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Cooperazione & Relazioni internazionali

Nuovo corridoio umanitario dalla Libia, arrivate 103 persone

L'aereo, con a bordo uomini, donne e bambini, è atterrato nel pomeriggio a Pratica di Mare. Ad accogliere i profughi i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ne ospiterà buona parte nelle proprie case-famiglia

di Daniele Biella

"Lavoreremo per l'integrazione di queste nuove famiglie arrivate in Italia, inserendo i bimbi a scuola e cercando un lavoro per loro. Non è semplice, ma non si può parlare di vera accoglienza senza una reale integrazione". Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, accoglie così i 103 profughi arrivati oggi 19 dicembre 2018 dalla Libia all'aeroporto militare di Pratica di Mare. Tra questi, 51 saranno accolti nelle case della Papa Giovanni XXIII, la Comunità fondata da don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo aprì una casa famiglia in Italia nel 1973. I rifugiati saranno ospitati in Romagna (12 a Rimini, 5 in provincia di Ravenna) ed in Toscana (34 in provincia di Massa-Carrara) presso alcune delle 201 case famiglia dell'associazione, che già accolgono 1.283 persone di tutte le età e provenienze.

"Con questo corridoio umanitario abbiamo salvato interi nuclei familiari: donne, uomini e bambini provenienti da Sudan, Etiopia, Eritrea e Yemen strappate dalle prigioni libiche. Adesso saranno accolti nelle nostre case dove potranno ricevere il sostegno necessario per superare i traumi subiti ed iniziare una nuova vita", spiega Ramonda. Il volo è partito da Tripoli ed è atterrato alle ore 16.15 allo scalo militare presso Roma. Il corridoio umanitario è stato gestito dal Governo Italiano con la mediazione e collaborazione della Comunità di don Benzi.

E' il secondo arrivo in un mese di persone evacuate dalla Libia in Italia: anche nella scorsa occasione, ill 14 novembre 2018, la Papa Giovanni XXIII – che di recente ha compiuto 50 anni ed è presente in diverse parti del mondo anche con il proprio corpo civile di pace Operazione Colomba (a cui si riferisce la foto, scattata in un campo profughi in Libano) – è stata parte attiva, assieme a governo e Unhcr, Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati.


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