Processo al non profit
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#Processoalnonprofit, un'occasione per scoprire come migliorare

9 Ottobre Ott 2018 1740 09 ottobre 2018
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Paolo Tella, coordinatore territoriale di Cittadinanzattiva L’Aquila, parteciperà alla seconda udienza dell'evento promosso da Ferpi e Associazione PerLaRe. «Non ho mai sperimentato una formula come questa. Spero sia utile per capire le critiche costruttive che vengono mosse al Terzo settore». L'intervista

Si confronterà con Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia nel round dell'udienza disabato 13 ottobre dedicato al non profit. Paolo Tella, coordinatore territoriale di Cittadinanzattiva L’Aquila è tra i partecipanti della seconda puntata del Processo al Non profit. «Mi sono occupato professionalmente di relazioni pubbliche e istituzionali motivo per cui conosco bene Ferpi. Sono molto curioso di vedere cosa succederà», spiega.


Paolo Della

Perché ha deciso di partecipare al processo?
Perché ho partecipato, da dopo il terremoto del 2009, a tutte le attività nate dal basso. Vivo in Cittadinanzattiva il volontariato e il Terzo settore e mi sono occupato tra l'altro professionalmente di relazioni pubbliche e istituzionali e conosco bene Ferpi.

Cosa si aspetta da questa partecipazione?
È una cosa molto speciale con una formula che non ho mai visto attuata. La conosco a livello didattico ma non l'ho mai sperimentata. Mi aspetto di capire meglio le ragioni, in particolare quelle istanze critiche che vengono mosse nei confronti del non profit.

Un Processo che parte dal presupposto che anche le critiche abbiano un fondo di verità e ragionevolezza...
Probabilmente è vero. Le attività delle nostre associazioni ad esempio vengono inserite in un contesto che è prima di tutto culturale ma anche sociale e politico. A seconda del contesto queste attività possono diventare critiche. Ci può essere una politica più o meno attenta. Una cosa importante che vivo quotidianamente è che le associazioni spesso si sostituiscono all'ente pubblico. Se pensiamo all'episodio del sindaco di Riace si capisce come questo possa diventare problematico.

Ritiene che il sindaco di Riace abbia sbagliato?
No, non lo posso dire. Ma dobbiamo sempre partite dal presupposto di buona fede. Ma ci sono ampi spazi di vuoti normativi e di complessità burocratiche che possono generare situazioni poco chiare.

L'altro presupposto del Processo è l'attacco che sta avvenendo al Terzo settore. In particolare alle ong sul tema dei migranti. Che ne pensa?
Ci troviamo come sempre in una generalizzazione che nasce da una narrazione estrema votata all'attirare all'attenzione. Io sono contrario alle generalizzazioni. Il non profit è uno strumento. Come ogni strumento può essere usato bene o male. Qualora venga usato male bisogna intervenire. Ma non si può a partire da alcuni casi dare colpa allo strumento in senso generale.

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