Spese immorali e reddito di cittadinanza: una polemica inutile?
di Redazione
4OttobreOtt2018112104 ottobre 2018
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Ha suscitato ironia e critiche l'affermazione del vicepremier Di Maio di voler escludere le «spese immorali» dal meccanismo del reddito di cittadinanza. Provvedimento, quest'ultimo, che si può criticare e contestare, ma su ben altri punti, non su questo
Ha suscitato ironia e critiche l'affermazione del vicepremier Di Maio di voler escludere le «spese immorali» dal meccanismo del reddito di cittadinanza. Provvedimento, quest'ultimo, che si può criticare e contestare, ma su ben altri punti, non su questo.
Su questa linea anche uno dei più scettici rispetto al provvedimento, il professor Leonardo Becchetti, che pur rimandendo tale rispetto al provvedimento nel suo complesso osserva come il reddito cittadinanza vada vincolato all'uso beni essenziali. Anche se l'espressione spese immorali non sembra la più adatta. Beni essenziali è più corretta.
Ma che cosa sono queste «spese immorali»? Sostanzialmente Gratta & Vinci (il cui acquisto, ricordiamolo, avviene in contanti, senza scontrino o tracciabilità alcuna), alcolici, sigarette. Nulla di particolare, visto che le normali social cards applicate in Europa e anche in alcune regioni italiane, pensiamo al Friuli Venezia Giulia, già vanno in questa direzione.