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Cinema e autismo, l’utopia dello schermo

Esce il volume di Maurizio Bonati, capo dipartimento Salute pubblica dell'Irccs Mario Negri che invita a guardare il rapporto tra la settima arte e l'autismo. Un invito non rivolto non solo a chi sperimenta la relazione con bambini e ragazzi autistisi, ma anche al cinefilo appassionato come allo spettatore occasionale. Nelle pagine anche una rassegna ragionata e commentata della produzione cinematografica mondiale sul tema dello spettro autistico

di Redazione

Attraverso lo schermo. Cinema e autismo in età evolutiva” questo il titolo del volume di Maurizio Bonati appena pubblicato dal Pensiero Scientifico Editore nella collana Graffiti (pagine 120, € 14).
L’autore, capo dipartimento Salute Pubblica dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs, invita il lettore ad acuire lo sguardo sul rapporto tra la settima arte e l’autismo, e l’invito non è rivolto soltanto a chi sperimenta quotidianamente la relazione con bambini e ragazzi autistici ma anche all’appassionato di cinema e allo spettatore occasionale.
L’autismo è un modo diverso di percepire il mondo. Per comunicare con chi è in questa condizione è necessario cambiare attitudine e linguaggio, modificare il proprio sguardo, per vedere “attraverso lo schermo”.

Il nesso tra cinema e autismo è costituito dalla riflessione in base alla quale esiste un sottile legame tra l’attenzione triadica che caratterizza lo sviluppo cognitivo del bambino nella prima infanzia (bambino-adulto-oggetto/evento) e l’attenzione triadica che si manifesta nel cinema, sia dal punto di vista dello spettatore sia da quello del regista (spettatore-regista-film).

In presenza di un disturbo mentale come l’autismo, i bisogni dei pazienti e delle famiglie sono perlopiù largamente disattesi: disattenzione dei decisori, carenza e arretratezza dei servizi di cura, scarse preparazione e formazione degli operatori. Stando così le cose, il ricorso al mondo del cinema si inscrive nel tentativo di realizzare un intervento di cura che – spiega l’autore -, essendo rivolto ai soggetti in età evolutiva, “dovrebbe essere parte di un disegno strategico multimodale, non statico ma in continua e necessaria rivalutazione in accordo con il dinamico evolversi/modificarsi dell’età e dello spettro psicopatologico, concordando e condividendo l’intervento con il paziente, la famiglia e gli operatori coinvolti nella presa in carico del bambino/adolescente.”

Alle pagine del libro è affidata una rassegna ragionata e commentata della produzione cinematografica mondiale sul tema del disturbo dello spettro autistico. Un viaggio tematico attraverso la storia del cinema fatto di considerazioni, riflessioni e sensazioni per fare luce sul mondo dei disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva, i cui bisogni complessi sono ancora largamente inevasi.

In apertura un'immagine da "Tommy e gli altri"


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