Cooperazione & Relazioni internazionali

L’Italia è il primo paese a impegnarsi: meno armi, più leaders di pace

Il premier Giuseppe Conte ha firmato ieri l'appello "Leaders for Peace", lanciato dall'Associazione Rondine Cittadella della Pace a tutti i 193 Paesi aderenti alle Nazioni Unite. Fra gli impegni richiesti, quello di spostare il costo di un’arma dal bilancio della difesa in borse di studio per formare leader di pace

di Redazione

L’Italia è il primo Paese a firmare l’appello "Leaders for Peace", lanciato dai giovani dell'Associazione Rondine Cittadella della Pace Onlus alle Nazioni Unite lo scorso 10 dicembre. Fra gli impegni chiesti, quello di spostare il costo di un’arma dal bilancio della difesa in borse di studio per formare leader di pace. «Vi garantisco il mio pieno appoggio morale e non mi sottraggo all'impegno. Sono lieto di accettare il vostro invito a Rondine e nell’occasione della mia visita vi dirò quanto saremo riusciti a spostare dal bilancio della difesa per la formazione di leader di pace», ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri mattina ha sottoscritto l’impegno in occasione dell’incontro con una delegazione dell’associazione Rondine. «Vi assicuro – ha continuato Conte – che abbiamo sempre cercato di mettere il valore della persona al centro, come ho detto in diverse sedi parlando di un nuovo umanesimo. Dobbiamo afferrare l’essere umano, il che significa che tutti nasciamo con diritti solo per il fatto di essere nati, a prescindere anche dal luogo di nascita, longitudine e latitudine».

Rondine è un borgo in provincia di Arezzo che da vent’anni ospita giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti: attraverso la convivenza quotidiana con il proprio nemico e un percorso di alta formazione, si preparano a diventare futuri leader di pace. Oggi per l’associazione è tempo di un salto, per la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto. Un “metodo”, quello di Rondine, che può cambiare la storia: lo dimostra la vicenda di Maria Karapetyan, che dopo solo due anni dal termine del suo percorso di formazione a Rondine è diventata una delle protagoniste della rivoluzione di velluto armena e oggi siede nel Parlamento del nuovo governo. Lei, attivista per i diritti civili, ha portato la voce delle donne armene nella politica, aprendo una nuova era per la nazione. Come lei, oltre duecento giovani hanno già cambiato prospettiva e stanno lavorando in tutto il mondo per operare questo grande cambiamento.

Dopo l’appoggio morale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il forte sostegno di Papa Francesco, che ha rilanciato l’Appello invitando i capi di stato a firmarlo, arriva il primo risultato concreto di una campagna che in tre anni si prefigge di portare risultati concreti sul fronte della pace. «L’obiettivo è la graduale estinzione dei contesti bellici dal pianeta, attraverso l’affermarsi della cultura di relazioni pacificate. Siamo fieri che sia proprio l’Italia ad aprire questo percorso», ha commentato il presidente di Rondine, Franco Vaccari.

Foto Ufficio stampa Presidenza del Consiglio dei Ministri


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