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Servizio civile: il Governo vuole togliere futuro al Paese

Alla vigilia del passaggio in Aula di Montecitorio della legge di stabilità 2019,è concreto il rischio che restino solamente 148 milioni per il Servizio Civile Universale. Lo denunciano un comunicato congiunto di Enti e volontari

di Redazione

I due emendamenti che erano stati presentati per stanziare maggiori fondi per il servizio civile universale sono stati respinti (emendamento a prima firmataria Francesca Bonomo, PD aumento di 2S2 milioni) o ritirati (emendamento a prima firmataria Marialuisa Faro, M5S, aumento di 97 milioni). Su questi emendamenti arrivaora il Comunicato congiunto di enti e volontari.

«Ringraziamo comunque i firmatari dei due emendamenti per la sensibilità manifestata. Ma ormai è concreto il rischio di una legge di stabilità 2019 con solo 148 milioni per il Servizio Civile Universale» spiega il comunicato firmato dalla Rappresentanza nazionale dei volontari in servizio civile, dalla Conferenza Nazionale degli Enti del Servizio Civile, dal Forum Nazionale per il Servizio Civile e dall'Associazione Mosaico.

Quei fondi, riprende il Comunicato, «come da tutti confermato,è in grado di dare l'opportunità a poco più di 20.000 giovani di svolgere Servizio Civile, a fronte dei 53.363 volontari del 2018 e dei 110.000 candidati al bando 2018. Un danno per decine di migliaia di giovani, cosi come per chi beneficia del Servizio Civile stesso, quali, anzitutto, le fasce più deboli della popolazione, privati di innumerevoli servizi. Rimaniamo disorientati che il Governo non abbia sostenuto un emendamento presentato dal gruppo parlamentare di maggioranza relativa. Chiediamo al Governo di stabilire un'idea precisa sul futuro dei giovani, intervenendo in Aula e presentando tutte le iniziative opportune affinché la Camera licenzi un testo che assicuri per il 2019 quantomeno II contingente del 2018. Una scelta diversa è un grave segno di disattenzione alle speranze dei giovani e alla loro emarginazione sociale ed economica. Una scelta politica di un'Italia senza prospettive».


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