sei una madre che culla i suoi figli e li aiuta a cercare nuovi appigli. “Mare nostrum” lo chiamavano i Romani ed è la nuova finestra, aperta sul domani», ha scritto Francesco, della 5^A di Lampedusa in una raccolta di poesie sul mare. Mentre oggi, il Comitato Tre Ottobre insieme ai partecipanti, ha chiesto «Protect people, not borders».
Nel pomeriggio il MIUR ha fatto sapere che le scuole premiate nell'ambito del concorso "Porte d'Europa" saranno premiate il 30 ottobre, in una cerimonia che si svolgerà al Ministero, a Roma. Le scuole - riferiscono fonti ministeriali - parteciperanno a un incontro seminariale dedicato alla riflessione sui temi del concorso, presenteranno le loro opere e potranno infine visitare una delle istituzione dello Stato.