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Gratta & Vinci nelle catene di elettronica, con tanto di pubblicità. Non dovevano vietarla?

Oramai è possibile vendere azzardo ovunque: non solo bar, tabaccherie, autogrill, ma anche supermercati, uffici postali, sale d'attesa. Raccontiamo il caso dei Gratta & vinci venduti in una popolare catena di negozi informatici. Con tanto di pubblicità. C'è una narrazione del contrasto all'azzardo che corrisponde sempre meno alla realtà

di Fabio Pellerano

Mentre una famiglia sceglie il nuovo frigorifero oppure un gruppo di amici l’ultimo gioco elettronico cosa c’è di meglio che tentare la fortuna con un Gratta e Vinci, da richiedere comodamente alle casse, come recita la pubblicità? Succede in un negozio Mediaworld di Torino che ho recentemente visitato, così come in tutti i gli altri 116 sparsi per la penisola. Il gioco d’azzardo quindi ha invaso un altro spazio che nulla ha a che fare con i luoghi deputati e a cui ci siamo ormai abituati. Ed è proprio questo uno dei principali problemi: l’abitudine e la normalità. Purtroppo non è normale trovare un gioco d’azzardo in un negozio che vende elettrodomestici e non è stato normale trovarli in passato alle Poste ( https://www.tgcom24.mediaset.it/giochiescommesse/articoli/articolo1179.shtml) o nei supermercati (https://codacons.it/gioco-dazzardo-codacons-illecito-comportamento-supermercati/). Certo Lottomatica si sarà fatta i conti e anche Mediamarket S.p.A., che fa parte del gruppo MediaMarktSaturn, si sarà fatta ingolosire dagli ulteriori incassi. Questo però non giustifica il fatto che da un paio di mesi mentre sei alla cassa ad aspettare di pagare il conto magari inizi a pensare e a sognare, per non dire illuderti, che il nuovo televisore potrebbe pagartelo la fortuna, anziché il denaro che si ha nel portafoglio o sul conto corrente.

Azzardo ovunque?

Ma quindi è possibile vendere tagliandi ovunque? Così sembrerebbe leggendo cosa scrive ADM sul suo sito. “La vendita dei biglietti è riservata ai punti vendita autorizzati, di cui possono far parte le ricevitorie del lotto, i tabaccai, le aree di servizio autostradali, i bar, le edicole ed altre categorie. L'aggio al rivenditore è pari all'8percento del prezzo di vendita di ciascun biglietto”. Quindi basta essere autorizzati, non certo dai Monopoli di Stato, ma dalla Concessionaria che ha quindi ampio margine di manovra. Se un giorno si troveranno in altre grandi catene, magari di abbigliamento o di articoli per la casa, sarà merito loro.

Come ogni grande azienda che si rispetti ha scritto un Codice Etico e di Comportamento che impegna in particolare gli Amministratori ad attenersi e ispirarsi ai principi riportati nel documento nel fissare gli obiettivi dell’impresa, nel proporre gli investimenti e realizzare i progetti, ed in qualsiasi decisione o azione relativa alla gestione della Società. Del pari, i dirigenti ed i responsabili delle funzioni aziendali, nel dare concreta attuazione all’attività di direzione della Società, dovranno ispirarsi ai medesimi principi, sia all’interno, rafforzando in tal modo la coesione e lo spirito di reciproca collaborazione, sia nei confronti dei terzi con i quali si entra in rapporto. Scorrendolo si incontra un paragrafo che dice che Mediamarket ritiene di primaria importanza lo sviluppo sostenibile del territorio in cui opera, in considerazione dei diritti della comunità e delle generazioni future. É ormai noto che il gioco d’azzardo opera esattamente al contrario: drena risorse dalle fasce sociali più disparate, spesso disagiate, e sottrae preziose risorse economiche per i consumi. Qualcosa sul piano etico quindi ci sarebbe da dire.

Non è comunque la prima volta che Mediaworld è in affari con Lottomatica. Dal 2 ottobre 2017 al 31 gennaio 2018 se si apriva un conto gioco Lottomatica, inserendo un codice promozionale e ricaricando, si riceveva un buono da 25 euro per effettuare acquisti online sul sito dell’azienda (fonte: qui).

Interessante anche la scelta delle immagini, che sono quelle dei precedenti tagliandi. Infatti dal 14 giugno è stato finalmente introdotto il nuovo layout che riporta l’efficace, ma anche no, frase: questo gioco nuoce alla salute. Può causare dipendenza patologica.

E il divieto di pubblicità?

Infine queste immagini che da un paio di mesi ne pubblicizzano la vendita come si conciliano con il Decreto Dignità e le linee guida dell’AGCOM? Non c’era un divieto assoluto di fare pubblicità a qualsiasi forma di gioco d’azzardo? Oppure questa è considerata furbescamente informazione e non induzione al gioco d’azzardo?

Intanto per radio è possibile ascoltare l’ultima pubblicità della nuova App My Lotteries di Lottomatica, con cui puoi fare un secondo controllo sul tagliando, caso mai uno fosse sbadato ed avesse controllato male e perso la vincita della vita! Rimane la tristezza di trovare oggetti d’azzardo sempre più diffusi in luoghi alieni e siccome gli apparecchi ormai sono diventati “notoriamente” un problema, perché non continuare a svuotare le tasche degli italiani utilizzando un altro prodotto, dimenticando che molte persone sviluppano una disturbo da gioco d’azzardo proprio con gli innocui “grattini”.


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