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Adozioni, le statistiche del 2018 (a metà)

Il confronto tra semestri mostra la fine del crollo delle adozioni già annunciato dalla CAI. Una delegazione dal Vietnam è stata invitata in Italia per inizio maggio

di Sara De Carli

Nel 2018 è stato autorizzato l’ingresso in Italia di 1.394 minori, contro i 1.439 del 2017: pertanto «nonostante la chiusura e il rallentamento di alcuni Paesi» le adozioni internazionali nel 2018 hanno sostanzialmente «tenuto». Questo scriveva la Commissione Adozioni Internazionali lo scorso 7 gennaio. Poi più nulla. Oggi finalmente (sollecitato anche sui social nei giorni scorsi, con la sottolineatura di come si fosse inspiegabilmente interrotta la buona prassi di pubblicazioni statistiche mensili fatta tra gennaio ed aprile 2018) arriva il report sul primo semestre dello scorso anno, per una prima analisi.

«Il 2018 – ricorda la CAI – ha visto la chiusura di due paesi, l’Etiopia e la Polonia, nonché il rallentamento del Vietnam». Proprio al Vietnam la CAI dedica – non a caso – qualche riga di approfondimento: nei giorni scorsi il coordinamento Cora, che riunisce la associazioni famigliari spagnole, ha chiesto all'autorità spagnola di sospendere le adozioni in Vietnam per presunte irregolarità.

In Vietnam, scrive oggi la CAI, «è in corso una riorganizzazione delle procedure di adozione internazionale e si dovrà attendere ancora qualche mese per comprendere gli ulteriori sviluppi. Una delegazione vietnamita è stata invitata a Roma per i primi di maggio dalla CAI per un confronto tra autorità centrali al fine di individuare strategie comuni per una sempre maggior trasparenza ed efficienza delle procedure di adozione nonché per proseguire nella cooperazione per progetti mirati all’infanzia di quel paese».

La CAI infine «si augura di poter concludere alcuni accordi bilaterali con nuovi paesi di provenienza, con i quali sono in corso proficui contatti al fine di garantire che i principi della Convenzione dell’Aja siano sempre di più rispettati, consentendo all’infanzia in stato di abbandono di usufruire, sia pure in via sussidiaria, anche della possibilità di trovare una famiglia in un paese diverso da quello di nascita».

Le famiglie

Nei primi sei mesi del 2018 le coppie che hanno fatto richiesta di autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri alla Commissione per le adozioni internazionali sono state 501: un trend fortemente calante rispetto allo storico del periodo 2012-2018, «ma se ci si sofferma sull’ultimo biennio, emerge invece una stabilizzazione del fenomeno, con una riduzione di solo 11 casi nel 2018 rispetto all'anno precedente». Nel 2012 furono 1.188 le coppie che adottarono un minore con adozione internazionale: oggi rispetto a quel picco siamo a -58%. La Lombardia, il Veneto e la Toscana sono le regioni con il maggior numero di adozioni, in valori percentuali rappresentano rispettivamente il 16%, il 14% e il 10% del totale delle adozioni. A seguire si posizionano l’Emilia Romagna (9,4%), il Lazio (8,6%) e il Piemonte (8%). Si conferma una elevata età media al momento del decreto di idoneità dei coniugi: 41,8 anni la moglie, 43,3 anni il marito. L’età media, al momento dell’ingresso del minore, sale di circa tre anni: 46,2 per i padri e 44,7 per le madri.

La maggior parte delle coppie ha un decreto generico (70,9%), ma sono in tendenziale aumento quelle con un decreto mirato, che dà indicazioni sul Paese, il genere o l’età del minore, la sua appartenenza etnica: sono il 28,9% dei decreti. Quasi l’85% delle coppie non ha figli naturali, il 14% ne ha uno e l’1% più di uno. L’82% delle coppie chiede in adozione un solo minore, il 15% ha richiesto in adozione due minori, mentre il 3% ne ha chiesti almeno tre. I tempi di attesa? In media 3,8 anni fra la domanda di adozione e l’autorizzazione all’ingresso, con una forbice che va dai 2,7 anni di attesa per l’Ucraina ai 5,7 per Haiti.

Il quadro geografico

Nel primo semestre 2018, la Federazione Russa si conferma come primo Paese con 74 autorizzazioni all’ingresso, seguita dall’India (66), dalla Colombia (61) e dall’Ungheria (58) e dall’Etiopia (46). Tra i primi quindici Paesi ricompare la Lituania, rimasta fuori negli ultimi anni, a scapito della Polonia. L’Europa si conferma il continente da cui arriva il maggior numero di bambini, ma con un peso sempre più contenuto: nei primi sei mesi del 2018 scende al 38%. L’Asia, con il 25,7%, raggiunge e supera l’America (23,4%) e l’Africa si attesta al 12,9%. Nel primo semestre 2018, il 12% delle adozioni vengono da paesi che non hanno né ratificato né firmato né aderito alla Convenzione dell’Aja. Va tenuto presente però che già nel comunicato di gennaio, sull’intero anno 2018, la CAI scriveva che la Federazione Russa rimaneva il Paese con il maggior numero di minori adottati (200), seguita dalla Colombia (169), dall'Ungheria (135), dalla Bielorussia (112) e dalla Cina (84).

I bambini

Nei primi sei mesi del 2018 i minori autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo sono stati 603, con una media di 1,20 minori a coppia, dato che conferma l’ingresso in Italia di fratrie. Siamo a -60% rispetto al primo semestre del 2012, con un calo però che – scrive la CAI – sembra arrestarsi negli ultimi due semestri. Più maschi che femmine (60% contro 40%), con un’età compresa tra i 5 e i 9 anni (quasi uno su due, il 48,3%, è in questa fascia d’età): questo il ritratto medio dei minori adottati in Italia. I più piccoli (1-4 anni) sono il 41,1%, mentre le classi d’età più estreme – sopra i 10 anni e con meno di un anno – contano rispettivamente il 6,8% e il 3,8% di minori adottati. Il paese che registra un’età media più alta è il Cile (8,9 anni), quella più bassa il Vietnam (2,2 anni). Solo l’1,9% dei minori stranieri adottati in Italia era orfano. Il 53% aveva i genitori, a cui è stata revocata la responsabilità genitoriale mentre il 45,1% aveva subito un abbandono o una rinuncia alla genitorialità da parte dei genitori biologici.

Gli enti

Nel primo semestre 2018 sono stati 49 gli EEAA che hanno perfezionato l’ingresso in Italia di almeno un minorenne a scopo adottivo e 30 di essi hanno lavorato ad un numero di adozioni superiore a cinque. Guardando ai numeri di minori entrati nel primo semestre 2018, l’ente con più adozioni è il CIFA (74 minori), seguito da SPAI (37) e NAAA (36). L’albo degli enti autorizzati conta oggi 54 enti. Nelle scorse settimane la CAI ha informato del fatto che le verifiche biennali avviate nel settembre 2017 nei confronti degli enti autorizzati (EEAA) sono in fase conclusiva.

Foto Unsplash, Poh Wei Chuen


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