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Palermo, i cittadini diventano mentori dei giovani migranti

Impiegati, pensionati, insegnanti, lavoratori autonomi, medici, studenti, imprenditori, persone in cerca di occupazione, sia uomini, sia donne, di età compresa fra i 26 e i 65 anni. Sono questi i profili dei primi 50 aspiranti mentori che si sono iscritti sul sito di Refugees Welcome Italia per aderire al progetto “Fianco a fianco”, lanciato dall’associazione in collaborazione con Unicef

di Anna Spena

«Ho viaggiato moltissimi anni in diversi paesi del centro America e in India.Ho tempo libero da trascorrere per qualcosa di costruttivo e duraturo. Sono stata straniera e porterò sempre le persone che mi hanno aiutato nel corso delle mie tappe. Credo sia giunto il momento per ricambiare»,C. 30 anni, receptionist. E poi ancora «Sono una mamma, sono una volontaria della Croce Rossa e sono sempre interessata a mettere a servizio di chi ha bisogno le mie conoscenze. Mi piace poter creare relazioni che possano costruire un vivere comune di sincera umanità», A.46 anni, impiegata. «Credo fermamente che avere qualcuno accanto al momento dell'arrivo in Italia sia fondamentale per poter avviare un buon percorso di inclusione», A., 39 anni mediatrice.«Le migrazioni hanno reso e rendono ricca di cultura la mia terra, ho un debito nei confronti di ogni essere umano che vi arrivi e ancor più per mare», E. 41 anni, insegnante.

Queste sono solo alcune delle richieste arrivate a Refugees Welcome Italia e Unicef che insieme a Palermo hanno lanciato il progetto sperimentale “A fianco a fianco: cittadini insieme a giovani migranti” per trovare 50 mentor volontari per 50 giovani migranti e rifugiati.

Oltre l’80% dei minorenni non accompagnati che arrivano in Italia ha un’età compresa fra i 16 e i 17 anni. Si tratta, quindi, di adolescenti che, anche dopo il raggiungimento della maggiore età, continuano ad aver bisogno di essere sostenuti nel loro cammino. Spesso faticano a realizzare il loro potenziale e a mettere in pratica le loro capacità. Le reti di supporto professionale sono fondamentali, ma anche quelle informali possono essere di notevole aiuto e complementari: poter contare su qualcuno che conosca bene il Paese che li ospita e che li aiuti a far fronte alle piccole e grandi sfide che li attendono, può fare la differenza nella loro vita. Sperimentando la figura dei “mentori”, il progetto si propone di mobilitare la società civile affinché abbia un ruolo attivo nel facilitare i processi di inclusione sociale di migranti e rifugiati. Un mentore è un cittadino che, gratuitamente, sceglie di accompagnare un giovane migrante nel suo percorso in Italia, costruendo una relazione di fiducia e mettendo a disposizione le proprie risorse – sociali, relazionali, professionali. Il mentore ascolta, orienta, incoraggia, crea nuove connessioni, condivide conoscenze e competenze, attiva risorse e opportunità, dedica tempo, dà una mano nel risolvere problemi quotidiani.

«Sono tante le persone che hanno voglia di essere protagoniste nell’affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo, mettendo in gioco le proprie capacità e la propria esperienza di vita. La cittadinanza attiva è una risorsa da valorizzare. Con questo progetto, cerchiamo di facilitare una connessione tra bisogni e potenzialità, per una esperienza che arricchisca tutti», dice Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.

«L’esperienza dei tanti ragazzi e ragazze che abbiamo incontrato con i nostri programmi, ci racconta della loro necessità di essere accompagnati nei loro percorsi», continua Anna Riatti, coordinatrice UNICEF del programma a favore di bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia. «Lo abbiamo già visto con i tutori volontari proprio a Palermo ed in collaborazione con il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune: la relazione umana fa la differenza, soprattutto per persone che hanno vissuto spesso situazioni drammatiche di violenza e la cui fiducia con l’altro – in primis con le figure adulte – è stata compromessa. Siamo fiduciosi nella risposta della cittadinanza che si è già rivelata in tante occasioni attiva e solidale.

Sono davvero tante le richieste arrivare sul portale Refugees Welcome Italia per aderire al progetto “Fianco a fianco”: Impiegati, pensionati, insegnanti, lavoratori autonomi, medici, studenti, imprenditori, persone in cerca di occupazione, sia uomini, sia donne, di età compresa fra i 26 e i 65 anni. Tutti pronti a mettersi in gioco. Come M., 55 anni, insegnante: «La principale motivazione è la certezza che l'incontro tra culture sia un pilastro fondamentale dello sviluppo delle comunità. I giovani che si trovano, spesso loro malgrado, a "giocare fuori casa" hanno bisogno di tutto il supporto di chi, invece, si trova nella sua comfort zone. Opero da un decennio come volontario nel settore dell'educazione interculturale e desidero e credo di essere capace adesso di poter fare di più e di poter dare il mio contributo». Oppure S., 70 anni, pensionato: «Sono pensionato e ho del tempo libero. Non ho mai fatto volontariato attivamente e, vedendo questo progetto, ho pensato che fosse giunto il momento di darmi da fare in prima persona».


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