Politica & Istituzioni

La società civile chiede che i 10 miliardi per gli F-35 siano spesi per welfare e sviluppo sostenibile

La Rete per la pace ieri in Parlamento: “Queste somme così significative, andrebbero investite in diritti umani, lotta alla povertà, lavoro e in una economia sostenibile e pulita, vera urgenza dei tempi attuali”.

di Redazione

“Una politica di difesa ed economica orientata sul versante militare è una cosa esterna e fuorviante rispetto alle necessità attuali del Paese e dell’Europa”. Lo ha detto oggi a Roma Sergio Bassoli, coordinatore della Rete della pace, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del rilancio della campagna della società civile italiana contro l’acquisto degli aerei cacciabombardieri Joint Strike Fighter F-35, promossa da Rete italiana per il disarmo, Rete della pace e “Sbilanciamoci!”. “Prima che sia troppo tardi – ha affermato Bassoli – occorre cambiare i patti e la politica di difesa internazionale. In un Paese come l’Italia, è impensabile spendere altri dieci miliardi di euro per degli armamenti”. Queste somme così significative, ha precisato,“andrebbero investite in diritti umani, lotta alla povertà, lavoro e in una economia sostenibile e pulita, vera urgenza dei tempi attuali”.

Una diversa destinazione dei fondi per gli F-35 è stata auspicata anche da Giulio Marcon, portavoce della campagna “Sbilanciamoci!”, che ha proposto diversi investimenti da fare con gli almeno dieci miliardi di euro. “Con gli stessi soldi che dobbiamo ancora spendere – ha detto – potremmo fare le seguenti cose nei prossimi dieci anni: acquisire 100 elicotteri per l’elisoccorso da dare in dotazione agli ospedali, mettere in sicurezza 5mila scuole, in particolare nelle zone sismiche e a rischio dissesto idrogeologico, acquistare 30 canadair per spegnere gli incendi, costruire 1.000 asili nido pubblici, creare 10mila posti di lavoro per assistenti familiari nel settore della non autosufficienza”.


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