Sostenibilità sociale e ambientale

Turismo responsabile, una chance per Haiti

Caritas italiana dedica un approfondimento al tema della sostenibilità turistica dal titolo: “Paradisi perduti? Viaggiatori responsabili per un turismo che sviluppa le comunità locali”, caso di studio il Paese più povero dei Caraibi

di Antonietta Nembri

Il turismo può essere volano di sviluppo? E come può divenire strumento di riscatto di un Paese? Approfondisce queste tematiche l’ultimo dossier di Caritas italiana dal titolo: “Paradisi perduti? Viaggiatori responsabili per un turismo che sviluppa le comunità locali” (in allegato). Al centro dell’attenzione come caso di studio è Haiti, il Paese più povero dei Caraibi e il più discriminato, nonostante le grandi risorse e una ricca storia.
Per Caritas italiana il turismo sostenibile e responsabile è uno strumento potenziale in termini di crescita nel rispetto dell’ambiente delle culture locali. Del resto, ricorda una nota “A nove anni dal terremoto che ha colpito Haiti, proprio i progetti in atto o attivabili, come ad esesmpio il supporto alla piccola imprenditorialità, possono essere un buon volano per sviluppare il turismo responsabile e diventare una leva per il rilancio e il riscatto del Paese”.

Caritas Italiana da gennaio 2010 a dicembre 2018, grazie alla raccolta straordinaria promossa dalla Conferenza episcopale italiana, ha finanziato complessivamente 214 progetti di solidarietà, per un importo di oltre 24 milioni di euro.
La maggior parte dei progetti sono stati realizzati nelle zone più colpite dal sisma, ma complessivamente gli interventi si sono registrati in tutte e 10 le Diocesi, anche in risposta alle successive emergenze, come l’epidemia di colera, l’uragano Matthew del 2016 e l’ulteriore sisma di ottobre 2018.

Durante una prima missione a Cap-Haïtien in collaborazione con la Caritas locale sono stati identificati i diversi stakeholder a cui è stato sottoposto un questionario di analisi sulla situazione economica e le principali fonti di reddito dell’area, sulla situazione sociale, sul contesto del turismo (problemi, carenze e opportunità) e sulle caratteristiche del turismo responsabile.
Il settore turistico nel 2017 ha contribuito per il 10,4% al Pil mondiale, creando posti di lavoro per 313 milioni di persone. Molti dei Paesi considerati in via di sviluppo si stanno aprendo al turismo con notevoli risultati economici, come per esempio il Rwanda, dove negli ultimi sette anni il settore è cresciuto a un ritmo annuo del 12%.

Tuttavia, se il turismo non è il risultato di un approccio sostenibile può accentuare le disuguaglianze, favorire la concentrazione del capitale in poche mani, incoraggiare fenomeni di land grabbing e lo spopolamento delle zone rurali, sostenere l’utilizzo di manodopera sottopagata, creare gravi danni all’ambiente e alle culture locali.
Un turismo responsabile e sostenibile invece, tenendo conto della prosperità economica, della qualità ambientale e della giustizia sociale, può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sottoscritta nel settembre 2015 da 193 Paesi membri dell’Onu.

Nel dossier si ricorda che «nel resort il turista non entra davvero in contatto con la popolazione e la cultura locale se non attraverso una lente che stereotipa l’ambiente circostante: i “locali” sono quelli sottopagati che lavorano a servizio, l’artigianato è quello del negozio di souvenir accanto alla reception, la cucina tradizionale quella del ristorante riadattata per incontrare i gusti degli stranieri».


Una delle tabelle presenti nel Dossier di Caritas Italiana

Nel dossier vengono presentati anche due casi di turismo solidale in Grecia e Montenegro e il caso di Cap- Cap-Haïtien. È stato effettuato uno studio per analizzare il contesto del turismo ad Haiti e potenziare piste di lavoro nel solco dello sviluppo sostenibile. La scelta della città di Cap-Haïtien – si spiega nel dossier – è dovuta alla presenza di fortezze e monumenti di grande rilevanza storica e delle spiagge caraibiche, unite al ruolo di connettore giocato dall’aeroporto internazionale della città e dalle rotte delle navi da crociera
Non manca poi un’analisi di contesto tra risorse e problemi che approfondisce sia i punti di forza e le opportunità sia le debolezze i rischi.

La nota di presentazione del Dossier si conclude sottolineando che “la dottrina sociale della Chiesa ricorda che siamo chiamati ad essere non turisti ma viaggiatori, non curiosi alla ricerca di fugaci occhiate sulle realtà incontrate, ma persone in grado di confrontarsi rispettosamente con le realtà del mondo. Un approccio sostenibile in quanto rivolto alla costruzione di una comunità umana dove le diversità non rappresentano un ostacolo alle relazioni e alla fraternità, ma diventano invece occasione di sperimentare concretamente la gioia dell’incontro e del dialogo, nel godere la bellezza di quanto è dato all’umanità: “L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti” (LS n.95)”.

In apertura foto da Wikipedia – CC BY SA 3


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