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L’emergenza chiede bellezza

Il concorso lanciato da Emergency per i suoi 25 anni. 150 i progetti presentati. La vincitrice assoluta è un’italiana, Giulia Radaelli. Che ha proposto un giardino per il benessere dei pazienti che hanno vissuto contesti altamente traumatici

di Giuseppe Frangi

Ben 150 progetti arrivati: la “chiamata” ai designer in occasione dei 25 anni di Emergency è stata indubbiamente un successo. L’obiettivo era quello di immaginare progetti che contribuissero alla missione di una Ong impegnata in particolare a lavorare in contesti di guerra o dove la guerra ha lasciato segni pesanti. I numeri dicono che la risposta c’è stata. E che quindi il mondo del desgin se mobilitato è pronto a mettere le proprie energie a servizio di chi lavora sulle frontiere dell’umanitario e della solidarietà.

Era una chiamata, ma anche un concorso: una giuria infatti ha selezionato i vincitori per le categorie Prodotti e Servizi, e un vincitore assoluto. Il primo premio è andato a una giovane designer romana, Giulia Radaelli che ha presentato il progetto di un giardino ideato per il benessere dei pazienti che hanno vissuto contesti altamente traumatici. È uno spazio dove si può passeggiare e riscoprire nell’equilibrio della natura che un’altra vita, dopo la guerra, è ancora possibile. Uno spazio verde, bello e confortevole, che ospita una serie di aree per il recupero post trauma, dalle attività di fisioterapia a stimolazioni di tipo sensoriale, e possa conciliare la funzionalità di un edificio altamente tecnologico con l’armonica bellezza del paesaggio naturale.

«Non sono partita dai bisogni di queste persone», ha spiegato Giulia Radaelli, «ma ho cercato di raccogliere i loro desideri». È una sottolineatura importante, perché spiega come anche il progetto pensato per rispondere ad un’emergenza debba tener conto di un altro fattore: quello che il destinatario si aspetta ha anche a che fare con la bellezza. Radaelli, raccontando il suo giardino, ha voluto sottolineare come avesse curato anche la scelta delle piante, tenendo insieme piante “antagoniste”, che in natura non si trovano mai vicine. Questo per lanciare un altro messaggio: le diversità possono convivere. Anzi convivendo generano situazione di bellezza.

Nella categoria Prodotti ha vinto All Season Protectiv Syste, progetto di StudiSelce di Londra. Si tratta di un sacco a pelo polifunzionale che ha lo scopo di offrire un riposo agevole e comodo anche in situazioni di difficoltà. Prodotto in Tyvek, un tessuto sintetico simile alla carta ma molto più resistente, il sistema di protezione è costruito su tre strati, progettati per essere riempiti con materiali ariosi morbidi (come foglie o giornali) e collegati tra loro in modo da trasformare il sacco a pelo in tenda, zaino, fino a diventare un rifugio d’emergenza.

The Berlin Time Exchange è invece risultato il progetto vincitore della categoria Servizi presentato da Francesca Rogers: un mercato multiculturale e d’incontro generazionale, dedicato alla capitale tedesca. L’originalità della proposta sta proprio nello sfruttare il tempo come moneta di scambio all’interno di un sistema che, però, assomiglia ad un vero e proprio mercato tradizionale. Per l’avvio del mercato, enti profit e non, contribuiranno in maniera diretta e indiretta alla “banca del tempo”; offrendo servizi e prodotti ai berlinesi, il mercato dovrebbe, pian piano, diventare autosufficiente.

Infine la giuria ha voluto attribuire un premio extra, ad un progetto presentato nella categoria Ambienti e ideato da tre designer spagnoli, Marta Sánchez Pérez, José María Mateo Torres and Tomás Larios Roca. Emergency Box è ispirato agli origami giapponesi, una toilette pubblica dal design anticonvenzionale e di facile installazione, progettata proprio per quei luoghi in cui mancano servizi igienici privati e confortevoli. Posizionate consecutivamente su una area piana, le “toilette sociali”, sono azionate da un pedale interno collegato ad una molla che eleva la struttura coprendo l’utente e dandogli intimità.


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