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Nel 2045 il testamento solidale sarà davvero digitale?

Legacy Foresight ha pubblicato un report secondo cui nel 2045 i lasciti al non profit raddoppieranno il loro valore. Nell'elenco delle 10 previsioni c'è la necessità per le charities di saper parlare per decenni con sostenitori sempre più anziani (Penny ad esempio ha 105 anni), che interpretano la loro scelta sempre più come investimento. Quanto di tutto ciò vale anche per l'Italia? Ce lo dice Stefano Malfatti

di Sara De Carli

Negli ultimi 25 anni, i lasciti testamentari e le offerte in memoria sono più che raddoppiati e lo stesso accadrà per i prossimi 25 anni. Secondo il report Giving Tomorrow: Legacy and In-Memory 2045, recentemente pubblicato da Legacy Foresight in occasione dei suoi 25 anni, il valore di testamenti solidali e donazioni in memoria si è aggirato nel 2018 – solo in UK – sui 5 miliardi di sterline all'anno (3 miliardi+ 2, rispettivamente). Nel 2045 questo segmento del non profit raddoppierà e i lasciti al non profit varranno 5,9 miliardi di sterline nonostante il clima economico incerto e la Brexit, che spingeranno le famiglie con figli ad essere meno propense alla donazione. «Coppie e persone senza figli – annota il report – saranno più importanti che mai per le charities. D’altronde il 20% delle donne nate negli anni ’60 non hanno avuto figli, contro il 12% di quelle nate negli anni ‘30».

Per loro la decisione di lasciare dei beni ad una charity sarà molto più emotivamente coinvolgente che non la scelta di lasciare i propri soldi a parenti lontani: «people are increasingly asking, why should I, when I can support a cause I love instead?», suggerisce il report. Fra le molte suggestioni che arrivano da queste due dozzine di pagine, c’è quella dei “testamenti digitali” e la prospettiva per le organizzazioni non profit di avere a che fare con interlocutori molto molto anziani, per un lungo arco di tempo, che chiederanno conto per decenni – tra la decisione del testamento e la morte – dell’impatto dei progetti. Come Penny, 105 anni, che ha perso il marito nel 2019 ed è rimasta a casa fino ai suoi 95 anni con l’aiuto di un personal robot, mentre oggi (nel 2045) dalla sua RSA continua – grazie alla tecnologia – a dialogare con i propri cari e ha pensato di destinare i suoi beni alla ricerca sull’Alzheimer (di cui era malato il marito), a una charity che si occupa di bambini e agli animali.

Legacy Foresight ha fatto 10 previsioni per il 2045, elencate di seguito.

  1. Double the income. Double the opportunity: una crescita trainata dalla generazione dei baby boomer, numericamente ampia e più propensa sia a fare testamento sia a fare un testamento solidale
  2. Show me the money (and where you spend it): rispetto alle generazioni precedenti, i baby boomer saranno più puntuali nel chiedere conto di come verranno spesi i propri soldi e che impatto genereranno. Anche le donazioni, per loro, sono investimenti.
  3. Child-free and non-conformist: una generazione più attenta e interessata a chi ha “bisogno” dei suoi soldi e a chi desiderano lasciarli, piuttosto che della dimensione di a chi “dovrebbero” andare.
  4. Competition is intense. So let’s split up: le persone anziché scegliere una sola charity, ne sosterranno più di una
  5. Online, and on the money: le ultime volontà potranno essere espresse in un video, un file audio, un testo… tutto sarà accolto come testamento
  6. It’s my (digital) life: proprietà intellettuali, conoscenze, connessioni (anche digitali)… potranno essere oggetto di eredità
  7. Volunteers are the new revolution: avendo molti anni tra la pensione e la morte, le persone faranno molto volontariato più di oggi. Questo rafforzerà i legami con le organizzazione più piccole e locali, che verosimilmente saranno più menzionate nelle ultime volontà
  8. Remember me when I’m gone. Not like that, like this: le persone progetteranno nel dettaglio il modo in cui vorranno essere ricordate
  9. Before I say goodbye…: nella misura in cui la medicina (ma anche la legislazione sull’eutanasia) permetteranno di “prevedere” il tempo che si ha a disposizione, le persone potranno scegliere di lasciare una certa smma di denaro a una organizzazione non profit che amano, in tempo per vedere l’impatto.
  10. Let’s work together. We can beat this thing: su temi come l’ambiente e le disuguaglianze sociali crescerà una dimensione transnazionale, nella logica di unire le risorse per massimizzare gli impatti.

Stefano Malfatti, Direttore Comunicazione e Raccolta Fondi presso l’Istituto Serafico di Assisi, presidente dell’Associazione festival del Fundraising, nel 2014 ha vinto sia l’Italian Fundraising Award che il Global Fundraising Award. È esperto di lasciti testamentari. Abbiamo chiesto a lui di commentare le suggestioni proposte dal report: «Le proiezioni economiche valgono per il mercato inglese, che anche in Italia il valore dei testamenti solidali possa raddoppiare da qui al 2045 può essere plausibile ma non siamo in grado di dare un’indicazione del genere si perché il mercato italiano è ancora lontano da queste consapevolezze, sia – soprattutto – perché a noi mancano numeri certi di quanto pesa oggi questo tipo di mercato. Abbiamo la proiezione fatta da Fondazione Cariplo qualche anno fa, ma si trattava appunto di una proiezione e le ottime ricerche annuali fatte da Gfk per il Comitato Testamento Solidale, su un campione però piccolo», afferma.

Secondo Malfatti sono invece utili alcuni indicatori qualitativi, di cui tenere conto: «ad esempio prendere consapevolezza di come in questi anni sono cambiate le famiglie, del fatto che le persone muoiono in età più avanzata di una volta. Sono tutte cose che devi tener presente nel momento in cui imposti una campagna sui lasciti testamentari. Ora la famiglia non c’è o dove c’è, è più frazionata e frammentata, se non accompagni le persone a fare testamento in maniera adeguata, questo rischia di essere più un problema che un’opportunità, sia per la famiglia sia per gli enti che sono citati, diventa tutto più complesso».

Malfatti sorride ma non troppo dinanzi all’immagine della signora Penny, 105 anni, che dalla casa di riposo inforca i suoi google glass per parlare con i suoi nipoti… «In realtà l’accompagnamento di queste persone nel tempo da parte delle organizzazioni non profit è un tema vero: da un lato è assolutamente necessario che chi sta pensando di fare un lascito solidale una persona, possa parlare con una persona, un volto – Stefano, Sara – e che non sia invitato a scrivere a “info@”. D’altra parte non è possibile avere una sola persona nell’organizzazione che sa di lasciti e ne parla volentieri con i donatori: occorre un team, anche perché la prospettiva è quella di accompagnare questi sostenitori per 10-15-20 anni… Per tutto questo arco di tempo anni ti verranno a interpellare sui progetti, vorranno sapere cosa hai fatto: se Stefano domani se ne va, ci deve essere uno dietro di lui che sa fare lo stesso». È dentro questo frame che si spiega la crescita attesa per le piccole e medie realtà locali: «Attirano di più perché sono più riconoscibili e identificabili, perché con loro il dialogo è più facile: il tema del testamento porta forte con sè la personalizzazione del rapporto», ribadisce Malfatti.

Per lui, tuttavia, resta cruciale in Italia fare un passo in più sui dati. «Mi piacerebbe trovare 20-30 colleghi disponibili a condividere qualche macrodato, sia quantitativo che qualitativo. Il momento in cui io imparo di più – lo dico sempre – è quando parlo con i donatori e loro mi portano non questioni legate all’organizzazione ma alla loro vita, alla loro famiglia, al patrimonio. Di cosa ti parla la gente quando viene a parlare con te di un lascito solidale? Sono più donne o più uomini? Perché vogliono fare un lascito? Perché il marito o la moglie è morto da poco? Per loro istinto? Perché sono malate? Perché è nato un nipote? Perché devono fare un viaggio e hanno paura di volare? Sono queste le cose che ci aiutano a comunicare meglio e a capire come parlare al cuore delle persone. Vengono da queste domande le indicazioni per i prossimi 10-15 anni».

E il testamento digitale che Legacy Foresight suggerisce? «Tra una ventina d’anni il tema si affaccerà sicuramente sulla soglia, ma la legge sulle successioni in Italia è talmente rigorosa e legata al diritto di famiglia che difficilmente vedo la possibilità di una modifca. Tuttavia devo dire anche che in una famiglia normale, se un figlio trova un video o un audio del papà che dichiara il desiderio di fare una donazione o un lascito al non profit, cosa fa, non lo rispetta? Anche se non c’è un valore legale di quell’indicazione, essa può valere moralmente».

Insomma, come dice Rob Cope, direttore di Remember A Charity, nella citazione che il report Giving Tomorrow: Legacy and In-Memory 2045, mette in copertina, «The next 25 years will be the biggest transfer of wealth from generation to generation ever seen in history. You’re either a part of that, or you’re not».


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