Comitato editoriale

Gli scout e la scelta di accogliere a 360 gradi

Dal 25 al 28 aprile si riunisce il Consiglio generale dell’associazione. Quattro giorni in cui circa 400 capi scout provenienti da tutta Italia si confronteranno sulle sfide dell’associazione dall’accoglienza ai temi educativi e metodologici. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Coccetti, Capo Scout d’Italia e Donatella Mela, Capo Guida d’Italia

di Antonietta Nembri

“La scelta di accogliere”. È questo il tema guida del 45esimo Consiglio generale dell’Agesci che si riunisce alla Base di Bracciano da domani, 25 aprile a domenica 28. «Ci interrogheremo in un percorso nel quale ci aiuterà anche don Luigi Ciotti (il presidente di Libera e del Gruppo Abele sarà presente venerdì 26 – ndr), un testimone d’eccellenza per il tema dell’accoglienza», afferma il Capo Scout d’Italia Fabrizio Coccetti che spiega: «L’obiettivo è arrivare a scrivere un documento nel quale esplicitare lo stile dell’accogliere che è quello di dare accoglienza alla storia delle persone, che è fatta di un passato e di desideri per il futuro. E non ci riferiamo solo all’emergenza migranti, una sfida cui siamo chiamati a confrontarci come società e come associazione».
«Per noi l’accoglienza è a 360 gradi», incalza Donatella Mela, Capo Guida d’Italia. «È capacità di accogliere noi stessi e i nostri limiti per poter accogliere gli altri: non solo i lontani, ma anche i vicini». Una capacità di apertura all’altro sia esso disabile o straniero, diverso da noi. «La nostra è una società fragile più che liquida e soprattutto è dimentica dei propri valori» continua Mela. «Parliamo di “scelta” perché riprendiamo le tre “scelte” del patto associativo (lo scautismo la scelta politica e la scelta cristiana) e indichiamo così che non si tratta di un corollario, ma di una, appunto “scelta” fondante che va oltre l’emergenza».

Nella convocazione per il “parlamento scout” (il Consiglio generale Agesci è il massimo organo deliberativo dell’associazione) sono riportate tre frasi, rispettivamente di Robert Baden-Powell, Sergio Mattarella e papa Francesco (vedi news), una triade non casuale. «Richiamano le tre scelte del patto associativo e ci aiuteranno a meditare sulla scelta di accogliere» continua Coccetti. «Quando parliamo di scelta politica per noi vuol dire metterci la faccia nei territori, è un impegno sociale e civile che si sposa con l’annuncio del Vangelo».
Donatella Mela, da parte sua ricorda come non mancherà anche una riflessione sull’educazione alla vita cristiana. Nella convocazione, infatti, si sottolinea la necessità di “coniugare l’accoglienza con le difficoltà e le fatiche dei nostri Gruppi, consapevoli di essere i più vicini alle realtà di frontiera, luoghi di quella nuova evangelizzazione che Papa Francesco ha indicato nell’Evangelii Gaudium”. «Non è proselitismo, ma l’urgenza di raccontare la gioia del Vangelo. E questo punto è nell’ambito di un dibattito sull’educazione alla vita cristiana» precisa la Capo Guida. «Gli stessi ragazzi vivono una frontiera, ci sono sempre meno occasioni di avere come in passato la prima evangelizzazione in casa, oggi le famiglie sono sfilacciate».

«All’interno dei nostri gruppi abbiamo ragazzi di famiglie non praticanti, non credenti che decidono i mandare i figli in Agesci. Per noi questa è un’occasione di annuncio» spiega il Capo Scout che precisa «abbiamo anche alcuni ragazzi di famiglia musulmana. La frontiera l’abbiamo dentro di noi con una precisazione – sottolinea – chi entra partecipa a tutta la proposta: siamo aperti a chi vuole venire con noi, ma lo siamo con la nostra identità».
Il consiglio generale sarà centrato quindi anche su cosa voglia dire educare alla vita cristiana «in percorsi in cui non hai solo la preghiera “spot”, ma» precisa Coccetti, «si approfondisce la spiritualità scout».

Uno dei punti di cui si parlerà nella quattro giorni è quello relativo alla sicurezza e alla percezione del rischio. «Deve essere patrimonio di ogni educatore e tenuto presente in ogni attività. Non inseguiamo il mito del rischio zero, che non esiste, ma occorre sempre capire quali sono i rischi che vale la pena correre e l’accettare il rischio chiede competenza. Perché non dimentichiamo mai: i pericoli si evitano i rischi si corrono».
Per Donatella Mela (che di mestiere è medico) è fondamentare in questo campo «non abbassare mai la guardia. C’è il pericolo di tecnicizzare l’argomento, di fermarsi alla norma. Invece va affrontato il valore educativo dell’imparare la percezione del rischio che che chiede di aumentare la competenza e la vicinanza alle persone. Quella che vogliamo fare è una riflessione a tutto tondo. Il motto Estote parati (Siate pronti – di origine evangelica è stato utilizzato da Baden-Powell – ndr) ci invita proprio a essere pronti, preparati a quello che succede e vale per tutto anche nello scegliere il menù a seconda delle attività che si vogliono fare», conclude.

In apertura il campo base di Bracciano in un precedente Consiglio Generale foto di ©Francesco Mastrella/Agesci