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Quello che il Vaticano non vede

La petizione lanciata su change.org ha superato le 50mila firme. Mentre la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra reclama una percentuale sugli ingressi alle Catacombe di San Gennaro gestite dalla cooperativa sociale La Paranza Onlus, non riesce a prestare attenzione al grande valore sociale dell’iniziativa: la maggior parte dei ricavi del sito viene reinvestito in risorse umane e dà lavoro ai giovani del territorio. «Dobbiamo trovare al più presto un accordo», dicono dalla cooperativa

di Anna Spena

Nel 2006 padre Antonio e un gruppo di sei giovani volontari nati e cresciuti alla Sanità decidono di fondare insieme la cooperativa sociale La Paranza Onlus. Vincenzo Porzio, aveva 19 anni allora. Ed oggi che di anni ne ha 33 è diventato il responsabile di tutto l’ufficio comunicazione e marketing delle Catacombe di San Gennaro. «Nel Rione Sanità», racconta, «la tutela e la rivalutazione del patrimonio storico artistico non può prescindere dagli interventi di sviluppo occupazionale e sociale. Sono questi gli unici strumenti che possono stimolare nella comunità locale la volontà di uscire da un isolamento culturale che dura da generazioni».

E adesso perché, solo ora, il Vaticano rivendica una parte di introiti derivanti dai biglietti staccati che sono passati da 5mila del 2006 ai 105mila ingressi ed un fatturato di 600mila euro 2017? Considerando anche che dal 2008 ogni anno sono cresciuti del 30%.

«Da un punto di vista formale» continua Porzio, «e in virtù del Concordato del 1929 le Catacombe sul territorio italiano sono state incluse tra le zone extraterritoriali sulle quali la Santa Sede esercita la sua sovranità». Ma la gestione delle Catacombe è affidata quasi ovunque a soggetti terzi a cui la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra impone fee sul prezzo dei biglietti.

Quello che la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra non considera è che più ingressi, più ricavi, per i ragazzi della cooperativa sociale la Paranza, significa più lavoro. Più lavoro vuol dire nuove forze giovani da mettere in campo.

«Se non raggiungiamo un accordo», dice Enzo Porzio, responsabile della cooperativa, «dovremmo fare un taglio drastico alle risorse umane, la maggior parte dei ricavi del sito viene reinvestito in risorse umane e dà lavoro ai giovani del territorio» La petizione lanciata su Change.org (https://www.change.org/p/papa-francesco-bergoglio-lettera-aperta-per-salvare-le-catacombe-di-napoli), una lettera aperta a papa Francesco, ha superato le 53mila firme.

«In questi anni», continua Porzio, «ci siamo occupati anche di tutti i lavori di ristrutturazione e le spese di ammodernamento della struttura. Per adesso non abbiamo ancora trovato una soluzione. La convenzione, che scade a luglio 2019, viene rinnovata tacitamente ogni 5 anni, ma se la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra decidesse di interromperla dovrebbe darci un preavviso di sei mesi».


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