Welfare & Lavoro

Bambini in povertà, nasce un network per inclusione e benessere

I soggetti promotori sono Fondazione L’Albero della Vita, Cnoas e Acli. L'obiettivo è lo sviluppo di una piattaforma strategica nazionale basata su un approccio completo ed integrato, mettendo a disposizione delle istituzioni il sapere di chi opera sul campo da decenni. A cominciare dal dibattito parlamentare sul Reddito di Cittadinanza

di Sara De Carli

Un nuovo network, per rimettere al centro l’inclusione e il benessere dei minori, per far sì che i bambini siano protagonisti della scena pubblica e diventino centrali nella definizione delle politiche pubbliche, nella progettazione dei sistemi locali e dei programmi che coinvolgono le famiglie. Cominciando dalla povertà, visto che in Italia i bambini in condizione di povertà assoluta sono un milione 208mila, il 12,1% dei minorenni, uno su otto. Un bambino che vive in questa condizione sarà un cittadino tendenzialmente più esposto ai processi di esclusione: per questo è indispensabile definire con grande attenzione i bisogni centrali del bambino e soprattutto i giusti approcci della relazione di aiuto che possano realmente portare un cambiamento nella vita dei bambini e delle loro famiglie.

I soggetti promotori del nuovo network sono la Fondazione L’Albero della Vita, il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali (CNOAS) e le Associazioni Cristiane Lavoratori (Acli). I primi passi ? Raccogliere le adesioni del mondo associativo e professionale già impegnato su questo fronte, con l’obietto di arrivare alla formalizzazione del network entro il mese di marzo.

«Da alcuni mesi abbiamo avviato un lavoro che parte dalla povertà bambini e dalla necessità di inclusione, ma con uno sguardo aperto alla definizione di cos’è il benessere, in maniera ampia. I riferimenti del nostro lavoro, oltre che l’inclusione sociale, sono il tema dei diritti, il cosa vuol dire produrre sviluppo e benessere, l’attenzione educativa, nella cornice della raccomandazione europea del 2013 “Investing in children: breaking the cycle of disadvantage”, che punta sulla necessità di investire sull’infanzia per il futuro», spiega Ivano Abbruzzi, presidente di Fondazione l’Albero della Vita. Oggi si ragiona del tema povertà dei bambini, che è una priorità: «ma in futuro si potrà parlare di una legge organica sul maltrattamento e l’abuso, di sostegno alla capacità genitoriale, di salute, educazione… vogliamo fare proposte concrete rispetto alle varie azioni che si realizzeranno nel Paese, creando un punto di sintesi. Il punto è riportare i minorenni al centro dell’agenda e non solo, avere un occhio particolare per loro in un momento in cui invece c’è molto un approccio adultocentrico», afferma Gianmario Gazzi, presidente del CNOAS. «Acli aderisce al network perché dopo essere stati fra gli apripista del percorso che ha portato ad affrontare il macrotema della povertà, con il Reis, il Rei e ora il RdC, ci siamo accorti di come dobbiamo si debba ora passare dal generale al particolare, affrontando le difficoltà dei minori, è il naturale proseguimento di quel cammino», spiega Gianluca Budano, della Presidenza Nazionale Acli. «Abbiamo visto negli anni tanti interventi legislativi che riguardano i minori, ma sempre frammentati e questa enorme frammentazione – nella legislazione e nei servizi – porta a una presa in carico inefficace, ci vorrebbe una integrazione delle politiche e dei servizi».

Perché partire proprio dalla povertà è evidente. Per i numeri e perché qui ci giochiamo il futuro del Paese, dato che i bambini di oggi sono i cittadini dei prossimi 60/70 anni. L’idea – scrivono i promotori – è quella di «raccogliere il sapere e l’esperienza di tutti coloro che lavorano nel campo del contrasto alla povertà minorile per sviluppare a livello nazionale una piattaforma strategica basata su un approccio completo ed integrato, mettendosi a disposizione fin da subito per sostenere tutte le istituzioni che vogliano intervenire per impedire che gli scenari futuri del nostro Paese siano condizionati da errori di visione». Ovvero cercando per i bambini uno spazio all’interno del dibattito che in Parlamento porterà alla conversione del decreto legge sul Reddito di Cittadinanza, che proprio ieri ha iniziato il suo cammino in Commissione Lavoro e previdenza sociale del Senato.

«Il Reddito di Cittadinanza è un nuovo strumento che dispone di un finanziamento molto importante, anche se la misura va migliorata nell’ottica di una presa in carico più efficace per garantire ai cittadini l’uscita definitiva dalla trappola della povertà», dichiara Budano. «È indispensabile che non vada persa la centralità degli interventi sui minorenni e sulle famiglie con particolare riferimento al benessere dei bambini nella sfera dell’istruzione, della salute e della socialità», aggiunge Abbruzzi. «Quello che chiediamo è che la discussione parlamentare per la conversione in legge del decreto sul Reddito di Cittadinanza sappia ascoltare le istanze di chi opera nel campo e conosce le infinite problematiche che caratterizzano i nuclei familiari in condizione di povertà, in special modo quando sono presenti figli di età minore», conclude Gazzi.


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