Cooperazione & Relazioni internazionali

La “quarantena” dei bambini siriani sotto le bombe

«Tra quanti anni», dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, «ci diranno che quello che stiamo permettendo in Siria è un genicidio di bambini? Le bombe contro scuole e ospedali in #Siria hanno ucciso più persone del #coronavirus. Ma non riusciamo a fermarle da 9 anni. Attendo spiegazioni da severi esperti di geopolitica»

di Anna Spena

«Pensavo. Le bombe contro scuole e ospedali in #Siria hanno ucciso più persone del #coronavirus. Ma non riusciamo a fermarle da 9 anni. Attendo spiegazioni da severi esperti di geopolitica e da virologi sereni».

Questa è la riflessione che ha fatto, sui suoi social, Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. «È un lavoro faticoso», spiega, «raccontare qualcosa di cui non frega niente a nessuno. Ma la questione vera, la domanda che dobbiamo porci, è perché dell’emergenza siriana non ci interessiamo? Eppure non è qualcosa “lontana” da noi».

Negli ultimi due anni e mezzo il portavoce di Unicef ha visitato in Italia oltre 400 scuole e università. «”ma tu lo sai che c’è una guerra che ci riguarda da vicino?”, oppure “ma sai quello che sta succedendo a Idlib?”.

Quasi nessuno di questi giovani è informato su quello che sta accadendo. Eppure quella siriana è una guerra che ci tocca nel profondo».

A marzo si entra nei 10 anni dall'inzio del conflitto. «Ogni volta che entro nelle classi chiedo: “Quanti di voi sono scesi in piazza per il friday for future?”. Di solito tutti. E allora gli rispondo: “ma è così difficile capire che la pace, la pace in Siria, deve avere lo stessa attenzione della questione ambientale. Ci vuole una Greta Thunberg per la pace. Ma la pace è diventata scomoda?».

Dal 1° dicembre 2019 a oggi, oltre 500.000 bambini sono stati sfollati a causa delle intense violenze nel Nord-ovest della Siria: decine di migliaia di famiglie vivono in tende, senza servizi di base, esposti a freddo e pioggia. Dall'inizio dell’anno sono 28 i bambini uccisi e 49 quelli feriti a causa dell’escalation di violenze nell'area. E sono oltre 4 i milioni di bambini che vivono sotto le bombe di questa assurda guerra.

«Tra quanti anni», continua Iacomini, «ci diranno che quello che stiamo permettendo in Siria è un genicidio di bambini?. Il parallelo con il coronavirus mi aiuta a riflettere: quella in Siria è una guerra che si poteva fermare, ma nessuna ha fatto niente. Per il coronavirus, sul quale l’uomo non può fare niente per arrestare la diffusione, probabilmente tra meno di un anno sarà poco più di un ricordo grazie alla scoperta di un vaccino».

Foto © UNICEF/UNI296658/Alshami


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