Attivismo civico & Terzo settore

Azzardo: il pasticcio del contratto metalmeccanici applicato ai dipendenti delle aziende di “gioco”

Mentre il 16 novembre i sindacati Cisl, Cgil, Uil sfilavano apparentemente uniti accanto ai gestori di slot, a Lucca, sede di uno dei colossi dell'azzardo legale, va in atto uno scontro fra Cisl e Fiom. Oggi, ai dipendenti diretti delle aziende di "gambling" si applica il contratto dei metalmeccanici, ma la multinazionale Snaitech vuole passare a quello del commercio. Anche se il Tribunale l'ha appena condannata per "condotta antisindacale"

di Marco Dotti

Il sistema è come un frattale: ingrandisci un particolare e ci scopri la struttura del tutto. L'azzardo legale sul territorio italiano è così. Ti poni una domanda e, anziché la risposta, arriva un'altra domanda. Apri una porta e scopri che dietro quella porta c'è solo un'altra porta.

Quale lavoro, quanto lavoro?

Proprio da una domanda eravamo partiti nei giorni scorsi: perché il 16 novembre i sindacati CGIL, CISL e UIL, uniti ai gestori di macchinette, hanno manifestato in alcune piazze italiane chiedendo di togliere divieti socialmente virtuosi come l'obbligo imposto dalle leggi regionali di rispettare orari e distanze, per l'apertura di rivendite di azzardo, da scuole, ospedali, asili?
La risposta non è venuta. Ma è arrivata, immancabile, un'altra domanda: quanti sono i lavoratori che hanno un impiego diretto nel settore dell’azzardo legale? I numeri si sprecano: i lobbisti – considerando occupazione diretta, indiretta e indotto – dicono 400mila. Cifre inattendibili, anche a prescindere dalla fonte.

I sindacati, che hanno lanciato la singolare mobilitazione del 16 novembre scorso chiamandola "Le regole del gioco" , su Conquiste del Lavoro, glorioso quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore, parlano di 150 mila addetti nelle imprese di gioco. Il discorso mischia un po' tutto e tutti: esercenti, dipendenti, indiretti, manutentori, padroncini addetti al trasporto e via discorrendo. Ma anche così i numeri non tornano.

Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom, Savt (il sindacato autonomo della Valle d'Aosta), Snalc Cisal, Libersind, Confsal, Rlc, Siam assieme ai rappresentanti dei casinò Federgioco e gli esercenti pubblici della Fipe: sono le sigle più attive, in queste settimane, a parlare di lavoro, ma senza fornire numeri attendibili. E sempre queste sigle, a inizio ottobre, hanno chiesto l'apertura di "un tavolo di confronto" col governo sul tema dell'azzardo legale paventando una catastrofe occupazionale.

Eppure i dati dovrebbero esserci o, comunque, il sindacato dovrebbe averli. Soprattutto perché, in questi mesi, non sono poche le vertenze aziendali che quegli stessi sindacati sono stati chiamati a comporre: dalla crisi di alcune sale Bingo nel Veneto e in Campania, a casi numericamente più eclatanti, come a Lucca, dove da qualche mese è in atto uno scontro anche fra chi poi, manifestando, tende a rappresentarsi unito.

Metalmeccanici o no?

Nuova domanda: la questione contrattuale. Perché gli operatori di gioco, tecnici informatici e non, ricadono ancora sotto il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici?

Un bel problema. Tanto che il Tribunale di Lucca, pochi giorni fa, ha condannato per condotta antisindacale uno dei giganti del settore, Snaytech. La società, dopo una trattatativa con la Cisl, aveva promosso il passaggio dal contratto collettivo dei metalmeccanici a quello del commercio e del terziario per i suoi dipendenti. Cosa che non è andata bene alla Fiom Cgil. E nemmeno al Tribunale di Lucca.

Per capire di che cosa parliamo dobbiamo porci un'altra domanda: che cos'è Snaitech? È la vecchia Snai, fusasi nel 2015 con un'altra società del settore, Cogetech. Un colosso che si occupa di scommesse, virtual sports, videolottery, new slot, giochi online e mobile (poker, skill games, casinò games, bingo), esports e concorsi a pronostico, sia tramite la propria rete di punti vendita, sia online. La sua rete di vendità, sotto il brand Snai, ha 1600 punti vendita per le scommesse, gestisce oltre 50 mila slot machine e oltre 10mila videolottery. Fatturato al 2017, 800milioni di euro. Utile: 250milioni di euro.

Al vertice della piramide c'è la britannica Playtech che nell'aprile scorso ha annunciato l’acquisto del 70,561% del capitale del gruppo di Porcari, al prezzo di 2,19 euro per azione per 291 milioni complessivi. Leggiamo dal prospetto invertors del sito aziendale che Playtech conta 5.800 dipendenti distribuiti in 17 paesi nel mondo e ha la sua sede finale nell'Isola di Man.

In Italia, però, il gruppo che è di fatto la terza società del comparto azzardo legale ed è entrato negli scorsi giorni nell'associazione di categoria Agisco, occupa 650 dipendenti, di cui 350 concentrati nella sede della Piana lucchese. Non pochi ma, facendo una semplice proiezione, certo ben distanti da quel 150mila di cui parlano i sindacati quando invocano tavoli di confronto col Governo.

Su caso di Lucca, Snaitech farà sicuramente ricorso. Ma nel frattempo, nella causa promossa da Fiom Cgil, il Tribunale di Lucca ha dichiarato «l’antisindacalità della condotta posta in essere da parte convenuta e per l’effetto ordina la cessazione della stessa e la rimozione degli effetti tramite l’applicazione fino alla sua naturale scadenza, del contratto collettivo dei metalmeccanici».

In sostanza, il giudice Susanna Messina ,della sezione Lavoro del Tribunale di Lucca, ha colto risvolti di antisindacalità nel comportamento di Snaitech, là dove ha disapplicato il contratto nazionale metalmeccanici e applicato quello del terziario.

«Come Fiom, assistiti dall’avvocato Andrea Stramaccia del Foro di Firenze – dichiara Massimo Braccini, coordinaziore nazionale Fiom del Gruppo Snaitech- avevamo già inviato una diffida all’azienda per invitarla a non disapplicare il contratto nazionale, ma non ha sentito ragioni e ha portato avanti una “presunta” trattativa con i sindacati minoritari per legittimare la disapplicazione del contratto nazionale metalmeccanici. La condanna rende giustizia di fronte alla prepotenza aziendale di questi mesi, tesa a creare confusione tra i lavoratori e a delegittimare le Rsu di Porcari e Roma, fatto gravissimo e inaccettabile».

Snaitech ribatte che un confronto c'è stato, con altri sindacati, e non proprio minori, « per armonizzare le diverse discipline contrattuali vigenti in azienda dopo la fusione tra Snai e Cogemat/Cogetech. Già in questa occasione l’azienda aveva comunicato l’intenzione di applicare il contratto del terziario a tutti i dipendenti».

Il 24 ottobre scorso, la società aveva raggiunto un accordo con le segreterie di Fim Cisl, Uil, Uiltucs e Fisascat Cisl. L’accordo, dicono dalla multinazionale, «ha permesso un’intesa migliorativa per i dipendenti, tanto che è stato votato dalla maggioranza dei lavoratori. Inoltre, 236 dei 263 dipendenti dello stabilimento di Porcari con il contratto della metalmeccanica, circa il 90%, hanno firmato il passaggio contrattuale. A differenza la Fiom ha rifiutato di sedersi al tavolo e ha citato in giudizio Snaitech nonostante l’85% dei suoi iscritti abbia accettato la modifica contrattuale».

Ciò detto, a poche ore dalla pronuncia del Tribunale, nella sede di Confcommercio nazionale a Milano, Fisascat Cisl e Uiltucs, hanno sottoscritto un altro accordo sul premio di risultato per i lavoratori di 2.800 euro lordi, cosa che ha mandato su tutte le furie la Fiom.

«Snaitech, una società appena condannata per attività sindacale – si legge in un volantino della Fiom diffuso in queste ore – continua a mettere in atto comportamenti non corretti ed arroganti, tendenti solo a dividere i lavoratori ed a creare confusione. L'accordo per la proroga del contratto integrativo, firmato ieri a Milano, riservato solo ai lavoratori a cui si applica il contratto dei servizi, è l'ennesima provocazione perpetrata dalla direzione aziendale di Snaitech. Non si possono fare discriminazioni fra lavoratori che operano nella stessa azienda. Non vi fate intimorire e non fatevi lusingare: hanno il solo scopo di dividervi per avere mano libera e calpestare i vostri diritti e la vostra dignità».

Il "fronte unito" sindacale che "chiede un tavolo di confronto al Governo" e convoca manifestazioni sindacali nazionale, non sa nemmeno decidere se i dipendenti del settore debbano rimanere col contratto da metalmeccanici o del commercio. Problemi locali che, inevitabilmente, si riverberano su quelli globali.

Nel frattempo, quell'aggregato di interessi sistemici che più volte da queste pagine abbiamo invitato a chiamare col suo nome: predatory gambling continua a macinare soldi e vola, secondo proiezioni, verso un flusso di denaro complessivo di denaro "giocato" che a fine anno ammonterà a 105 miliardi di euro. Un frattale, appunto. Si prende gioco delle nostre vite. Dov'è la parte? Dove, il tutto?


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