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Delpini: “Migranti? Non arrendiamoci al pensiero omologante”

L'arcivescovo di Milano: "Ma è proprio vero che il nostro benessere è in pericolo perché arrivano i migranti? Quando si definiscono le persone e le situazioni come minacciose allora la gente è anche motivata a fare la guerra. Dobbiamo allora usare questa parola, “resistere”, che significa perseverare anche quando è difficile"

di Redazione

«Ma è proprio vero che il nostro benessere è in pericolo perché arrivano i migranti? Quando si definiscono le persone e le situazioni come minacciose allora la gente è anche motivata a fare la guerra. Dobbiamo allora usare questa parola, “resistere”, che significa perseverare anche quando è difficile. Dobbiamo attrezzarci per la resistenza alla omologazione che ci vuole ridurre tutti a consumatori con le stesse idee e parole. Dobbiamo attrezzarci per resistere alla paura che alimenta il conflitto. Dobbiamo anche resistere e perseverare in una pratica di accoglienza che ha mostrato che le paure non sono fondate e che, al contrario, l'attenzione alle persone è fruttuosa per il Paese. Dobbiamo, infine, resistere alla rassegnazione e alla stanchezza perché quando si cammina è naturale che ci si stanchi».

Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, parlando agli oltre 500 volontari e operatori di Caritas Ambrosiana, che si sono riuniti al Casa Cardinal Shuster per il convegno diocesano.

«Dieci anni di crisi che hanno visto un arretramento dello Stato e la delega al volontariato hanno inciso sulla cultura. E' nata una sorta di sfiducia nelle comunità e un atteggiamento rancoroso, ostile non solo verso i poveri, e in particolare i migranti, ma anche verso chi li aiuta. Questo atteggiamento non ha riguardato solo chi aveva posizioni di chiusura ma anche gli operatori e i volontari. La difficoltà a rispondere ai bisogni ha generato questa sfiducia. La Caritas deve cogliere questa sfida e far vincere alle comunità la paura di perdere il benessere raggiunto e difenderlo dai nuovi che arrivano: un sfida enorme, visto il successo dei populismi», ha osservato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

Durante l’incontro, che aveva per titolo “Giovani in cammino verso Gerusalemme, città dell’incontro e della fraternità”, l’Arcivescovo ha parlato dei risultati del Sinodo dei Vescovi sui giovani cui ha partecipato su invito di papa Francesco.

In particolare l’Arcivescovo ha affrontato il rapporto tra le generazioni: «I fattori che rendono insignificanti gli adulti e gli anziani, le istituzioni e la tradizione rinchiudono i giovani in un presente senza via d’uscita, in una intelligenza ridotta a competenza tecnologica, in una informazione ridotta a indottrinamento da notizie ridotte a titoli e a immagini, in un tempo senza speranza, nella condizione di servi del faraone senza speranza di terra promessa».

Mons. Delpini ha affrontato il tema della vocazione, chiarendo che essa «non può essere sovrapposta al progetto di vita: vocazione infatti implica la relazione nella fede con Dio Padre, resa possibile dal dono dello Spirito Santo».

A proposito dei social media, l’Arcivescovo ha chiarito che «la trama dei rapporti virtuali abitata dai giovani può essere una potenzialità di incontri, se è sottratta alla ricerca di rassicuranti conferme» e ha invitato «uomini e donne ispirate dalla promessa» a «seminare dappertutto occasioni di incontro, anche sul web» e a tessere «una rete per diffondere speranza per il paese, per l’Europa e per il pianeta».

Nel corso dell’incontro mons.Delpini ha poi consegnato anche il premio del social contest “Scendi dalla pianta” vinto da una insegnante dell’Istituto professionale Majorana di Cernusco sul Naviglio per il lavoro educativo svolto in una classe composta proprio da giovani provenienti da paesi differenti: una delle tante storie di ordinaria integrazione che avvengono tutti i giorni in moltissime scuole della Diocesi e del Paese, al di fuori dei riflettori della cronaca.

L’assemblea si è svolta alla vigilia della Giornata Mondiale dei Poveri,che si terrà oggi domenica 11 novembre nelle parrocchie della Diocesi di Milano con momenti di incontro con tutti gli operatori delle realtà caritative, testimonianze e raccolta di offerte per opere segno.


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