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Agenzia per lo sviluppo, in arrivo una mannaia sui fondi per le ong

In una nota inviata dall’Aics alle ong si palesa la riduzione dei fondi per il bando OSC 2019: da 70 a 26,4 milioni. La cooperazione allo sviluppo? Rischia di diventare mera testimonianza. Ecco la lettera aperta al ministro Moavero Milanesi e alla viceministro Del Re

di Redazione

La cooperazione allo sviluppo? Rischia di diventare mera testimonianza. C’è in arrivo infatti una mannaia sui fondi per le ong. Lo denunciano Silvia Stilli, Raffaele K. Salinari e Paola Crestani, rispettivamente portavoce di AOI, portavoce del CINI e presidente di LINK2007 che hanno scritto oggi una lettera aperta ai massimi responsabili di Governo per la politica estera e di cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese, il Ministro Enzo Moavero Milanesi e la vice Ministra Emanuela Del Re.

«Con spirito critico quanto costruttivo», «fortemente motivate affinché la legge [sulla cooperazione allo sviluppo, ndr, la 125 del 2014] funzioni in ogni suo aspetto e dunque venga pienamente attuata», ecco le osservazioni e le preoccupazioni delle ong.

1. Il funzionamento dell’Agenzia

È il livello operativo. E a tal proposito «dobbiamo rilevare criticità che al momento non hanno nessuna risposta e che dunque ci preoccupano non poco. In primis il completamento dell’organico Aics». Le ong riconoscono gli sforzi dell’attuale dirigenza e l’abnegazione dei singoli soggetti per cercare di mantenere la macchina in uno stato accettabile di efficienza, «tuttavia, sono improcrastinabili le decisioni politiche, dunque di livello governativo»: se il concorso per gli esperti e i dirigenti non verrà attivato a brevissimo, l’Agenzia non avrà nemmeno il numero minimo di persone per seguire la normale amministrazione. Per questo le ong chiedono a Moavero e Del Re un sollecito intervento presso la Funzione Pubblica e gli Enti preposti.

2. I bandi

Il bando progetti promossi e quello ECG per il 2019 non sono stati ancora avviati e secondo quanto è stato appreso dal Direttore dell’Agenzia e i suoi collaboratori, «sussiste l’orientamento di rinviarli all’anno prossimo in attesa di nuove procedure». Questo mentre i bandi per le Imprese e gli Enti Locali stanno procedendo. Ci sarebbe «grave ed evidente nocumento delle programmazioni OSC e dei propri partner in Italia e nei Paesi target», affermano le ong, oltre dire che, per quanto benvenute siano regole migliorative del sistema finché esistono procedure ufficiali, queste vanno applicate, come d’altronde sta avvenendo per le Imprese e gli Enti Locali.

3. Il funzionamento del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo

Il suo funzionamento concreto «non ci sembra coerente con il mandato assegnatoli. Tre punti specifici: la regolare convocazione, la mancata valorizzazione del contributo dei gruppi di lavoro e la necessità di una revisione, per noi un allargamento, di alcuni livelli di rappresentanza», chiedono le ong.

4. Il taglio delle risorse per la cooperazione

La riduzione dei fondi rimetterebbe in discussione gli impegni internazionali e la reputazione del Paese, oltre che portare grave nocumento al sistema della Cooperazione. «Poche cifre possono rendere l’idea di questa nostra preoccupazione: in una nota inviataci dall’Aics si palesa con tutta evidenza una rilevante riduzione dei fondi per il bando OSC 2019 nell’impegno per i progetti pluriennali: da 70 a 26,4 milioni. Se queste cifre fossero confermate saremmo al concreto rischio di condizioni che configurano una cooperazione non governativa italiana ridotta a “mera testimonianza”». «Non possiamo accettarlo, dati anche gli impegni presi dall’Italia in ambito UE e ONU sulle percentuali dell’APS rispetto al PIL», si legge nella lettera.

5. La gestione in forma securitaria dei fenomeni migratori

La crescente gestione in forma securitaria dei fenomeni migratori, preoccupa le ong, come «l’acquisizione da parte del Ministero degli Interni dei fondi derivati dalla minor accoglienza e destinati ad azioni di politica estera che secondo il nostro punto di vista non sono spettanti a quel Ministero».

Le organizzazioni chiedono un confronto diretto con i massimi responsabili di Governo per la politica Estera e di Cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese. Prima che sia troppo tardi.

Foto AVSI


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