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I confini blindati, report da Ventimiglia

L’ong racconta attraverso testimonianze dirette, numeri e storie i diritti negati ai migranti e in particolare ai minori stranieri non accompagnati dall’Europa delle barriere e dei respingimenti. Dal 2016 gli operatori di WeWorld sono presenti al Campo Roja della Cri nell’ambito del progetto “Migranti in transito”

di Redazione

Si intitola “Ventimiglia: i confini blindati” il report realizzato da WeWorld in occasione della giornata dei migranti che si è celebrata il 18 dicembre. Poco meno di trenta pagine per raccontare con testimonianze dirette e numeri come nell’Europa delle barriere e dei respingimenti i diritti dei migranti vengano negati. Il confine tra tra Italia e Francia a Ventimiglia è proprio uno di quelli blindati. Ma le difficoltà per i migranti in transito non si fermano lì.
Nelle prime pagine, infatti, non poteva mancare un riferimento al Ddl 840/2018, il decreto su sicurezza e immigrazione che ha abrogato la protezione per motivi umanitari “costringendo i migranti all’illegalità”, si sottolinea nel report in cui si ricorda la stima di 130mila irregolari in più in Italia nei prossimi due anni come conseguenza del decreto.

Il report (in allegato il brief) riporta numeri dei migranti e una serie di interviste/testimonianze raccolte dagli operatori di WeWorld al Campo Roja della Croce Rossa a Ventimiglia (centro di transito che ha aperto i battenti nel luglio del 2016) realizzate nell’ambito del progetto “Migranti in transito”.
Racconti che testimoniano le grandi difficoltà che i minori non accompagnati devono affrontare nel loro percorso migratorio a partire dalla stessa assenza di informazioni, a partire dai loro diritti.

Una delle criticità rilevate dagli operatori di WeWorld all’interno del campo Roja, che costituisce comunque l’unico presidio di accoglienza legale nella zona, è la condizione di promiscuità tra adulti, donne, famiglie e bambini, mentre i minori stranieri non accompagnati hanno diritto a strutture separate. L’ong è presente con il progetto “Ventimiglia migranti in transito” dal 2016, dal 2018 il progetto è cofinanziato da Care France.

“Le migrazioni sono storicamente fenomeni epocali che vanno gestiti con lungimiranza e rispetto dei diritti umani. La chiusura di porti e frontiere, l’alzata di muri, reticolati lungo la rotta balcanica, le barriere legali in Italia e Europa con le conseguenti politiche di respingimento, spesso portate avanti in modo illegale e violando i diritti umani dei migranti, hanno creato aree territoriali ad alto rischio, soprattutto lungo i confini» si legge nelle riflessioni finali chiusura del report. «Ventimiglia è una di queste dove spesso l’amministrazione locale è lasciata senza mezzi e risorse per fronteggiare la situazione dei migranti in transito “bloccati”. Spesso sono le organizzazioni della società civile che suppliscono alle carenze istituzionali o peggio alle politiche governative non solo insufficienti sul piano degli investimenti finanziari ma sempre più restrittive in una logica di negazione dei diritti delle persone che provengono da paesi poveri, teatro di conflitti, guerre e disastri ambientali. Alla logica dell’accoglienza e dell’integrazione si sostituisce sempre più spesso la logica dei respingimenti e dell’intolleranza. È auspicabile l’apertura di rotte legali per l’Europa e di corridoi umanitari all’interno di una politica Europea sulle migrazioni fondata su un’accoglienza condivisa, la protezione delle persone in pericolo e il rispetto dei trattati sui diritti umani. Questo anche per prevenire e impedire che le rotte migratorie rimangano in mano alle organizzazioni criminali».

Nello scenario di Ventimiglia le criticità non mancano e potrebbero anche aggravarsi. Ragione per cui WeWorld le evidenzia per chiederne il superamento. Tra i punti principali il superamento della promiscuità da minori e adulti nel campo della Croce Rossa: donne e minori devono poter godere di una maggiore protezione “Spazi adeguati aumentano i livelli di protezione per queste categorie vulnerabili sottraendole a un più alto grado di rischio di sfruttamento, tratta e abusi sessuali», chiosa l’ong. Si chiede anche che Prefettura, Cri e autorità locali approntino un piano per migliorare le condizioni di permanenza al campo Roja, favorendo e sviluppando iniziative di incontro tra popolazione locale e i migranti nelle scuole, nei quartieri.

Immagini dal report di WeWorld