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Cooperazione & Relazioni internazionali

Lettera ai Parlamentari, il Patto globale per le migrazioni conviene all’Italia

Le organizzazioni di LINK 2007 Cooperazione in Rete scrivono a deputati e senatori alla vigilia dell’espressione del loro parere come richiesto dal Governo: Ecco perché è giusto e conveniente che l'Italia non resti isolata

di Redazione

On. Deputate e Deputati,
On. Senatrici e Senatori,

Dopo averlo attentamente studiato, riteniamo che il Patto globale per le migrazioni convenga all'Italia.
Può infatti fornire ai decisori italiani e a quelli europei lo strumento per superare almeno in parte l’inconciliabilità delle posizioni contrapposte, indicando quel comune denominatore e quel filo conduttore su cui poggiare le priorità e le scelte; rafforzando così anche la richiesta italiana di una maggiore cooperazione e solidarietà e di decisioni maggiormente condivise.
È indispensabile per mostrare rispetto, credibilità e coerenza nella definizione di accordi bilaterali e regionali con i paesi di partenza e di transito dei migranti, anche per potere concordare i necessari ritorni.
Può inoltre indicare il percorso per definire quella strategia politica complessiva e lungimirante di cui l’Italia ha bisogno e nella quale inserire coerentemente e senza improvvisazioni i provvedimenti normativi settoriali, uscendo dall'approccio emergenziale.
“Link 2007 – Cooperazione in Rete” si è già espressa il 19 Novembre, inviando un articolato documento a voi membri del Parlamento, proponendo elementi di conoscenza e riflessione sul Global Compact per un approfondimento senza pregiudizi ideologici. Ci rivolgiamo nuovamente a voi alla vigilia dell’espressione del vostro parere come richiesto dal Governo.

Affermiamo che il Patto Globale per le Migrazioni conviene all'Italia anche perché di fronte ad un fenomeno così ampio come quello della migrazione e della mobilità umana isolarsi, pensando di poterlo affrontare da soli è senza alcun dubbio una politica di corto respiro. Meglio inserirsi in un quadro di riferimento comune, non vincolante, ma con indicazioni che possano rappresentare un denominatore per tutti, da applicare nella misura che ogni Stato deciderà sulla base delle proprie scelte politiche, la propria realtà sociale, le proprie possibilità e capacità.

Il GC non definisce alcun nuovo diritto. Non poteva essere diversamente, dato che è un documento di mediazione tra posizioni governative divergenti, pur nella comune convinzione della necessità di un riferimento multilaterale comune. Esso riprende i principi generali che la comunità internazionale ha da tempo adottato e che le nostre costituzioni democratiche hanno pienamente recepito. Quando parla di diritti umani per tutti i migranti non fa quindi altro che riferirsi alla dichiarazione universale adottata il 10 dicembre di 70 anni fa, che è alla base della nostra convivenza e che vale per l’essere umano in quanto tale, ogni essere umano “senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione (art. 2). Principio che troviamo nella nostra stessa costituzione quando all’art. 2 afferma che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo… e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Il GC non aggiunge alcun nuovo obbligo rispetto a quelli che gli Stati hanno già assunto, internamente e internazionalmente, da vari decenni; e la loro sovranità, per quanto riguarda il governo delle migrazioni, è riaffermata in modo chiaro. Come è affermato il controllo delle frontiere, la lotta all'immigrazione clandestina favorendo ingressi legali e controllati e combattendo in modo coordinato la tratta e i trafficanti di esseri umani.

In relazione agli immigrati già presenti, che vivono nelle nostre società, il GC chiede di favorire l’integrazione economica e sociale, di lottare contro le discriminazioni, di incoraggiare un dibattito pubblico basato su dati reali e verificati e di migliorare le conoscenze in materia di migrazioni. Più in generale, auspica che sia valorizzato il contributo dei migranti allo sviluppo dei loro e dei paesi di accoglienza e che si agisca per attenuare le cause che provocano le partenze e per rafforzare la cooperazione internazionale.


Nulla di così nuovo: ma per la prima volta in un quadro coerente di principi e di obiettivi.
Il GC non elimina i tanti problemi che sorgono con i movimenti migratori e la mobilità umana che riguardano milioni di persone, ma cerca di delineare per gli Stati un quadro comune, collaborativo e solidale, per poterli governare, regolare – con le modalità che ogni Stato definirà nel rispetto dei diritti fondamentali – evidenziandone le positività che questa mobilità può produrre se ben governata, in modo cioè “sicuro, ordinato e regolare”.
Contiamo quindi sul vostro impegno per l’adozione di questo Patto Mondiale. Cordiali saluti,

LINK 2007 Cooperazione in Rete


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