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La Corte di Strasburgo respinge il ricorso della Sea Watch, i 42 migranti ancora fermi in mare

La Corte europea per i diritti umani ha respinto il ricorso presentato dalle persone a bordo della nave della Ong tedesca presentato il 21 giugno spiegando anche che «le persone che avevano bisogno di assistenza medica immediata sono state soccorse». Ecco il documento

di Alessandro Puglia

La Corte europea per i diritti umani ha respinto il ricorso presentato il 21 giugno dalle persone a bordo della Sea Watch 3 in cui si chiedeva al Governo di applicare un provvedimento provvisorio d’urgenza per consentire lo sbarco dei 42 migranti a bordo.

Dopo aver esaminato le risposte ricevute, la Corte, con una missiva datata oggi, ha deciso che non c'erano sufficienti motivazioni per chiedere al Governo italiano di applicare misure d’urgenza perché questo viene concesso, precisa la Corte in un comunicato: «nei casi eccezionali in cui i richiedenti sarebbero esposti a un vero e proprio rischio di danni irreparabili».

La Corte di Strasburgo spiega che «le persone che avevano bisogno di assistenza medica immediata sono state soccorse» e che «in base alle informazioni fornite dalle parti è importante sapere se la nave Sea Watch 3 si trovi effettivamente sotto la giurisdizione italiana».

La Corte EDU «indica al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell'età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave».

Insomma un pronunciamento pilatesco a prova dell'inettitudine delle istituzioni europee.

In mattinata i 42 migranti a bordo della nave della Ong tedesca da 13 giorni hanno lanciato un ulteriore appello attraverso un video pubblicato sulla pagina Facebook della Ong: «Non ce la facciamo più, qui siamo come in prigione, aiutateci a sbarcare presto, a mettere i piedi giù da questa barca. Siamo tutti stanchi, esausti, stremati. Pensate a una persona appena uscita di prigione e fuggita dalla Libia, immaginate come debba sentirsi adesso questa persona. L’Italia si rifiuta di farci approdare, non ci lasciate qui così, non ce la facciamo più» dice una delle persone a bordo della nave.

Nel frattempo che si arrivi a una decisione il Forum Lampedusa Solidale si prepara a trascorrere la settima notte sul sagrato della chiesa di San Gerlando in segno di solidarietà ai 42 migranti a bordo della Sea Watch. Tra lampedusani e turisti ieri a fare visita al presidio è arrivato anche Vito Fiorino, uno degli eroi della strage del 3 ottobre 2013 in cui a poche centinaia di metri dall’Isola dei conigli morirono 366 migranti. Vito Fiorino ha una gelateria in centro a Lampedusa e ha portato delle coppe di gelato alle persone che sul sagrato hanno trascorso la notte. Tra di loro c’era anche Costantino Baratta, un altro degli eroi di quella indimenticabile tragedia.

«I politici qui non si sono fatti vedere, ma è meglio così, la nostra non è una protesta», ha detto Don Carmelo La Magra, il parroco di Lampedusa che ha ricevuto “l’abbraccio” delle altre realtà cattoliche e non che hanno ripetuto il gesto di solidarietà nei confronti dei migranti in altre città d’Italia.


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