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La ricerca sul cancro accelera con 7 nuovi progetti europei

Cancer Research UK, Fondazione AIRC e Asociación Española Contra el Cáncer (AECC) investono oltre 32 milioni di euro per il bando Accelerator Award, che promuove programmi di ricerca internazionali quinquennali, basati sulla cooperazione scientifica tra Istituzioni e scienziati di Regno Unito, Italia e Spagna. Uno di questi guidato dall’italiano Marcello Deraco, responsabile del reparto tumori peritoneali all’Istituto nazionale tumori di Milano

di Redazione

Al via un’importante partnership europea a sostegno di progetti su tumori rari. Sabato 29 febbraio, in occasione della XIII edizione della Giornata delle Malattie Rare, Cancer Research UK, Fondazione AIRC e Fundación Cientifica – Asociación Española Contra el Cáncer (AECC), presentano sette innovativi progetti sostenuti con più di 32 milioni di euro complessivi nell’ambito dell’ultima edizione del bando Accelerator Award, che promuove programmi di ricerca internazionali quinquennali, basati sulla cooperazione scientifica tra Istituzioni e scienziati di Regno Unito, Italia e Spagna.

I progetti selezionati svilupperanno nuovi strumenti, piattaforme e infrastrutture per accelerare i progressi della ricerca oncologica traslazionale, alcuni dei quali su tumori rari, patologie per le quali spesso mancano terapie specifiche e farmaci dedicati. Al centro di alcuni programmi il miglioramento dell’integrazione tra radioterapia e immunoterapia e il consolidamento della ricerca sul mesotelioma, un tumore legato all’amianto che vede i casi crescere a livello mondiale.

TUMORI RARI IN ITALIA | 900mila pazienti e 89mila nuovi casi ogni anno

Il rapporto AIRTUM sui tumori rari in Italia del 2015 descrive 198 neoplasie di questo tipo, classificate in 14 gruppi omogenei sulla base delle caratteristiche cliniche e dei possibili specialisti di riferimento. La maggior parte di questi tumori, il 72%, è estremamente rara giacché riguarda meno di un caso ogni milione di persone. La rarità di ciascuna malattia non si traduce però, complessivamente, in un basso numero di persone colpite: su quattro pazienti malati di cancro uno ha un tumore raro. In totale si stima che in Italia i pazienti siano circa 900.000 e approssimativamente 89.000 i nuovi casi registrati ogni anno

«I tumori rari, presi singolarmente, non attraggono l’interesse di chi sviluppa i farmaci e sono difficili da studiare perché i pazienti colpiti da queste malattie sono pochi. Per questo motivo abbiamo una conoscenza limitata di molti di questi tumori», ricorda Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione Airc. «Perché la ricerca sia la più efficace possibile, è necessario riunire le competenze di diversi Paesi. E questo è uno dei punti di forza dell’Accelerator Award, che vede uniti Fondazione AIRC, Cancer Research UK e AECC: insieme è possibile sostenere progetti di ricerca che accrescano le competenze e permettano di cercare nuove e più efficaci soluzioni terapeutiche».

Tra i sette programmi che si sono aggiudicati il prestigioso Accelerator Award, uno è guidato dall’italiano Marcello Deraco, responsabile del reparto tumori peritoneali all’Istituto nazionale tumori di Milano, che VITA ha intervistato sul numero di marzo del magazine dedicato alla ricerca sulle malattie rare, in uscita venerdì prossimo. Il progetto vede al lavoro i principali centri che si occupano di questa malattia nei tre Paesi, di cui 4 in Italia, e può contare su un investimento totale di oltre 2 milioni 600 mila euro.

«Grazie all’Accelerator Award avrò la possibilità di collaborare con centri che seguono un elevato numero di casi di pseudomixoma peritonei. Solo così potremo mettere insieme un numero di pazienti sufficiente a capire meglio questa malattia rara. Il nostro obiettivo è identificare farmaci attivi contro lo pseudomixoma e individuare i sottogruppi di pazienti che potranno beneficiare di queste nuove cure», spiega Deraco. «Fino a 20-30 anni fa, quando un tumore raggiungeva il peritoneo, il paziente veniva considerato un malato terminale e si utilizzavano solo cure palliative: l’approccio curativo veniva escluso a priori. Chi era colpito da pseudomixoma moriva nell’arco di tre anni, oggi invece la sopravvivenza può superare i 15 anni. Gli oncologi si sono però accorti che qualcosa non torna: nell’80 per cento dei casi lo pseudomixoma viene classificato come tumore a basso grado di malignità, eppure nel 30-40 per cento dei casi la malattia si ripresenta ed è fatale. Non ci spieghiamo come mai tanti pazienti con tumori a basso grado abbiano una prognosi sfavorevole. Pensiamo che possa dipendere dal fatto che oggi ci basiamo esclusivamente sull’analisi morfologica del tumore e questo non è sufficiente per ottenere un indice (score) prognostico affidabile», continua Deraco. E riguardo ai centri coinvolti nello studio agiunge: «Sono tutti centri che seguono un elevato numero di casi di pseudomixoma peritonei: solo così potremo mettere insieme un numero di pazienti sufficiente per capire meglio questa malattia rara. Speriamo di identificare farmaci attivi contro lo pseudomixoma e anche di individuare quali sottogruppi di pazienti possono beneficiare di queste nuove cure».

I "principal investigator" degli altri 6 programmi che coinvolgeranno complessivamente 8 gruppi attivi in Italia sono: Paul French, dell’Imperial College di Londra, Kevin Blyth, dell’Università di Glasgow, Caroline Dive, dell’Università di Manchester, Alberto Orfao, del Centro de Investigación del Cáncer di Salamanca, Ignacio Melero, della Fundación para la Investigación Médica Aplicada di Navarra, e Robin Jones, dell’Institute of Cancer Research di Londra.
Iain Foulkes, direttore esecutivo di Cancer Research UK per la ricerca e l’innovazione, sottolinea l’importanza di non mettere confini alla battaglia contro il cancro: «Se l’andamento attuale sarà confermato, nei prossimi vent’anni i casi di cancro aumenteranno del 60% circa a livello mondiale. Ora che il Regno Unito ha lasciato l'Unione Europea, la necessità di collaborare in ambito scientifico è più importante che mai. È fondamentale che la ricerca internazionale continui a prosperare e non rischi l’isolamento. Il cancro è un problema globale e nessun Paese può affrontarlo da solo».

«Per AECC la collaborazione tra Paesi diversi è essenziale per accelerare la ricerca sul cancro», ribadisce Ignacio Muñoz Pidal, presidente di AECC. «L’Accelerator Award consente ai ricercatori europei non solo di ricevere finanziamenti quinquennali, ma anche di accedere a una piattaforma di collaborazione internazionale in cui poter condividere dati e conoscenze».

L’Accelerator Award offre ai migliori ricercatori a livello internazionale nei tre Paesi coinvolti la possibilità di attivare progetti congiunti, sfruttando tecnologie e competenze, per imprimere un’accelerazione alla ricerca sul cancro e arrivare al più presto a fornire nuove terapie a medici e pazienti. La cooperazione tra Italia, Regno Unito e Spagna prosegue ora con l’emissione di un nuovo bando al quale gli scienziati potranno sottomettere i propri progetti a partire dal 2 marzo.

Ecco in sintesi i 7 nuovi programmi sostenuti dall’ Accelerator Award

Nuove cure per un tumore raro dell’appendice
Marcello Deraco, IRCCS Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano
Il primo obiettivo del progetto è sviluppare un nuovo indice prognostico. Per farlo, i ricercatori analizzeranno il DNA e l’RNA dei tumori di 200 pazienti già operati in passato e di 400 pazienti che verranno operati nei prossimi 5 anni. Le caratteristiche biomolecolari dei sottotipi di pseudomixoma così identificati permetteranno di classificare meglio i pazienti e suggeriranno anche possibili bersagli terapeutici. Il secondo obiettivo dello studio è identificare farmaci in grado di aggredire lo pseudomixoma. Usando piccoli frammenti di tumore verranno creati degli organoidi, ovvero colture cellulari in tre dimensioni che riproducono il più possibile le caratteristiche della malattia in fase iniziale, e su tali colture saranno testati diversi farmaci.
Istituti coinvolti: Fondazione IRCCS – Istituto nazionale dei tumori di Milano, Fondazione Edo ed Elvo Tempia, Università di Manchester, Basingstoke e North Hampshire Foundation Trust, Università di Southampton, Christie NHS Foundation Trust, Università di Torino, Istituto di Candiolo, Vall d’Hebron University Hospital, Consorci Sanitari Integral – Hospital Sant Joan Despì, Moises Broggi.

Sviluppo di modelli per sperimentare farmaci anti-cancro in laboratorio
Paul French, Imperial College di Londra
La ricerca farmacologica, di regola, impiega cellule in coltura che crescono in strati sottili, quasi bidimensionali, e che possono essere facilmente controllati e osservati con i microscopi convenzionali. Tuttavia si tratta di modelli semplificati, che non offrono un’immagine adeguata dell’ambiente tumorale, che è complesso e tridimensionale. I ricercatori coinvolti nel progetto intendono sviluppare una piattaforma tecnologica che sfrutti appieno il potenziale di tessuti tumorali coltivati in tre dimensioni, al pari di come un tumore cresce in un organismo in natura. Mediante l’impiego di piattaforme per l’analisi di contenuti complessi si potranno osservare colture cellulari tridimensionali e organoidi con una risoluzione di una singola cellula.
Istituti coinvolti: Francis Crick Institute, Università di Edimburgo, Institute of Cancer Research e Instituto de Recerca Biomedica.

Nuove terapie per il mesotelioma, il tumore causato dall’amianto
Kevin Blyth, Università di Glasgow
Il programma studierà lo sviluppo del mesotelioma per individuare nuovi bersagli terapeutici. Si tratta di un tumore legato all'amianto, molto difficile da trattare, che solitamente ha inizio nei tessuti che rivestono i polmoni. Poiché l'incidenza di questa malattia è verosimilmente destinata a crescere a livello mondiale, aumenta anche l’urgenza di trovare opzioni terapeutiche più promettenti.
Istituti coinvolti: NHS Glasgow, North Bristol NHS Trust, University College London, Università di Oxford, University Hospital di South Manchester, Centro tossicologico del MRC (Medical Research Council), Università di Bristol, Beatson Institute di Cancer Research UK, Università di Cambridge, Università Vita-Salute San Raffaele, Università di Torino, Instituto de investigación Oncologica de Vall d ́Hebron, Central Manchester University Hospital NHS Foundation Trust, Vall d’Hebron University Hospital, Policlinico universitario di Antwerp, Istituto per la ricerca sulla leucemia Josep Carreras.

Raccolta dati digitale per la cura dei pazienti
Caroline Dive, Università di Manchester
Il gruppo guidato da Caroline Dive sperimenterà nuovi metodi di raccolta dati digitale nell'ambito delle sperimentazioni cliniche di fase I. Lo scopo è offrire ai ricercatori clinici e alla rete dei centri sperimentali di medicina oncologica in Spagna, Italia e Regno Unito un accesso quasi in tempo reale ai dati dei pazienti per poter così convalidare e orientare il processo decisionale da applicare in clinica.
Istituti coinvolti: Christie NHS Foundation Trust, Instituto de investigación Oncologica de Vall d’Hebron, Manchester Institute di Cancer Research UK e Fondazione IRCCS – Istituto nazionale dei tumori di Milano.

Screening precoce per leucemia a cellule B
Alberto Orfao, Centro de Investigación del Cáncer di Salamanca
Il programma intende mettere a punto un’innovativa piattaforma di ricerca che faciliti l'accesso a nuovi strumenti e risorse inedite, fondamentali per la diagnosi precoce della leucemia a cellule B. Il gruppo si propone di identificare nuovi potenziali marcatori tumorali per lo screening dei soggetti a rischio.
Istituti coinvolti: Università di Southampton, Leeds Teaching Hospitals NHS Trust, Università Vita-Salute San Raffaele, Centro de Investigación del Cáncer de Salamanca e Fondazione Centro San Raffaele (FCSR).

Integrazione tra radioterapia e immunoterapia
Ignacio Melero, Fundación para la Investigación Médica Aplicada
Il progetto guidato da Melero sperimenterà in topi di laboratorio la combinazione della radioterapia con le immunoterapie, somministrate tramite iniezioni. Secondo i ricercatori la radioterapia dovrebbe contribuire a sollecitare la risposta immunitaria dei pazienti colpiti da cancro.
Istituti coinvolti: Università di Manchester, UCL, Università Complutense di Madrid, Clinica Universitaria di Navarra, Fondazione IRCCS – Istituto nazionale dei tumori di Milano e Università di Palermo.

Nuovi biomarcatori per sarcomi ad alto rischio
Robin Jones, Institute of Cancer Research
Il settimo programma di ricerca si focalizza sui sarcomi ad alto rischio. Il gruppo guidato da Jones proverà a realizzare una piattaforma che impieghi dati standardizzati, per prevedere la risposta farmacologica e per sviluppare nuovi biomarcatori tumorali.
Istituti coinvolti: Università di Birmingham, NHS Greater Glasgow e Clyde, The Queen Elizabeth Hospital, Università di Edinburgh, Fondazione IRCCS – Istituto nazionale dei tumori di Milano e Instituto de Biomedicina de Sevilla.

Ai sette programmi si aggiunge il rinnovo di un progetto già in corso, affidato a Caroline Dive dell'Università di Manchester e Charles Swanton della UCL. I due scienziati continueranno a guidare il Centro d’eccellenza di oncologia polmonare di Cancer Research UK dedicato al carcinoma del polmone. La ricerca nel Centro si concentra su otto temi complementari e che interagiscono tra loro: medicina di base, immunologia, ricerca farmacologica, diagnosi precoce e malattia pre-invasiva, evoluzione del tumore ed eterogeneità, biomarcatori, studi clinici e sperimentazioni di radioterapici e radiobiologia.
Istituti coinvolti: Christie NHS Foundation Trust, Manchester Institute di Cancer Research UK, Francis Crick Institute, Centro di ricerca sul cancro di Cancer Research UK, King’s College di Londra.

Le tre organizzazioni non profit europee che sostengono l’Accelerator Award

AIRC | Dal 1965 con coraggio, contro il cancro La Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro sostiene progetti scientifici innovativi grazie a una raccolta fondi trasparente e costante, diffonde l’informazione scientifica, promuove la cultura della prevenzione nelle case, nelle piazze e nelle scuole. Conta su 4 milioni e mezzo di sostenitori, 20mila volontari e 17 comitati regionali che garantiscono a oltre 5.000 ricercatori – 61% donne e 55% ‘under 40’ – le risorse necessarie per portare nel più breve tempo possibile i risultati dal laboratorio al paziente. In oltre 50 anni di impegno AIRC ha distribuito oltre 1 miliardo e cinquecento milioni di euro per il finanziamento della ricerca oncologica (dati attualizzati e aggiornati al 1 gennaio 2020). Informazioni e approfondimenti su airc.it

Cancer Research UK è la più importante organizzazione non profit al mondo per la ricerca sul cancro e opera nel Regno Unito senza alcuna sovvenzione governativa, basando la propria sussistenza solo su donazioni private. Con un’attività pionieristica nella prevenzione, diagnosi e cura del cancro, Cancer Research UK ha contribuito a salvare milioni di vite e a raddoppiare il tasso di sopravvivenza nel Regno Unito negli ultimi 40 anni. Oggi la sopravvivenza a 10 anni della malattia è di 2 pazienti oncologici su 4 e Cancer Research UK si propone di portare questo numero a 3 pazienti su 4 entro il 2034. Grazie a 4000 scienziati, medici e infermieri e ai molti partner e sostenitori, Cancer Research UK ambisce a rendere più vicino il giorno in cui tutti i tumori saranno curati.

AECC, 66 anni di esperienza nella lotta contro il cancro | La Asociación Española Contra el Cáncer (AECC) è da 66 anni l’ente di riferimento nella lotta ai tumori in Spagna, dove è impegnata a far conoscere l’impatto del cancro, per individuare aree di miglioramento e avviare un processo di trasformazione sociale. L’obiettivo è poter impiegare un approccio globale e multidisciplinare alla malattia oncologica. Stare accanto alla gente è nel DNA di AECC: aiutare le persone a prevenire il cancro, accompagnare i pazienti e le loro famiglie durante tutto il corso della malattia e offrire loro un futuro migliore è l’obiettivo che AECC si propone di raggiungere dando impulso alla ricerca oncologica. Tramite la propria Fondazione scientifica, AECC risponde a questa importante domanda della società sostenendo bandi per progetti di ricerca oncologica di prima linea. A oggi, avendo destinato 70 milioni di euro a 380 progetti di ricerca, è la principale organizzazione non profit per ricerca sul cancro in Spagna. L'Associazione riunisce pazienti, parenti, volontari e professionisti, tutti impegnati a prevenire, sensibilizzare, accompagnare i pazienti oncologici e a finanziare progetti per la diagnosi e la cura del cancro. AECC è presente con 52 sedi provinciali e oltre 2000 sportelli in Spagna e conta oltre 23.000 volontari, più di 388.000 sostenitori e quasi 1000 professionisti.