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Sostenibilità sociale e ambientale

Serve un New Deal per l’Europa, ma che sia Green

Lanciata anche in Italia la campagna internazionale che ha l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico, invertire l’austerità e costruire un futuro equo per tutti gli europei. L’invito che gli attivisti stanno facendo ai parlamentari europei e ai governi nel continente è quello di adottare il Green New Deal for Europe. Una ventina i membri del gruppo italiano che si rifà alla società civile e ai promotori dei Friday for Future

di Antonietta Nembri

È sbarcata anche in Italia la campagna internazionale “Green New Deal per l’Europa” che viene definita “apartitica e pan-europeista” e che ha l’obiettivo di far passare dal Parlamento Europeo un piano ambizioso per mitigare la crisi climatica e contrastare la disuguaglianza crescente. Come è facilmente intuibile dal nome l’ispirazione arriva dal New Deal del presidente statunitense Roosevelt e – si legge nella nota di lancio del gruppo italiano della campagna – il piano “richiede alla Banca di Investimento Europea di impiegare ogni anno il 5% del Pil dell’Unione Europea a favore della transizione ecologica, spingendo le risorse europee inutilizzate verso i servizi pubblici, facendo in modo che questa non pesi sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. Si tratta di una cifra pari approssimativamente a 500 miliardi di euro ogni anno; gli investimenti che verranno fatti saranno diretti tramite un’agenzia pubblica trasversale che coinvolgerà autorità regionali e municipali, le cui decisioni saranno, inoltre, supportate da assemblee di cittadini”.

A coordinare la campagna italiana è Lorenzo Ci (nome d’arte di Lorenzo Ciacciavicca, 32enne regista fiorentino e attivista dei Friday for future in Italia). «Mi occupa di attivismo climatico e lavoro sull’ambiente da 15i anni, mi sono impegnato in questa campagna europea già prima delle elezioni europee con l’obiettivo di fare un lavoro trasversale», spiega. Una ventina le persone che fanno parte del coordinamento italiano «e il gruppo si sta allargando». Si tratta per lo più di attivisti che fanno riferimento per esempio all’Italian Cimate Network, ad associazioni quali Legambiente e Greenpeace, «ma anche ai vari comitati dei Friday for Future. E poi molti di Diem25 ( (movimento per la democrazia in Europa – ndr), che aveva portato la proposta avanti in primo luogo. Ci sono anche alcune persone iscritte a partiti quali i Verdi o il Pd, ma non vogliamo dare una connotazione, il nostro è più che altro un gruppo informale».

Il piano, infatti, vuole riuscire ad agganciare in modo trasversale tutti i neo parlamentari di ogni schieramento perché, viene ricordato dai promotori della campagna, «L’Europa sta naufragando tra le due più grosse crisi che abbia mai affrontato: quella socio-economica e quella ecologico-climatica. Decenni di tagli alla spesa pubblica hanno svuotato i servizi sociali essenziali, deprezzato le infrastrutture di base e impoverito i cittadini europei. L’austerità per di più impedisce ai singoli governi di contrastare il collasso climatico-ecologico». Secondo i promotori il Green New Deal per l’Europa romperebbe questo circolo vizioso ridefinendo nuovi imperativi politici, utilizzando nuove metriche economiche, re-indirizzando le attuali risorse europee attraverso le comunità di tutto il continente. «È giunta l’ora di agire insieme per un’Italia ed un’Europa più equa e più verde».

In Italia, i promotori dell’iniziativa vedono opportunità importanti per rafforzare l’economia e la dignità del lavoro affrontando allo stesso tempo la grave crisi climatica che sta mettendo a rischio la vita su larga scala con i suoi problemi di natura ambientale; alluvioni, siccità, ondate di calore, innalzamento del livello del mare e molto altro, provocando guerre, immigrazione e molti problemi di natura sociale. Tra gli ispiratori, del resto c’è la deputata Usa, Alexandria Ocasio-Cortez che avvisa: «È approssimativo chiamare tutti i piani politici climatici Green New Deal. Il Green New Deal mette al centro il lavoro, la giustizia, le comunità di lavoratori nella messa in atto di una trasformazione della nostra economia, delle nostre infrastrutture».
Le prossime mosse dei promotori della campagna in tutta Europa – «una quarantina i gruppi attivi», ricorda Lorenzo Ci – vedranno il coinvolgimento dei parlamentari europei appena eletti. «Stiamo già contattando tutti gli eurodeputati di qualsiasi schieramento cui viene inviato un documento». Otto pagine in cui si presenta il piano e si invitano i politici ad aderire e impegnarsi per un Green New Deal per l’Europa. “Benvenuti al Parlamento europeo. Ora salvate il mondo”, sono queste le prime parole del messaggio che gli attivisti della campagna stanno inviando ai parlamentari, cui segue una pagina in cui si danno alcuni suggerimenti su come attivarsi sia sui social, sia in parlamento chiedendo per esempio di far entrare il Green New Deal per l’Europa nell’agenda di discussione della Plenaria a Strasburgo e promuovere, con gli altri deputati la richiesta di un dibattito sul futuro dell’Europa.

«Il nostro obiettivo è un piano imponente, come era stato il Piano Marshall che ricostruì l’Europa dopo la guerra, anche oggi siamo di fronte alla necessità di una ricostruzione e il Green New Deal è lo strumento» conclude Lorenzo Ci ricordando che il Green New Deal si basa su 10 pilastri (pubblicati a giugno e in allegato). «A settembre in tutti i Paesi europei sarà presentato un libro bianco che sarà realizzato con i migliori esperti in materia provenienti da università, think tanks, ong e movimenti. Speriamo diventi il documento più rilevante sul Piano».


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