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Sostenibilità sociale e ambientale

Auto elettriche e ibride nei centri storici? C’è chi dice no

Un comma della Finanziaria apre le aree pedonali e le Ztl ai veicoli ecologici, le associazioni che difendono la mobilità ciclistica nelle città chidedono di cancellare la modifica al codice della strada definita “una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane”

di Antonietta Nembri

Una modifica pericolosa, una “mostruosità” di cui si chiede “la cancellazione immediata”. L’oggetto di questo appello al Governo è il comma 103 della Finanziaria che ha visto insorgere Fiab onlus (Federazione italiana amici della bicicletta), le sue associazioni locali e tante altre realtà e associazioni di tutta Italia. Il fatto è che l’articolo 1, comma 103, della Legge di Bilancio 2019 recita: “All’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 9 è inserito il seguente: «9-bis. Nel delimitare le zone di cui al comma 9 (aree pedonali e Ztl, NdR) i comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida».

Poche parole che per le associazioni inseriscono una “modifica pericolosa al Codice della Strada: si tratta di una norma, il comma 103, che obbliga i Comuni a consentire “in ogni caso” a tutte le auto elettriche e ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle Ztl”.

Fiab onlus e le altre associazioni definiscono questo intervento “una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane, a danno di abitanti, commercianti, turisti e monumenti, alla faccia anche della sicurezza delle persone”.

L’invito contenuto nella nota stampa è di immaginare piazza del Popolo a Roma o piazza del Plebiscito a Napoli, o piazza del Duomo a Milano, o via Maqueda a Palermo, percorse incessantemente da autovetture. Pensate ai centri storici medioevali di Bologna o Firenze, protetti da Ztl già a maglie troppo larghe, invasi dal traffico e parcheggio selvaggio di altre migliaia di macchine in più. E per rendere concreto il tutto, al comunicato stampa è allegata una fotografia di una trafficatissima piazza del Duomo a Milano negli anni Sessanta (in basso), accompagnata dalla didascalia "Mai più Milano così"

“È questo il cambiamento?” è la domanda retorica che anticipa altri punti interrogativi: “È davvero il ritorno al passato della motorizzazione che occupa ogni spazio urbano l'unica direzione che si intende prendere per mostrare la “novità”? Dov’è finito l’impegno alla “dieta del traffico”, ossia a togliere auto dalle città per renderle di nuovo vivibili e sicure, sottoscritto da tanti candidati, compreso il vicepremier Di Maio, in campagna elettorale?”

Le diverse associazioni prendono atto “dell'importante impegno assunto dal Sottosegretario ai Trasporti Dall'Orco e delle reazioni negative degli assessori dei Comuni di Milano, Bologna, Torino, Roma e di molte altre città, a seguito della nostra denuncia e del tamtam attraverso i social media” – chiosa Fiab onlus con le altre realtà associative – . “Chiediamo ora al Governo di trasformare con urgenza le parole in una decisione concreta e netta: nel primo decreto utile, questa norma assurda non va modificata, ma semplicemente e integralmente cancellata, per spazzare via ogni equivoco interpretativo ed evitare di riempire le città con migliaia di macchine in più”.

Secondo le organizzazioni di chi ama la mobilità dolce su due ruote i centri storici “vanno liberati da un eccesivo carico di auto di qualsiasi genere: non è più solo un problema di inquinamento, ma di occupazione dello spazio pubblico, di congestione, di sicurezza”.

Di seguito le organizzazioni firmatarie della nota:
Fiab – Federazione Italiana Amici della Bicicletta
Legambiente/Legambici
Alleanza Mobilità Dolce
Kyoto Club
Associazione Salvaiciclisti Bologna
Associazione Salvaiciclisti Roma
Fiab Torino Bike Pride
Bikeitalia.it
Genitori Antismog
Greenpeace
Napoli Bike Festival
Cittadini per l’aria
Milano Bicycle Coalition
Associazione Motoperpetuo Roma
Associazione Ciclonauti
Comitato Torino Respira
Fondazione Michele Scarponi
Comitato per la Bellezza
Italia Nostra
Massa Marmocchi Milano
Famiglie senz'auto
SpiciulArt bike
Brompton Junction Milano
Turbolento Thinkbike SSD
Associazione Culturale Ciclonauti
Salvaiciclisti Roma
Ciclonauti
Associazione Mongolfiera Milano
Trieste in bici
Iamo Bici Milano
Associazione Ciclo stile
Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano
A.P.S. Bike4city
A.P.S. MOTOPERPETUO
Comitato Torino Respira
Associazione culturale-ambientalista "Organizzazione Alfa"
Ciclica
Ciclofficina popolare ciclocasale lsa Centocelle
Upcycle bike cafè Milano

In apertura photo by Erik Witsoe on Unsplash


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