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Education & Scuola

Genitori, non mandate i vostri figli nei nidi con le telecamere: sono i meno sicuri

Per Daniele Novara «installare una telecamera vuol dire non fidarsi del personale reclutato. D'altronde se lo paghi mille euro al mese qualche dubbio ti può venire...». Il pedagogista boccia la legge appena approvata: «bisogna ripartire dalla selezione e dalla formazione continua del personale, oggi il reclutamento degli educatori nei nidi è un far west»

di Sara De Carli

«Diffidate dei nidi e delle scuole dell’infanzia che installeranno le telecamere. Ai genitori dico questo, non mandate i vostri figli nei nidi che aderiranno alla legge, perché vuol dire che i gestori sanno di non aver reclutato personale competente e non si fidano di loro, hanno paura loro per primi che il personale che lavora con i tuoi bambini possa fare qualcosa di sbagliato. Io mio nipote di certo non lo mando in un nido con la telecamera». A Daniele Novara, pedagogista e fondatore del CPP-Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, l’idea delle telecamere nei luoghi di educazione non piace per niente. Zero, non ci trova nessun possibile aspetto positivo. La Camera due giorni fa ha approvato una proposta di legge che dà la possibilità di installare videocamere a circuito chiuso nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e per persone con disabilità a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno. Le registrazioni saranno visibili, dopo denuncia, solo dalle forze di Polizia. Già due anni fa, quando nella scorsa legislatura la Camera approvò una proposta di legge del tutto analoga a questa, lui si era schierato pesantemente contro. «I bambini sono sicuri quando hanno buone maestre. Bisogna ripartire dalla selezione e dalla formazione, le telecamere sono una scorciatoia. I maltrattamenti purtroppo capitano in tutto il mondo, ma noi gli unici a pensare di risolverli con le telecamere: o siamo i più furbi o siamo i più cretini», aveva detto.

Perché consiglia ai genitori di non mandare i figli nei nidi e nelle scuole dell’infanzia che metteranno le telecamere? affermando che chi mette le telecamere, aderendo alla nuova possibilità (perché non è un obbligo) offerta dalla legge, è un gestore che non si fida del proprio personale e quindi da guardare con sospetto?
Che bisogno hai delle telecamere? Se sei tranquillo e sai di avere dei professionisti, le telecamere non ti servono. Le telecamere, sono un segnale di sfiducia nei confronti del personale. Certo che se nei nidi assumi insegnanti a mille euro al mese… che qualificazione puoi pretendere? Qualche dubbio forse ti viene e quindi metti la telecamera. La politica sta facendo un errore madornale, una violazione dei diritti dei bambini, mettere come priorità la spesa sulle telecamere piuttosto che quella sulla formazione di insegnanti qualificati: è una vergogna. Un vergogna tutta italiana, perché questa legge c’è solo in Italia.

Non potrebbe essere al contrario che sia tanto sicuro da accettare di metterli in una "casa di vetro"?
Installare le telecamere costerà almeno 6mila euro, è evidente che quei soldi si possono spendere meglio in altro modo, se quello che ti sta a cuore sono i bambini.

Il suo giudizio quindi è sempre lo stesso, negativo?
È un errore politico, antropologico e pedagogico. La telecamera non risolve il problema centrale della professione educativa nella fascia 0/6 anni, che è l’età cruciale, in cui si possono fare danni effettivi e reali: in cui – diciamocelo – si può rovinare la vita di un bambino per sempre. Il personale dei servizi educativi per la prima infanzia e della scuola dell’infanzia non si può selezionare nel modo in cui è selezionato attualmente. La prima infanzia non è un “mercato” come spesso sento dire. Bisogna fare un reclutamento rigoroso degli educatori della prima infanzia, non una legge sulle telecamere. Mi scusi, è come se avessimo una legge che permette di installare le telecamere fuori dalle banche senza avere prima una legge contro le rapine in banca. È assurdo.

Bhe, insomma: i maltrattamenti sono vietati e puniti…
Però la legge consente di assumere personale inqualificabile. Abbiamo una legge che non mette filtri all’assunzione di persone sbagliate per l’educazione nella fascia 0/6 anni. Non sto parlando di persone incapaci di insegnare filosofia al liceo, non me ne fraga nulla del prof che non sa spiegare Kant… al massimo uno non impara Kant. Invece un’insegnante che lavora con bambini fra gli 0 e i 6 anni ma che ha sbagliato lavoro e urla tutto il giorno e mortifica i bambini… li danneggia per tutta la vita. Questo i politici e le famiglie dovrebbero saperlo. Allora quello che serve è una legge che impedisca il reclutamento selvaggio e senza regole come è quello attuale, specialmente nei nidi, dove non ci sono regole, ogni regione ha le sue, e le regioni sono 20. Serve questo e anche una legge sulla formazione obbligatoria in servizio di tutti gli educatori che lavorano con i bambini piccoli, bisogna mettere i soldi lì, non nel business delle telecamere.

Ma non abbiamo appena riformato il sistema integrato per l’educazione e l’istruzione 0/6 anni con la legge delega?
Quella è una legge quadro, non ci sono i regolamenti applicativi, è solo una cornice. La verità è che oggi sul reclutamento per i nidi c’è il far west.

Photo by Lucas Gallone on Unsplash


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