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Politica & Istituzioni

Umbria e Piemonte ricorreranno alla Consulta contro il Decreto sicurezza

Dopo la Toscana, anche l'Umbria e il Piemonte ricorreranno alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. Presenta profili di palese incostituzionalità che vanno ad impattare su tutte le più importanti materie di legislazione regionale, dicono i governatori. In aumento anche i comuni i cui consigli si sono dichiarati contro l'applicazione del Decreto Salvini

di Redazione

Dopo la Regione Toscana, «il ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto sicurezza è pronto», ha detto il governatore Enrico Rossi in mattinata, altre due Regioni annunciano il ricorso alla Consulta.

La giunta regionale dell’Umbria ricorrerà alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. Durante la seduta di oggi della Giunta, l’assessore Antonio Bartolini ha evidenziato come il decreto sicurezza “presenti profili di palese incostituzionalità che vanno ad impattare su tutte le più importanti materie di legislazione regionale quali la salute, l’assistenza sociale, il diritto allo studio, la formazione professionale e le politiche attive del lavoro, l’edilizia residenziale pubblica: secondo l’assessore il decreto “sta creando un vero e proprio ‘caos’ normativo e legislativo e confusione nelle responsabilità dei funzionari di Regione, Asl, Agenzie e Comuni e parallelamente una ‘corsa ad ostacoli’ per gli stranieri che, entrati con un regolare permesso di soggiorno, oggi o sono riportati – con legge dello Stato – nella clandestinità e nell’irregolarità o gli viene tolta la residenza. Con la conseguenza che i vari diritti riconosciuti, soprattutto mediante la legislazione regionale, come il diritto alle cure mediche e ad usufruire dei servizi sanitari, il diritto allo studio, comprese le provvidenze per gli studenti universitari, la formazione professionale che viene erogata soprattutto agli immigrati, con benefici per il nostro apparato produttivo, o vengono compromessi o ne viene aggravato l’esercizio, per cui il percorso all’integrazione viene interrotto determinando insicurezza sociale”.

Anche il Piemonte presenterà ricorso davanti alla Corte Costituzionale sulla parte del decreto sicurezza che tocca competenze regionali. Lo ha confermato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ai microfoni di Sky.

“Proprio stamattina ho avuto conferma dalla nostra avvocatura, che su questo si sta anche confrontando con i colleghi della Regione Toscana, che esistono le condizioni giuridiche per il ricorso alla Consulta, visto che il decreto, impedendo il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali, di nostra competenza, che la Regione ha finora erogato ai migranti interessati”, ha spiegato il presidente della Regione, che venerdì scorso aveva annunciato: “stiamo valutando se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione”.

“Noi – ha assicurato Chiamparino – continueremo a fornire le cure necessarie, in base al principio universale che quando una persona sta male deve essere curata”. “Ma sono evidenti le gravi conseguenze che il decreto avrà sul territorio regionale, creando di colpo una massa di invisibili di cui in qualche modo la Regione e i Comuni dovranno comunque occuparsi, nel campo della sanità e delle politiche sociali, con evidenti e paradossali ripercussioni negative proprio sul terreno della sicurezza e della convivenza civile”, ha concluso Chiamparino.

Intanto è andata online una mappa che raccoglie tutti i comuni in cui i e/o le giunte si sono apertamente espressi contro la Una bella mappa, in continua espansione (consultatela qui).


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