Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Tokarczuk: «Non abbiamo narrazioni pronte non solo per il futuro, ma anche per l’ora»

L’importanza delle parole e della tenerezza in letteratura e nel racconto del mondo. La tenerezza è l’arte di personificare, condividere i sentimenti e quindi scoprire infinite somiglianze. Ecco alcuni passaggi del discorso tenuto in Svezia dalla scrittrice polacca Olga Tokarczuk, Nobel per la Letteratura del 2018, pronunciato ieri

di Redazione

Mia mamma ha posto la mia esistenza fuori dal tempo, nelle dolci vicinanze dell’eternità. Nella mia mente di bambina capivo che esisteva più di quanto avessi mai immaginato prima. E che anche se un giorno mi fossi trovata a dire “Io sono persa”, avrei comunque iniziato a dirlo con le parole “Io sono”, le parole più importanti e strane del mondo. E così una giovane donna che non è mai stata religiosa, mia madre, mi ha dato una cosa che una volta si chiamava anima, fornendomi così il più grande e sensibile strumento per raccontare il mondo. (…)

Il mondo è un tessuto che cuciamo quotidianamente su grandi telai di informazioni, discussioni, film, libri, pettegolezzi, piccoli aneddoti. Oggi la portata di questi telai è enorme: grazie a Internet, quasi tutti possono prendere parte al processo, assumendosi la responsabilità e non assumendola, amorevolmente e odiosamente, nel bene e nel male. Quando questa storia cambia, cambia anche il mondo. In questo senso, il mondo è fatto di parole.

Il modo in cui pensiamo al mondo e, forse ancora più importante, il modo in cui lo narriamo hanno un significato enorme, quindi. Una cosa che accade e che non viene raccontata cessa di esistere e perisce. Questo è un fatto ben noto non solo agli storici, ma anche (e forse soprattutto) a ogni politico e tiranno. Chi ha e intreccia la storia, governa.

Oggi il nostro problema sta – sembra – nel fatto che non abbiamo ancora narrazioni pronte non solo per il futuro, ma anche per l’“ora”, per le trasformazioni ultrarapide del mondo di oggi. Ci manca la lingua, ci mancano i punti di vista, le metafore, i miti e le nuove favole. Tuttavia vediamo frequenti tentativi di sfruttare narrazioni arrugginite e anacronistiche che non possono adattarsi al futuro agli immaginari del futuro, senza dubbio basate sul presupposto che un vecchio qualcosa sia migliore di un nuovo nulla, o provando in questo modo a gestire i limiti di i nostri orizzonti. In una parola, mancano nuovi modi di raccontare la storia del mondo. (…)

Continuo a chiedermi se in questi giorni sia possibile trovare le basi di una nuova storia universale, comprensiva, inclusiva, radicata nella natura, piena di contesti e allo stesso tempo comprensibile. Potrebbe esserci una storia che vada oltre la prigione non comunicativa del proprio io, rivelando una gamma più ampia di realtà e mostrando le reciproche connessioni? Sarebbe in grado di mantenere la distanza dal punto centrale ben calpestato, ovvio e non originale delle opinioni condivise, e riuscire a guardare le cose in modo centralizzato, lontano dal centro? (…)

Scrivo di fantasia, ma non è mai pura fabbricazione. Quando scrivo, devo sentire tutto dentro di me. Devo lasciare che tutti gli esseri viventi e gli oggetti che compaiono nel libro attraversino me, tutto ciò che è umano e al di là dell’umano, tutto ciò che vive e non è dotato di vita. Devo dare un’occhiata da vicino a ogni cosa e persona, con la massima solennità, e personificarli dentro di me, personalizzarli.

Questo è ciò per cui la tenerezza mi serve perché la tenerezza è l’arte di personificare, condividere i sentimenti e quindi scoprire infinite somiglianze. Creare storie significa portare costantemente in vita le cose, dando vita a tutti i minuscoli pezzi del mondo che sono rappresentati dalle esperienze umane, dalle situazioni che le persone hanno subito e dai loro ricordi. La tenerezza personalizza tutto ciò a cui si riferisce, rendendo possibile dargli una voce, dargli lo spazio e il tempo per venire all’esistenza e per essere espresso.

La tenerezza è spontanea e disinteressata; va ben oltre il sentimento empatico dei compagni. Invece è la condivisione consapevole, sebbene forse leggermente malinconica, comune del destino. La tenerezza è una profonda preoccupazione emotiva per un altro essere, la sua fragilità, la sua natura unica e la sua mancanza di immunità alla sofferenza e agli effetti del tempo. La tenerezza percepisce i legami che ci collegano, le somiglianze e l’identità tra di noi. Mostra il mondo come vivo, vivente, interconnesso, cooperante e codipendente su se stesso. La letteratura è costruita sulla tenerezza verso qualsiasi essere diverso da noi stessi.

(…) È il meccanismo psicologico di base del romanzo. Grazie a questo strumento miracoloso, il mezzo più sofisticato di comunicazione umana, la nostra esperienza può viaggiare nel tempo, raggiungendo coloro che non sono ancora nati, ma che un giorno si rivolgeranno a ciò che abbiamo scritto, alle storie che abbiamo raccontato di noi stessi e del nostro mondo. Non ho idea di come sarà la loro vita o di chi saranno. Spesso ci penso con senso di colpa e vergogna. L’emergenza climatica e la crisi politica in cui stiamo ora cercando di trovare la nostra strada e alle quali siamo ansiosi di opporci salvando il mondo non sono nate dal nulla. Spesso dimentichiamo che non sono solo il risultato di una svolta del destino o del destino, ma di alcune mosse e decisioni molto specifiche economiche, sociali e relative alle prospettive del mondo (comprese quelle religiose). L’avidità, il mancato rispetto della natura, l’egoismo, la mancanza di immaginazione, la rivalità senza fine e la mancanza di responsabilità hanno ridotto il mondo allo status di un oggetto che può essere tagliato a pezzi, usato e distrutto. (…)

Ecco perché credo di dover raccontare storie come se il mondo fosse una singola entità vivente, in costante formazione davanti ai nostri occhi, e come se fossimo una parte piccola e allo stesso tempo potente di essa.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA