Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Senza una visione dell’accoglienza non c’è futuro

La visione del governo giallo-rosso è quella dell’ “un po’”: un po’ porti aperti un po’ no, un po’ contro i migranti ed i richiedenti asilo ed un po’ a favore, un po’ in continuità ed un po’ in discontinuità, un po’ per le sardine e un po’ distanti. Ma dal primo gennaio 2020 centinaia di persone saranno espulse dal sistema dell'accoglienza e di integrazione. E bisognerà scegliere da che parte stare

di Angelo Moretti

Antonio Polito deIl Corriere della Seranon ha mezzi termini nel redigere la sua personale pagella ai “due” Conte: tra il governo Giallo-Verde ed il governo Giallo-Pd-Iv sul tema immigrazione non c’è partita, vince il primo. L’analisi è schiacciante: Salvini aveva una visione, il trio Zingaretti-Di Maio- Renzi nessuna.

Anzi una sì, una visione sembra lampante da settembre ad oggi, la visione dell’ “un po’”: un po’ porti aperti un po’ no, un po’ contro i migranti ed i richiedenti asilo ed un po’ a favore, un po’ in continuità ed un po’ in discontinuità, un po’ per le sardine ed i bellaciao un po’ distanti. Insomma tutto come da copione del centro sinistra degli ultimi venti anni: la parola d’ordine sul tema immigrazione è rincorrere la destra, ma non troppo, con la speranza che quell’elettorato così spaventato dall’invasione sia clemente e voti anche un po’ a sinistra.

Per chi come noi non rincorre né destra né sinistra, ma ha lo sguardo fisso sull’uomo e sul territorio, la questione è semplice, quasi banale: c’era un governo leghista al comando fino ad agosto 2019 ed il suo dichiarato intento, portato avanti a suon di propaganda mediatica più che massiccia ed efficace, era gettare discredito sui migranti per offrire un nuovo immaginario di sicurezza agli italiani. Come spiegato abbondantemente da Bauman: all’epoca del cosiddetto “Stato di incolumità personale”, teso a difendere le posizioni degli agiati da quelle dei disagiati e che ha preso il posto dello Stato Sociale, la figura dell’immigrato clandestino rappresenta in sé tutte le minacce inculcate ai cittadini, quelle “rappresentate da un pedofilo in libertà, da un serial killer, da un mendicante invadente, da un rapinatore, da un malintenzionato furtivo, da un avvelenatore, da un terrorista”. Lo stato post- moderno all’epoca della società liquida promette di difendere i suoi sudditi da queste minacce e quindi da colui il quale potenzialmente le rappresenta tutte insieme, l’uomo venuto da fori che non è censito né conosciuto alle nostre anagrafi e che noi cittadini italiani non abbiamo cercato o voluto. In quell’ospite inatteso ed indesiderato Salvini è riuscito a far veicolare tutta la forza ed il potere che hanno le paure nel determinare i sentimenti negativi delle persone. Ed ha stravinto le europee ed ha conquistato le aree rurali ed i piccoli centri sotto i ventimila abitanti. La sua visione è chiara: dall’immigrazione ci si deve difendere anche a costo di rischiare la galera per sequestro di persona, se necessario.

Quando il capitano inciampa su una spiaggia, a ritmo di mojito e discodance, arriva la cavalleria dello schieramento opposto e sale al governo al suo posto, sale al governo una forza politica di centro-sinistra che viene etichettata da una larga fetta del popolo italiano come parte costitutiva dell’estabilshment, lontana dalla gente e vicina al potere. Ma questa volta tutti si aspettano grande discontinuità, del resto dichiarata e messa come condizione da Zingaretti, con la visione di cui sopra.

Cosa succede? I tempi di permanenza in acqua dei naufraghi si accorciano ma non si azzerano, nessuno parla più di una visione del futuro dei migranti che arrivano in Italia e, soprattutto, nessun sistema di accoglienza ed integrazione per i migranti viene ripristinato. Ma questa volta non c’è più neanche uno straccio di visione del Leviatano, dell’homo homini lupus, semplicemente il nuovo governo segue un po’ pedissequamente le pratiche del governo precedente, ma senza clamore mediatico, senza enfasi populista. Il governo non attacca più i migranti sui social, ma neanche ha una politica di attracco. Più che un porto di mare, l’Italia ridiventa un porto distratto in cui le cose accadono senza il suo volere.

Il Corriere è tranchant, come dargli torto? Se la sorte degli uomini non ci sta a cuore, che muoiano tutti in Libia o nel deserto, che Erdogan continui i suoi loschi affari, purchè gli sbarchi calino. Vince chi chiude di più, mentre chi si apre senza visione è solo un debole, un governo incapace di far sentire le sue ragioni di sicurezza al resto del mondo.

Il nuovo Ministero dell’Interno ha emanato le sue circolari il 19 ed il 20 dicembre 2019, ha confermato in pieno la legge Salvini, ha espulso dal sistema di accoglienza ed integrazione i richiedenti asilo ed i titolari di protezione umanitaria, poi è corso ai ripari salvando almeno questi ultimi dal trasferimento nei Centri di Prima accoglienza, ancora una volta ha seguito la logica di un po’ ed un po’. I richiedenti asilo sono fuori dal sistema di accoglienza ed integrazione ( di cui godevano dal 2001), chi ha avuto la protezione umanitaria resta. Ma se scendiamo nel concreto, nella carne, nelle ossa delle questioni, vediamo che il Ministero ha detto di no a Nfamara, ad Aly, ad Oturah, a Merazul, ad Imran, a Kane, a Musa, a Cristopher, ad Ibrahima, a Daouda, ed a centinaia, molto più probabilmente migliaia, di altri richiedenti asilo che hanno insediato le loro vite nei comuni dove gli Sprar funzionavano, generavano Welfare e Sviluppo, dove quei ragazzi lì, quelle famiglie, hanno colto l’occasione offerta dell’Italia per dare il loro contributo alla nostra nazione. Quando i migranti ottengono percorsi di integrazione i migranti diventano cittadini operosi, dove l’integrazione non ha funzionato i migranti hanno costruito ghetti o quartieri ghetto, hanno cercato economie di fortuna, si sono dati alla macchia per fuggire allo stato, non sono certo scomparsi.

A chi giova che quelle migliaia di vite vengano spezzate dal primo gennaio 2020? Alla visione di Salvini certamente. All’Italia? Alle altre visioni possibili? Ai Piccoli Comuni che grazie a quelle accoglienze si sono rigenerati o stavano per rigenerarsi? Nessun giovamento.

Il governo Giallo-PD, il governo sostenuto anche dallo zoccolo di Italia Viva, cosa pensa di vincere agendo da contoterzista delle politiche di Salvini? Probabilmente, lo abbiamo già visto accadere altre volte, questa politica di destra senza una visione di destra porterà inesorabilmente alla vittoria dei tanti Bolsonaro, Trump, Bannon, Putin, Erdogan, che aspettano come lupi affamati che la coesione sociale di un popolo come l’Italia crolli del tutto per poterci annettere alla loro visione globale.

Senza troppe iperboli possiamo serenamente ritenere che come l’accoglienza o il rifiuto di Cristo ha determinato il passato dell’occidente, così l’accoglienza o il rifiuto di Merazul ne determinerà il futuro. Per cui basterà il rifiuto di quelle centinaia di persone, per ordine di Salvini, dal primo gennaio 2020 a determinare da che parte stiamo nella storia di questi giorni. O per gli uomini e le donne più deboli o contro.


In foto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA