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Sette richieste per un nuovo welfare lombardo per la disabilità

Nel 2020 in Lombardia si conclude il Piano di Azione Regionale per le persone con disabilità. Anffas Lombardia, Aci Welfare Lombardia e Uneba Lombardia hanno avviato una interlocuzione con la Regione su come garantire il consolidamento, la tenuta e la riqualificazione dell’attuale sistema di welfare lombardo per la disabilità

di Redazione

Con gli Stati Generali che si sono tenuti a Milano tra maggio e giugno, Anffas Lombardia ha aperto una riflessione profonda su come garantire il consolidamento, la tenuta e la riqualificazione dell’attuale sistema di welfare lombardo per la disabilità. Nel corso di questa legislatura regionale, infatti, scadrà il Piano di Azione Regionale per le Persone con Disabilità 2010/2020. L’obiettivo era quello di sostenere e stimolare le istituzioni a valorizzare i livelli di eccellenza della nostra Regione, senza rinunciare a disegnare una politica per la disabilità capace di affrontare le ancora troppe domande che anche sul nostro territorio non trovano puntuale risposta né da parte delle istituzioni né dal mondo associativo e di impresa sociale, nel rispetto della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Lo scorso 23 ottobre, presso la sede dell’Assessorato regionale alle Politiche sociali, casa e disabilità, si è tenuto un primo incontro, atteso da tempo in cui Anffas Lombardia, Aci Welfare Lombardia e Uneba Lombardia hanno esposto i problemi che affliggono l’intero settore delle politiche e degli interventi rivolti alle persone con disabilità sul territorio regionale.

Queste, in sintesi, le questioni poste all’attenzione di Regione Lombardia:

  1. istituire un luogo di confronto permanente che affronti l’insieme delle politiche e degli interventi da attuare in favore delle persone con disabilità e dei loro familiari, a partire dalla revisione della filiera dei servizi, per adeguare il sistema dell’offerta alle mete di inclusione sociale delle persone con disabiiltà;
  2. adeguare le tariffe delle unità d’offerta sociosanitarie, ferme al 2010, recuperando sia i valori inflattivi dal 2010 sia i costi derivanti dai rinnovi contrattuali, oltre agli ulteriori costi sostenuti per gli adeguamenti normativi (per esempio la legge sulla responsabilità degli enti, le norme per la tutela dei dati sensibili/privacy, ecc.);
  3. finanziare tutti i posti (di centri diurni e di servizi residenziali) in regola con le norme in materia di accreditamento, al fine di ridurre i costi a carico dei Comuni e delle famiglie;
  4. intervenire con urgenza per risolvere le criticità delle Comunità Alloggio Socio Sanitarie per persone con disabilità, affrontando sia gli aspetti legati al loro funzionamento (somministrazione farmaci, vigilanza nelle ore notturne) sia gli aspetti del finanziamento e della remunerazione tariffaria prevedendo almeno il raddoppio dell’importo medio del voucher di lunga assistenza (oggi pari a € 18,00);
  5. uniformare lo svolgimento dell’attività di vigilanza chiarendo le diverse interpretazioni assunte dalle commissioni territoriali;
  6. risolvere le criticità delle attività di riabilitazione ex art. 26 L.833/1978 rivolte ai minori con disabilità e, al contempo, procedere con la stabilizzazione delle sperimentazioni avviate negli anni scorsi (2012), così come previsto da Regione Lombardia nel D.C.R. 18 dicembre 2018 n. XI/ 285, ma purtroppo non ancora attuato. Quanto previsto dal D.C.R di Regione risulta urgente e necessario a poter affrontare le fragilità della disabilità complessa e dell’autismo in particolare;
  7. chiarire gli aspetti legati all’impiego nei servizi sociosanitari degli educatori con titolo sanitario e degli educatori con titolo socio-pedagogico.

Regione Lombardia, attraverso l’Assessorato al Welfare e Assessorato alle Politiche sociali, Casa e Disabilità, ha positivamente accolto la richiesta di riprendere il confronto su questi temi e ha riconvocato le tre organizzazioni per il giorno 13 novembre 2019.

Emilio Rota, Valeria Negrini e Luca Degani, presidenti rispettivamente di Anffas Lombardia, Aci Welfare Lombardia e Uneba Lombardia, hanno espresso soddisfazione per la disponibilità al confronto, i cui esiti saranno tempestivamente trasmessi alle proprie reti associative e gestionali, alle persone con disabilità e alle loro famiglie, ai Comuni lombardi e all’opinione pubblica. Auspicano altresì che quanto richiesto entri a far parte della programmazione regionale già a partire dall’anno 2020 ed esprimono nel contempo una forte preoccupazione, in caso di una non tempestiva risposta alle criticità riscontrate, sulla tenuta dei servizi, sul rischio di chiusura di alcune tipologie di unità di offerta (comunità e riabilitazione minori in primis), sull’aumento significativo delle rette a fronte dei rinnovi contrattuali.

Foto di Bruce Mars da Pexels


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