Welfare & Lavoro

Ginnastica dolce e demenza: obiettivo benessere

Promossa da Alzheimer Milano un’attività sportiva che vede persone con demenza esercitarsi con un familiare o un caregiver. Un modo per contrastare l’isolamento. Un progetto sperimentale che vede la collaborazione dell’Accademia Scherma Milano che dalla sua nascita punta allo sport per tutti. Obiettivo dell'iniziativa è offrire «uno spazio di inclusione sociale alle persone con demenza e ai loro familiari, uno spazio dove lo stigma non esiste», spiega Gabriella Salvini Porro

di Antonietta Nembri

Un’attività come la ginnastica dolce, fatta con un familiare o un caregiver, può aumentare il benessere psico-fisico delle persone con demenza? Cerca di rispondere a questa domanda il corso sperimentale organizzato da Associazione Alzheimer Milano e Accademia Scherma Milano che ha preso il via a ottobre scorso. «Ci siamo dati tre mesi di tempo, fino a dicembre per questo primo step», spiega Francesca Arosio, psicologa dell’associazione. «A breve somministreremo dei questionari ai familiari e faremo delle interviste alle persone con Alzheimer, poi rifacciamo un nuovo step, ci confronteremo con i fisioterapisti del Golgi per far sì che l’attività prosegua fino a giugno». Ma quali sono le aspettative? «Ci aspettiamo che le persone con Alzheimer si sentano a proprio agio, libere e accolte», continua Arosio e il suo sguardo si posa sul piccolo gruppo di anziani che stanno partecipando al corso e che si stanno muovendo insieme agli istruttori e ai familiari.

All’Accademia Scherma Milano di via Filippo Sassetti, è mattina, un pallido sole filtra dalle finestre, e i protagonisti di questa sperimentazione sono arrivati alla spicciolata accolti dal presidente dell’Accademia, Lorenzo Radice (nella foto) e dalla sorella Laura, un passato da dirigente d’azienda e un sogno tenuto nel cassetto per trent’anni: aprire una palestra. Ma che fosse aperta a tutti: «Sono cresciuto fin dalle elementari con una compagna di scuola con la sindrome di Down e credevo fosse importante l’integrazione… poi dopo la laurea in Bocconi e ho preso un’altra strada, ho mollato la scherma che praticavo da sempre e ho fatto il dirigente d’azienda… » racconta Radice.
A volte però la vita e i suoi accadimenti fanno tornare a attuali i sogni di gioventù. «Dodici anni fa mia madre si è ammalata di Alzheimer. E tutto è cambiato». Nel 2012 la madre si aggrava ed è in quell’occasione che Radice incontra la Federazione Alzheimer «Incontrai Francesca Arosio che mi fece comprendere l’importanza dell’accettazione della malattia… poi l’estate successiva partii per il cammino di Santiago e mi dissi: “Devo riprendere a fare scherma e a farlo anche per le persone meno fortunate”» ricorda. Da lì il contatto con persone in carrozzina e la consapevolezza di dover diventare un istruttore per dare corpo al sogno, «sono diventato maestro di scherma e due anni fa ho iniziato a dare concretezza al mio sogno: un centro sportivo aperto a persone con disabilità».

Il risultato è l’Accademia Scherma Milano che ha iniziato l’attività nel settembre 2018 in strutture in affitto in attesa che la sede di via Sassetti venisse sistemata e adeguata con l’ascensore. Un anno dopo l’avvio l’Accademia ha corsi di scherma per normodotati, corsi paralimpici per persone in carrozzina e per non vedenti «ma sempre in un’ottica inclusiva soprattutto iniziando dai bambini» continua Radice che aggiunge: «Poi è arrivato il corso di ginnastica dolce per persone con demenza. È importante che il malato faccia esercizio fisico», illustra Radice. Alle persone che si trovano nella fase lieve-moderata, senza difficoltà di deambulazione e ancora in grado di beneficiare delle interazioni di gruppo vengono proposti esercizi da seduti per il coordinamento e altri focalizzati sull’equilibrio.

«Su questo programma abbiamo lavorato con i fisioterapisti dell’Istituto Golgi Redaelli. L’Alzheimer tende a rompere i rapporti e il contatto con le altre persone, gli esercizi che facciamo invece puntano a ricostruire questi contatti e rapporti», conclude Radice. «L’importanza di un ambiente friendly è fondamentale e grazie a Lorenzo e Laura l’abbiamo creato. Ad Abbiategrasso l’attività motoria viene portata avanti con sette coppie (persona con demenza e caregiver) e che si rinnova di anno in anno», aggiunge Arosio che sottolinea l’importanza del “fare insieme”. «Se si va a fare solo la classica passeggiata al parco il rischio è quello di isolarsi», continua la psicologa, «Quello che i fisioterapisti ci dicono delle attività in corso al Golgi è che con la ginnastica dolce si va a lavorare sulle articolazioni, sull’equilibrio e si allenano tanti piccoli movimenti».

L’iniziativa in corso a Milano si basa, infatti sull’esperienza positiva del corso di ginnastica avviato da un paio d’anni all’interno della Comunità Amica delle Persone con Demenza di Abbiategrasso (una di quelle promosse dalla Federazione Alzheimer ne parliamo qui) e si regge sulla valutazione preliminare delle coppie partecipanti da parte della psicologa e della terapista occupazionale dell’Associazione Alzheimer Milano

Da parte sua Gabriella Salvini Porro, presidente dell’associazione sottolinea come con questa iniziativa si sia voluto offrire «uno spazio di inclusione sociale alle persone con demenza e ai loro familiari, uno spazio dove lo stigma non esiste. Il nostro contributo è di formare adeguatamente sulla demenza il personale che conduce il corso, supervisionando periodicamente l’attività».

Sulla pedana normalmente utilizzata per la scherma dei non vedenti (la linea centrale ha una zigrinatura in contrasto con il resto) intanto i partecipanti al corso camminano per mano con l’istruttore o il cargiver: sembra un esercizio banale, ma il mantenimento dell’equilibrio passa anche da qui. E non è banale osservarlo


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