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Bandi europei. Si chiude il corso di Fondazione Triulza, il bilancio

Con il quinto e ultimo modulo dedicato alla salvaguardia dell'ambiente e della natura si chiude il laboratorio tecnico-pratico “Fondi Europei: si può fare!” 2019. L’intervista ad Alessandra Mambriani, responsabile marketing della Fondazione

di Lorenzo Maria Alvaro

Il 12 novembre si terrà il quinto e ultimo appuntamento teorico-pratico del corso organizzato dalla Fondazione Triulza con il Gruppo Cooperativo CGM nell’ambito del progetto BEEurope, ideato insieme a Fondazione Cariplo, con cui vuole continuare a dare un sostegno concreto all’internazionalizzazione delle organizzazioni del Terzo Settore e dell’Economia Civile, migliorare la loro capacità di accedere ai fondi UE e di partecipare a programmi internazionali d’innovazione sociale. «L'obiettivo era offrire ai partecipanti “le chiavi di accesso” alle risorse informative e alle tecniche della progettazione e rendicontazione europea, indispensabili per la partecipazione ai bandi a gestione diretta, per la gestione del ciclo di vita del progetto in tutte le sue fasi, per l’impostazione del budget, per il coinvolgimento dei partner», sottolinea Alessandra Mambriani, responsabile marketing della Fondazione, che aggiunge: «direi che possiamo dire “missione compiuta”». L’intervista


Il ciclo di appuntamenti è stato quindi un successo?
Nei primi quattro appuntamenti hanno partecipato oltre 50 persone. Non ci aspettavamo un numero così alto di persone interessate

Perché no?
Il motivo per cui nasce questa nostra proposta formativa è proprio il fatto che l'attenzione verso il tema della progettazione europea delle organizzazioni non profit non è così alta. A questo si aggiunge la convinzione della maggior parte delle realtà sociali più piccole di non riuscir3e a partecipare o a realizzare questo tipo di progetti. Volevamo sensibilizzare rispetto a queste attività e far capire che non è una dimensione così lontana o difficile da approcciare

Cosa è emerso durante questi appuntamenti?
Noi volevamo far capire alle organizzazioni che i loro progetti che già avevano in casa potevano diventare progetto europeo. Ci siamo accorti che c'era una grande confusione di fondo: non c'è coscienza di cosa è finanziabile e cosa invece no lo è. € necessario lavorare su progettazioni che non riguardino la sostenibilità delle realtà non profit. Quello che è certo è che dal 2020 vorremmo riproporre l'esperienza, magari facendola diventare regionale e non più solo milanese.

Avete riscontrato criticità da correggere in questa prima edizione?
Sì, otto ore per presentare una linea programmatica ed entrare nel merito dello strumento sono poche. Cercheremo di capire se si possono creare più livelli di approfondimento magari dedicando ad ogni tematica, come ad esempio il budgeting, più giornate

Il punto di forza su cui costruirete anche le prossime edizioni invece qual è?
La forma laboratoriale e fattiva. Il fatto che sia una proposta molto pratica lo rende un corso che viene molto apprezzato perché insegna davvero come muoversi e lavorare

Per il 2019 la docente è stata Sabina Bellione di Cgm. Riproporrete lo stesso format anche nel 2020?
Sicuramente collaboreremo con Sabina per la progettazione anche l'anno prossimo. Ma andremo a capire insieme se ci sarà la necessità, nel caso il percorso dovesse ampliarsi molto, se sia il caso di trovare anche altri docenti


Il prossimo incontro formativo sarà il 12 novembre
Sarà dedicato al programma LIFE. Le iscrizioni sono aperte
Il Fondo intende contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e della natura grazie al passaggio a un'economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici


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