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Cooperazione & Relazioni internazionali

Il Sostegno a Distanza? Fondamentale per costruzione interventi integrati per i minori

L’intervento di Lucia Castelli AVSI focal point Protection, al seminario “Sostegno a distanza e politiche per l'infanzia nella cooperazione allo sviluppo del nostro Paese” tenutosi alla Farnesina. «Si sposa molto bene con questo modello e rappresenta spesso per noi un valido contributo sia dal punto di vista economico che per integrarsi ai progetti stessi ed essere valida fonte di cofinanziamento»

di Lucia Castelli

I contesti di crisi protratta si moltiplicano sempre più nel mondo e i minori rappresentano la categoria più vulnerabile a cui le organizzazioni si rivolgono come beneficiari dei loro interventi. I bisogni a cui rispondere comprendono i bisogni di base, di educazione e protezione. La risposta a questi bisogni promuove lo sviluppo e il benessere (well being) del bambino. Internazionalmente vien sempre più riconosciuto che il coordinamento e l’integrazione degli interventi nei vari settori, può aumentare significativamente l’impatto, oltre a ridurre la dispersione di risorse. In questi ultimi anni si sono anche accumulate prove significative per confermare la tesi secondo cui il rafforzamento dell'ambiente familiare (la salute psicologica e fisica del caregiver, la capacità di fornire bisogni di base, un luogo stabile di appartenenza e di amore ecc.) è essenziale per ottenere risultati di benessere sui bambini.

Il benessere dei bambini è sempre stato al centro dei programmi AVSI e gli anni di esperienza hanno insegnato che il benessere del bambino non può e non deve essere separato dal benessere della famiglia. Lo sviluppo dei bambini è inestricabilmente legato alle famiglie, alle comunità, alla loro situazione economica, così come ai valori sociali e alle influenze culturali. Avere un approccio famigliare (“household” approach) significa considerare fondamentale per il benessere del bambino il fattore relazionale: “household” come luogo di relazione come luogo sicuro (e quindi protettivo) per la presenza di relazioni buone e sane.

Oltre a rispondere ai bisogni di base, come cibo, casa, salute, educazione, è importante rafforzare i fattori protettivi attraverso i diversi livelli: individuale, famigliare e comunitario. Per dare un esempio, il progetto “Back to the future” finanziato dal Madad – Fondo Fiduciario Regionale dell’Unione Europea (nella foto di copertina) in risposta alla crisi siriana – implementato da un consorzio di ONG (AVSI, Terre des Hommes Italia, Terre des Hommes Olanda, War child Olanda) di cui AVSI è capofila in Libano e Giordania, è un progetto educativo che promuove l’inserimento scolastico di più di 21.000 bambini siriani, attraverso attività che si svolgono in centri educativi sparsi nel paese. Molti bambini hanno una frequenza irregolare e poi abbandonano il cammino educativo per ragioni diverse: qualifiche di istruzione molto povere, bambini che vivono in aree emarginate, lavoro minorile, metodi di disciplina violenta all'interno delle scuole, matrimonio precoce.

Le problematiche di “protezione” influenzano inevitabilmente la riuscita di un programma educativo. Per questo il Consorzio sta adottando un modello di intervento integrato tra protezione ed educazione dove la programmazione degli interventi è incentrata sul bambino e sulla sua famiglia. Nei centri si svolgono corsi di alfabetizzazione, corsi di insegnamento delle lingue straniere, corsi di sostegno all’apprendimento e doposcuola, ma anche attività ludiche, attività psicosociali e incontri di sensibilizzazione e di formazione per genitori e caregivers. Le famiglie vengono seguite anche attraverso visite domiciliari e incontri di sostegno educativo e della capacità parentale. I bambini con problematiche particolari vengono identificati, studiati e riferiti a un livello di sostegno specializzato.

Il Sostegno a Distanza (SAD) è un progetto che si sposa molto bene con questo modello e rappresenta spesso per AVSI un valido contributo sia dal punto di vista economico, per iniziare a dare una risposta in una situazione di bisogno prima dell’approvazione di progetti istituzionali, che per integrarsi ai progetti stessi ed essere valida fonte di cofinanziamento. Il sostegno a distanza per AVSI si traduce concretamente in interventi diversi a seconda dei paesi in cui operiamo: in alcuni casi nella copertura delle spese scolastiche, nell’accompagnamento psicosociale, in attività ricreative, cure mediche o formazione al lavoro; in altri in proposte di alfabetizzazione, di partecipazione ad associazioni di risparmio e credito, start-up d’impresa, microcredito, gestione di attività generatrici di reddito, rivolte in particolare ai genitori e alle loro comunità. Tutti gli interventi si basano su una metodologia di approccio che parte dall’identificazione della vulnerabilità a livello famigliare e mira a rispondere ai bisogni individuali attraverso interventi in settori diversi e utilizza strumenti di monitoraggio sul singolo bambino e su tutti i componenti del nucleo famigliare.

Questo perché il progetto SAD non è mai solo un intervento sul singolo bambino ma prevede un approccio famigliare al fine di sostenere il rafforzamento socio-economico, aumentare le risorse delle famiglie, facilitare l'inclusione sociale grazie al miglioramento delle relazioni tra i membri della famiglia all'interno della comunità locale di appartenenza. Molti strumenti in uso nel progetto SAD (la scheda della famiglia e del bambino con l’individuazione della vulnerabilità, le schede di monitoraggio delle attività svolte) diventano validi strumenti di pianificazione e monitoraggio per i progetti istituzionali. La scheda della famiglia e del bambino raccoglie dati che possono essere usati come baseline per i progetti in una certa area, in quanto esprimono i bisogni dei beneficiari. Tali dati vengono raccolti periodicamente e danno il grado di vulnerabilità delle famiglie. Le schede di monitoraggio delle attività raccolgono dati che possono essere incrociati con il grado di vulnerabilità e mostrare così i risultati degli interventi svolit e l’impatto del progetto sui beneficiari.

È proprio l’aspetto metodologico, cioè l’approccio famigliare, l’integrazione di attività a diversi livelli (bambino, genitori, comunità) e in diversi settori (educazione, protezione, salute, sviluppo economico e integrazione sociale), che rendono il progetto SAD vitale per contribuire a dare una risposta adeguata ai minori in contesti di crisi.


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