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In ricordo di Franco Mandelli, ci sarà una targa nella sede nazionale

La cerimonia giovedì 25 luglio nella sala convegni a Roma per ricordare il grande ematologo. Alla cerimonia parteciperanno la famiglia del professor Mandelli, il professor Sergio Amadori, presidente nazionale Ail e una rappresentanza dell’associazione

di Redazione

«Ci sono persone che lasciano una traccia del loro passaggio in una comunità, il professor Franco Mandelli è certamente una di queste». Sono le parole di una nota di Ail per annunciare che giovedì 25 luglio, alle ore 11, a Roma, per ricordare l’illustre ematologo e storico presidente dell’associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, a un anno dalla sua scomparsa, sarà posata una targa commemorativa all’interno della Sala Convegni della sede nazionale, in via Casilina, 5.
La cerimonia si terrà alla presenza della famiglia del professor Mandelli, del professor Sergio Amadori, attuale presidente nazionale Ail e di alcuni rappresentanti dell’associazione. «Ricordarlo con un piccolo gesto, come questo», annota Sergio Amadori, presidente nazionale Ail, «significa testimoniare tutta la nostra gratitudine per un uomo e un medico che è stato sempre al servizio degli altri».

Il professor Franco Mandelli è considerato il padre dell’Ematologia italiana e colui che ha elevato l’Ail a modello di eccellenza del volontariato solidale in campo sanitario.
Continua la nota dell'associazione che quest’anno compie 50 anni. Così come oggi la conosciamo, "è frutto del lavoro e dell’impegno costante che il professor Mandelli ha saputo costruire negli anni".
“Cura e cuore” era il motto di Franco Mandelli, uomo di straordinaria umanità e medico di elevato profilo scientifico e culturale.
Le sue origini sono a Bergamo dove nasce nel 1931, da papà ingegnere e mamma insegnante. Laureatosi alla Statale di Milano, si specializza in Medicina Interna a Parma. Decisivo per la sua formazione è l’incontro con Jean Bernard, luminare dell’Hopital Saint-Louis. A Roma, dove aveva iniziato giovanissimo a impegnarsi nel campo delle malattie del sangue, a quei tempi quasi sconosciute, il professor Mandelli mette in piedi il reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I e nel 1982 fonda il primo centro pubblico per il trapianto di midollo osseo.

Mandelli ha fondato anche il Gimema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) ma soprattutto è stato l’anima e l’artefice di Ail che ha presieduto per lunghi anni. Sotto la sua guida l'organizzazione decolla mantenendo saldi i principi ispiratori e la mission, quella di raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro i tumori del sangue e garantire assistenza ai pazienti e ai loro familiari attraverso una rete che nei decenni ha saputo attrarre quasi 20mila volontari e creare 81 Sezioni provinciali diffuse sul territorio nazionale.

Il ricordo della sua grandezza morale e della dedizione che ha messo nel lavoro e per i malati, sarà sempre vivo. Conclude la nota.